Valutazione
Pregi
- Una villa stupenda dove passare qualche ora prima e dopo il pranzo.
Difetti
- Il prezzo elevato, rispetto alla qualità espressa.
Villa litta Panza è una stupenda oasi di pace e serenità. Nel 1996 il conte Panza donò la villa al FAI, e con essa una collezione di opere di arte contemporanea di una profondità e qualità molto elevata. Una villa immersa nel centro di Varese ma con un parco esteso ed una vista mozzafiato. E’ qui che officia Matteo Pisciotta, chef che molti (compreso me) ricordano nelle sue pirotecniche evoluzioni all’Osteria del Sass di Besozzo. All’inizio moderatamente creativo, con un radioso futuro davanti a se. A seguire poi un periodo di contorsioni futuristico-spagnoleggianti che hanno fatto un po’ perdere il filo del discorso. Oggi di quel periodo decisamente pulp del cuocone varesino non vi è praticamente traccia nel menù di Luce, se non fosse per la citro (nitro aggiungo) ostrica. Una cucina che con gli anni si è arrotondata e seduta più sulle esigenze armoniose, semplici, concrete e dal gusto incisivo che desidera la clientela normale. E forse in questo periodo è la scelta giusta per sopravvivere. Anche se ci ricordavamo un tocco e una mano decisamente più fine ed elegante, oggi invece moderatamente indirizzata verso il lato estetico e molto più concretamente focalizzata sul gusto. I prezzi, rispetto alla qualità delle proposte, ci paiono in realtà forse un tantino eccessivi, ma al ristorante Luce, in Villa Litta Panza, mangerete bene. E soprattutto vi potrà capitare, come è capitato a noi, di iniziare il pranzo domenicale alle 14.00 senza che brigata e servizio facesse un plissè.
Gentili, educati, giovani, onnipresenti. Il servizio è informale ma decisamente sul pezzo. La carta dei vini, di intrigante formazione e di buona profondità, ha prezzi invidiabili. E la cucina si destreggia tra un’eccellente tartara con uovo fritto pochè, una buona lasagnetta ai frutti di mare, un migliorabile risotto al pomodoro verde e guanciale (scotto e mal mantecato) e una inconcludente anatra, mele alla cannella e aceto balsamico.
Un buon punto di riferimento in città, in un luogo incantevole, aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Vale la pena prendersi una domenica, magari con una giornata primaverile calda.
Il pane
La battuta di fassone e l’uovo.
Salmone selvaggio appena marinato, cipolla di Tropea e uvetta, polenta croccante.
Fritto di calamaretti, porcini e crema di castagne del Brinzio.
Lasagna di mare.
Crema di carota e arancia, sarde e pomodoro cofit, cipollotto croccante.
Risotto al pomodoro verde e guanciale.
Filetto di fassone e fungo porcino.
Anatra, mele alla cannella, aceto balsamico.
Tonno scottato in guazzetto e crostone.
Cioccolato e Menta.