Recensione Ristorante
Un salto nel futuro partendo dall’esperienza del passato e dal know how di quello straordinario laboratorio che è stato il Bulli, ma visto in chiave nuova più moderna ed informale … quasi un Bulli in jeans.
Che sia questa la formula giusta per ridisegnare la ristorazione dei prossimi anni?
Un locale che guarda avanti, un felice mix fra ristorante, pub, cocktail bar, tavoli piccoli ma comodi e ben distanziati, atmosfera rilassata e rilassante dove abbiamo trovato una clientela eterogenea, coppie giovani e meno giovani, spagnoli e stranieri tutti pronti e concentrati per iniziare “l’experience”.
Sicuramente la creatura dei fratelli Adrià è stimolante già nell’aspetto e non lascia assolutamente indifferenti.
Sedici posti a sedere, divisi fra tavoli da quattro e da due, disponibili in orari variabili, prenotabili soltanto via internet e previo versamento di 50 euro a persona non rimborsabili. Un unico menù con la possibilità, che in questo caso diventa imprescindibile, di avere il “mariage” con i liquidi di accompagnamento e, non ultimo, la facoltà dopo le 23,30 e fino alle 2 di godersi un ottimo cocktail al bancone o comodamente seduti.
Ma cos’è veramente il 41 grados? Un ristorante? Un tapas
Con il termine spagnolo tapa, si indica un'ampia varietà di preparazioni alimentari tipiche della cucina spagnola consumate come aperitivi o antipasti. Le tapas spagnole sono preparate con ingredienti legati alla produzione alimentare mediterranea. Le tapa possono essere fredde, quando vengono preparate, per esempio, con le olive miste ed il formaggio, o calde, con polpo e calamari fritti. L'origine della parola... Leggi bar? Un cocktail bar?
Il 41 è tutto questo, ma molto di più. E’ un nuovo modo di intendere il mangiar fuori, non solo un’esperienza gastronomica, ma una serie di 41 servizi fra piatti, tapas, snacks abbinati a cocktails, vini e bevande varie, il tutto accompagnato da immagini e suoni proiettati sui vari schermi che circondano la sala e coinvolgono tutti i cinque sensi.
Una fucina di idee in continuo movimento, con menù che cambiano quasi giornalmente, proposte intelligenti e divertenti, uno staff giovane, preparato, sorridente e consapevole di far parte di un grande progetto sostenuto peraltro da sponsor e partner d’eccezione.
Si sta a tavola circa tre ore, ma il tempo vola e si fa il giro del mondo attraverso Messico, Perù, Giappone tra fusion
Fusion è una tipologia (o scuola) di cucina che combina elementi associati a differenti tradizioni culinarie per produrre menù o piatti non riconducibili ad alcuna tradizione culinaria precisa. Leggi e contaminazioni varie.
Tecniche d’avanguardia mai fini a se stesse, ma utilizzate per migliorare una materia prima già straordinaria di suo, cambi di textura che stuzzicano la mente ed il palato, amplificano il gusto senza distorcerlo.
Piatti veri e propri di alta cucina realizzati in pochi centimetri quadrati.
Un luna Park per gourmet curiosi, un luogo a cui avvicinarsi senza pregiudizi né preconcetti perché qui si fa grande cucina d’avanguardia. Una costola del Bulli che vive ora in centro a Barcellona e permette, anche a chi non è mai riuscito ad entrare nel tempio pagano di Roses, di capire quanto Adrià abbia influenzato e rivitalizzato la cucina degli ultimi 15 anni e quanto potrà ancora fare per quella del prossimo futuro. Il voto ? potrebbe anche non esserci … perché questo è un luogo fuori scala, in tutti i sensi.
il locale




L’ottimo Burlesque a base Vermouth
Il vermut, o vermutte, oppure vermouth, in grafia francese e vèrmot in quella piemontese, è un vino liquoroso aromatizzato creato nel 1786 a Torino. È riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano ed è un ingrediente primario di numerosi cocktail. Il vermut si beve soprattutto come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail, tra quali famoso è il Martini ma... Leggi

Gli snacks iniziali, già una dichiarazione d’intenti, qui si riesce a creare piccoli capolavori anche con pochi grammi di materia:
Albero del pistacchio, oliva di tonno, arachide croccante di miele, cotenna croccante con aceto e yuzu
Lo Yuzu è un albero da frutto distribuito nell'Asia orientale del genere Citrus. Si pensa che sia un ibrido tra il mandarino e il papeda. Il frutto è molto aromatico, il diametro è solitamente compreso tra 5,5 e 7,5 centimetri, ma possono arrivare anche a 10 centimetri. Leggi, crisalide di fiore di sambuco
Il sambuco è un genere di piante tradizionalmente ascritto alla famiglia delle Caprifoliacee, che la moderna classificazione filogenetica colloca nella famiglia Adoxaceae. I fiori del sambuco trovano impiego in erboristeria per la loro azione diaforetica. Con i fiori è possibile fare uno sciroppo, da diluire poi con acqua, ottenendo una bevanda dissetante che è molto usata in Tirolo, in Carnia... Leggi ripiena di mora

La crisalide ripiena

l’albero di pistacchio

Si prosegue con un omaggio al Mediterraneo: oliva Kalamata sferificata (di potenza incredibile), pomodoro essiccato e feta in infusione d’olio e erbe aromatiche. Il tutto abbinato a vino di Granada e arancia affinato in piccola botte di Ratafià, per donargli maggiore dolcezza.



Tentacoli di polpo, piccanti, liofilizzati e fritti e croccante di alga Nori e quinoa, praticamente le patatine del nuovo millennio, da mangiarne un barile

Il cocktail in abbinamento dal gusto piuttosto orientaleggiante

La perla nell’ostrica realizzata con sesamo nero

Pera impregnata di succo di barbabietola

Airbaguette di jamon iberico Joselito 36 mesi riserva, spaziale cosa lo dico a fare

Due omaggi al nostro Parmigiano:
ramo di parmigiano: cono friabile ripieno di eterea, ma saporitissima spuma

Carciofo immerso in terra di parmigiano e acciuga

Passiamo ora al tema del caviale:
Caviale e nocciole

Con vodka alla nocciola

Ostrica, Borch e nocciola

E ora un omaggio dichiarato al Noma, paesaggio nordico

Ravanello, crema fresca…

Pane tostato, manzo, crema…

Si prosegue il viaggio passando per il Messico:
Con uno splendido margarita in sfera

Ravioli di mais, lime e chipotle
Col nome Chipotle o Chilpotle si indica un peperoncino affumicato usato nella cucina messicana. Più che una varietà di peperoncino, è una modalità di preparazione che difficilmente si trova fuori dal Messico. Si ottiene con un lungo processo di affumicatura di peperoncini di varia specie, principalmente della varietà Jalapeño. Si consuma secco e affumicato aggiunto alle pietanze, in escabeche ovvero reidratato in aceto,... Leggi

Infladitas di agnello con cenere di chilimole

Paesaggio Peruviano
Taco Don Pedro e il suo cocktail

Ceviche
La cevice è una ricetta a base di pesce o/e frutti di mare marinati nel limone, uniti ad alcune spezie come il peperoncino e il coriandolo. Preparazione tipica della gastronomia di alcuni paesi dell'America Latina che si affacciano sull'Oceano Pacifico quali: Colombia, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Messico, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Guatemala. Leggi di orata con la sua insalata


Aletta di pollo con l’ossicino di formaggio

Il Giappone:
Temaki di tonno piccante, uova di pesce volante, cono friabile di alghe

Lumaca di mare, ovvero un canolicchio che si innamora di una lumaca

Cozze con burro bianco allo yuzu

Spaghetti di seta e seppie

Ravioli con galletti, crema di pinoli e tartufo nero

Una splendida tagliata con gelatina di aceto, salsa bernaise e patate soffiate

Judias 2012: fagioli, salsiccia, brodo molto denso una vera esplosione di sapore

E la birra scura in abbinamento

Castagna di ricotta

Poteva mancare il formaggio?
Fonduta di formaggio di capra e tartufo nero

Da spalmare su delle impalpabili e meravigliose meringhe al miele


Nitro ananas


El mundo dulce
Coquitos

Il cocktail

cup cake di fragola, cheese cake

Sablé di tè verde e mandarino

Meringa di ribes, gelato di yogurt e limone

Caffè

Nocciolo di pesca e noce di cioccolato bianco

Roccia mimetica, bon bon di lime e zenzero
Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi

Ancora qualche cocktails per finire la serata




















17 Comments
Molto, molto interessante.
Un Bulli in sedicesimi….
Che meraviglia! Grande piacere per questa recensione. PG sempre avanti!
Trovo intanto conferma che gli Adrià non hanno mai abbandonato quello che è uno dei decisivi nuclei dell’originalità e del valore della loro cucina, quello della capacità di articolare tutta una costellazione di temi da sviluppare sull’ordine della quarantina di passaggi in varie maniere emozionanti, col risultato di arricchire gusto e cultura nonché divertire stimolando mai stanchi e sempre curiosi dall’inizio alla fine loro ospiti, come era stato nel caso del tavolo al quale ero seduto a elbulli lo scorso anno.
Vorrei però riprendere il discorso su Albert Adrià. Ho avuto modo di parlare il mese scorso con Davide Cassi, ben noto scienziato quanto appassionato di buona cucina, il quale ha conosciuto tanto Ferran che Albert. Dalle sue parole sono venuti fuori un Ferran determinato, creativo, vulcanico, motore di ElBulli come tutti sappiamo, e che ha costituito un prima e un dopo nella cucina mondiale, ma anche un meno conosciuto, e forse anche storicamente un po’ trascurato, Albert, nel suo ruolo di organizzatore, sistematizzatore di una situazione, di una ricerca.
Albert in teoria, e credo sia ancora così nell’immaginario collettivo, a El Bulli si sarebbe interessato invece solo della parte dessert. Albert arriva a El Bulli nel 1985 all’età di 15 anni! Lavora in tutti i reparti del ristorante, compie esperienze in luoghi di eccellenza in Spagna e Francia. Capisce a un certo punto che il mondo dove coniugare il suo ‘esprit de géométrie’ col suol ‘esprit de finesse’ è quello della pasticceria, della quale si appropria intanto di tutte le basi classiche ma, come già il fratello maggiore, per poi andare oltre, per aprire nuovi mondi (…deve trattarsi di una particolare sequenza di geni nel dna di famiglia!).
Teniamo intanto presente che la simbiosi di dolce e salato parte a El Bulli molto presto ma in modo più deciso dal 1992 (vale a dire ormai 20 anni fa!): da allora tra i due mondi dolce e salato non c’è più separatezza ma interscambio di termini, tecniche e concetti.
Tutta questa evoluzione viene sistematizzata da Albert tra il 1997 e il 1998. A questo proposito, dopo essere stato a ElBulli la prima volta, avevo acquistato lo splendido volume di Albert (“Los postres de el bulli; ed. Peninsula, 1998), un testo incredibilmente strutturato, come credo mai prima di allora un libro di ‘pasticceria’. Strutturato e lucido nel pensiero, quanto, al di là del possibile uso tecnico (procedure, vecchie e nuove, più n ricette), bello in sé. Capolavori, opere d’arte in tutta evidenza (visivamente intanto, ma soprattutto gustativamente, come inferisco, vedendo il risultato e leggendo le ricette, per estensione dalla mia esperienza gustativa), come per esempio prendo solo qualche titolo tra le tante ricette (scusate per la mancanza degli accenti):
“bacon-pinones-anis-pedro ximenes”
“chocolate en texuras con albaricoques”
“chocolate y citricos”
“lichis-remolacha-café-coco”
“limon-anis-platano-aguacate”
“tarta acida”
“zanahoria-jengibre-miel”
e
… “chocolate blanco-mango-oliva negra”.
Metto questo per ultimo perché è l’unico di quelli elencati che ho mangiato e perché a partire da allora è cambiata la mia visione comprensione idea del mondo dessert nell’alta cucina contemporanea.
Detto in sintesi, dal basso verso l’alto in una coppa: una base di purè di mango, una parte più consistente di granita di cioccolato bianco dall’interessantissima texture, strisce di purè di olive nere caramellizzato, 4 cristalli di sale Maldon.
In definitiva un ‘dolce’ che aveva messo in campo tutta una serie di contrasti tra più rassicuranti e più sorprendenti e di stimoli che non lasciavano cadere sedere il gusto, con equilibri e connessioni tra i tre ingredienti in certo qual modo perfette.
Ma poi lasciato elBulli nel 2006 Albert aveva iniziato un suo percorso, ora ricongiunto al fratello nella presentazione dello stile della casa in modo più accessibile, ma, a quanto vedo e leggo nella bella recensione di Luca, tuttora di straordinario valore e interesse.
Grazie.
Ho poche parole da dire perchè sono ancora qui con la bocca aperta per la meraviglia,se tutto è buono quanto è bello………
Just reserved.
L’emozione non ha voce!!!
Sono arrivato ad un passo di prenotare, poi il rischio di perdere i 100€ mi ha bloccato ad un passo dal click.
Forse tra un paio di mesi maledirò quel momento, e il locale sarà fully booked per l’anno successivo…
La mia domanda (non polemica, ne’ retorica) è: è questo il miglior modo di spendere 250€ in un pasto in catalogna?
Al momento secondo me sì, io ho provato la sera prima El Celler de Can Roca che è comunque un grande ristorante e costa un pochino di meno, ma se dovessi consigliare uno o l’altro consiglierei il 41 a mani basse soprattutto se non si è mai stati al Bulli
C’è una recensione in arrivo anche per il Celler? Altrimenti posso chiederti di descrivere a grandi linee l’esperienza, solo per farmi un’idea? Sul Celler si è letto tanto un po’ ovunque, ma ci tenevo ad avere un’opinione recentissima.
Grazie
E’ in arrivo anche una recensione dei Roca
SPAZIALE
Complimenti, bellissima recensione, viene voglia di partire al volo! Volevo solo precisare a beneficio di tutti quelli che magari non riescono a trovar posto al “ristorante”, e si trovano a Barcellona, che, finito il servizio della cena, il cocktail bar è aperto a tutti (dalle 23:30 alle 02:00)!
Very nice! Thanks for sharing. It seems that the overall menu is the same I had in June 2013..
Thank you Aiste.
Yes, we saw your pictures on FB and it seems that the dishes are nearly all the same.
We look forward to reading your review on Luxeat blog!
Buongiorno, avevo intenzione di provare il 41 Grados e volevo un consiglio sull’opportunità, o meno, di richiedere l’abbinamento dei vini.
Che opinioni avete in merito?
Grazie in anticipo,
Raimondo
Indispensabile.
Devi assolutamente richiedere l’abbinamento che è una parte fondamentale del percorso degustativo e non consiste soltanto nell’abbinamento con vini, ma anche cocktails, distillati ecc. che completano i piatti e gli snacks proposti
Grazie, me l’aspettavo ma una conferma fa sempre piacere!