Antico Furlo

Ristorante Antico Furlo

VALUTAZIONE

Cucina Classica

13/20

PREGI
L’esaltazione del tartufo.
La possibilità di soggiornare nelle camere dell’omonimo hotel.
La comodità del parcheggio.
DIFETTI
La carta dei vini.
Il sito internet poco curato.

Un indirizzo di tradizione per mangiare il tartufo tutto l’anno

Acqualagna rappresenta, insieme ad Alba, la capitale del tartufo italiano; basti considerare che qui vengono raccolti i due terzi della complessiva produzione nazionale, pari a circa 600 quintali. Siamo nel cuore del Montefeltro, e a pochi passi dalla Gola del Furlo, sorge lo storico ristorante Antico Furlo, che da qualche decennio serve tutto l’anno tartufo ai commensali, oltre a piatti della tradizione locale con qualche ammiccamento alla modernità. La gestione è familiare, in cucina troviamo lo chef Alberto Melagrana, mentre il servizio è governato dalla moglie Roberta e dalla loro figlia.
L’interno è avvolgente e familiare, con tanto di foto degli avventori famosi all’ingresso piacevolmente sbiadite, con un bel camino antico a dominare la sala in cui abbiamo pranzato.

Il percorso con un solo protagonista: il tartufo bianco pregiato

La nostra visita, che è coincisa con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, ha avuto come protagonista la varietà più pregiata della preziosa trifola, servita in abbinamento alle pietanze più adatte a svolgere il ruolo di comprimarie. Sulla qualità del tartufo abbiamo davvero poco da dire: il vassoio che ci è stato servito a inizio pranzo era una goduria per la vista e per l’olfatto: un trionfo di tartufi bianchi di diverse dimensioni ancora terrosi e dal profumo inebriante e persistente. L’abitudine nel maneggiare il tartufo da queste parti si vede, oltreché dalla scenografica presentazione, anche dal servizio: dopo la scelta e la pesatura al tavolo, i tartufi sono tornati in cucina e, adeguatamente privati dei residui terrosi, ci sono stati lasciati al tavolo, custoditi in una alzata di ceramica in compagnia dell’apposita affettatrice.

Tra i piatti assaggiati a sostegno del Tuber magnatum abbiamo apprezzato particolarmente le Tagliatelle vecchia maniera fatte in casa, servite con una base di brodo di gallina ristretto con parmigiano e burro. Delicatamente tiepide, hanno costituito l’abbraccio ideale per il tartufo, aiutandolo a espandersi al massimo analogamente al Tuorlo d’uovo croccante con parmentier di patate e ai Crostini di pane sciocco di Chiaserna. Meno azzeccati in abbinamento alla trifola i Passatelli al pecorino di fossa, per una spiccata tendenza coprente che abbiamo ritrovato anche nel Crudo di vitellone marchigiano, con capperi, miele, sedano e grana, tra l’altro servito troppo freddo. Semplici, ma ben eseguiti, i due dolci che hanno chiuso il nostro pasto: un Semifreddo alla moretta fanese e una Torta di mele.

Servizio caldo e prodigo di spiegazioni, con tempi di attesa tra un piatto e l’altro però davvero eccessivi, anche se dobbiamo riconoscere al ristorante l’alibi di una sala piena all’inverosimile il giorno della nostra visita. Nota dolente è la carta dei vini: una materia prima di eccellenza assoluta come quella proposta meriterebbe ben altra offerta, per ampiezza e profondità.

La galleria fotografica:

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Filippo Boccioletti

Avvocato di professione e gastronauta per diletto, viaggia incessantemente alla ricerca del buono e del bello. Insigne membro della Dotta Confraternita del Tortellino, ama il pomodoro e detesta il coriandolo; il convivio, la scrittura, e la cultura del cibo sono le sue passioni. La cena giusta e perfetta? Senza dubbio la prossima...

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

13/20

PREGI
L’esaltazione del tartufo.
La possibilità di soggiornare nelle camere dell’omonimo hotel.
La comodità del parcheggio.
DIFETTI
La carta dei vini.
Il sito internet poco curato.

INFORMAZIONI

PREZZI

Alla carta: € 40 (senza il prezzo del tartufo bianco pregiato, che varia in base alla quotazione della borsa settimanale del tartufo di Acqualagna)
Menù degustazione compreso di tartufo bianco: € 129

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