Ristorante La Peca, chef Nicola e Pierluigi Portinari, Lonigo (VI) di Roberto Bentivegna
Valutazione
Pregi
Difetti
Questa recensione aggiorna la precedente valutazione che trovate qui
Recensione ristorante.
Che rumore fa la felicità?
Può essere il tintinnio dei bicchieri e delle posate.
La frenesia dei movimenti che si intravedono in cucina attraverso l’oblò della porta.
Il tartufo tagliato a lamelle, il fruscio delle tovaglie, la compagnia, la convivialità.
Sì, per noi appassionati di ristoranti, la felicità è anche tutto questo. Non importa se non ci capiscono, se ci chiamano onanisti, malati, eccessivi.
Sì, va bene, lo siamo, e siamo felici di esserlo. Disposti a tutto per la serenità che ci regala la tavola.
Come quando guardi l’orologio, in una giornata nebbiosa di fine novembre, seduto al tavolo di questo grandissimo ristorante, e ti accorgi con stupore che sono già passate tre ore da quando hai varcato la soglia di ingresso. Il tempo vola in compagnia della buona cucina.
Allora puoi rivedere anche alcune idee che ti eri fatto in una precedente visita, convinto che a questa cucina mancasse complessità.
Solo lo sciocco non cambia mai idea, e io ho visto nei Portinari Bros una evoluzione incredibile.
A questa è legata la valutazione, forse leggermente generosa, ma in linea con la piacevolezza dell’insieme e la personalità di questa cucina.
Leggerezza, gusto ma anche contrasti, contrapposizioni amarotiche, acide, dolci.
Il senso di “casa”, quello è sempre lo stesso.
Le ore qui corrono, al cospetto di una cucina che sa muoversi con uguale disinvoltura tra il Veneto e il resto del mondo, tra piatti “di pancia” e piatti “di testa”, senza mai perdere di vista la centralità gustativa e il gioco dei contrasti. E poi leggerezza, tanta, quasi un vessillo a questo indirizzo.
Si respira la memoria della gastronomia, filtrata con grande personalità.
Ne è un esempio la prima “stretta di mano”, rappresentata da un’Ostrica su patata in saorParticolare metodo di cottura e di conservazione di materie prime ittiche. Il pesce viene prima infarinato, poi fritto e infine disposto a strati con cipolle cotte in agrodolce, pinoli e uvetta passa. Celebri per questa preparazione sono le sarde in saor venete.... Leggi e gelo di mela verde al Calvados, finale lunghissimo per un piatto, prima di tutto, divertente.
Ma è una bella foto dello stato dell’arte qui a Lonigo City lo scampetto rosolato con collosità di maialino, crema di castraure e clementina al tè affumicato e zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi.
Piatto favoloso: trippa del maialino cotta tradizionalmente, raffreddata e frullata, il vero turbo di una preparazione in virtuoso equilibrio; leggera nota affumicata e acida in chiusura a ripulire il palato. Chapeau.
E non si può non nominare almeno il risotto alla Pescatora, altro piatto-manifesto dei Portinari.
Mantecatura leggera per lasciare spazio alla espressività del Riso De Tacchi, tavolozza di crudi, polvere di pomodoro, melanzana, alghe. La riproposizione della bandiera italiana non è puramente casuale. Eccoti rifatto il più inflazionato dei risotti italici, ma qui, signori, si gioca in un altro campionato. Da ordinare a occhi chiusi.
Due parole anche sul piatto “de panza”? Eddai…perché qui si soddisfano anche gli istinti primari. Vedi gli Spaghettoni Cavalieri alla carbonara di capesante e tartufo bianco.
La Pasta, gente, la pasta: il più potente tra gli antidepressivi. Veni, vidi, godi.
Siamo alti, ma proprio alti.
Anche di pasticceria, a mio avviso tra le 2-3 migliori dello Stivale. Non puoi non stupirti quando poi Pierluigi Portinari ti dice di essere autodidatta…così, in leggerezza.
Ma c’è qualcosina che non mi ha convinto? Beh sì, ed è l’unico piatto che mi ha ricordato la precedente visita: Polenta di mais Marano, purea di cavolfiore, sugo e lingua di vitello alle spezie con sensazioni lattiche di bufala.
Indiscutibilmente buono, ma monocorde, troppo virato sul morbido-dolce. Forse è mancata proprio l’acidità del latte di bufala, ma il risultato è lontano dalla piacevole complessità degli altri piatti.
Servizio dal sorriso vero, coordinato da Cinzia Boggian (autrice anche di tutti i centro-tavola).
La carta vini non è da meno, con tanta attenzione a quelli che qui si sono divertiti a chiamare “i vini fuori dal coro”.
Tutto per voi, da chi interpreta questo lavoro come una missione.
Dispensare felicità non è proprio cosa da tutti.
Ostrica su patata in saor e gelo di mela verde al Calvados
Colori, armonie e complessità nelle verdure d’autunno
La portata vegetariana è sempre molto insidiosa, il rischio “banalità” è alto quando si gioca di sole verdure e affini. Ma i Portinari bros svangano anche questa e se ne escono con un piatto da grande scuola. L’aria è di cavolo cappuccio rosso fermentato, farà storcere il naso a qualche talebano in crociata anti-spumoide ma è estremamente funzionale alla completezza gustativa del piatto.
Scampetto rosolato con collosità di maialino, crema di castraure e clementina al tè affumicato e zenzero.
Riccioli di pesce spada con le sue uova su crema di mandorle dolci, albicocca e tè al gelsomino: il pesce spada e la sua Sicilia
Uovo croccante con cavolo nero, albume, riccioli di pancetta e tartufo bianco
Polenta di mais Marano, purea di cavolfiore, sugo e lingua di vitello alle spezie con sensazioni lattiche di bufala.
Acquario dell’Adriatico: vari ravioli di pesce e crostacei con verdure e alghe
Risotto alla Pescatora
Spaghettoni Cavalieri alla carbonara di capesante e tartufo bianco.
Capelli d’angelo con gallina padovana e le sue rigaglie alla salvia
Sella di lepre con arance amare e marroni in crema al prunolo e salsa civetIl civet è un metodo di cottura particolarmente adatto alla selvaggina, che consiste nel cuocere la carne a fuoco lento in una salsa a base di vino, sangue, verdure e spezie.... Leggi
Sorbetto al latte di mandorla con essenza di fichi d’india e mosto cotto
Crema di marroni calda e croccante con variegato di cachi e melograno
ParfaitIl parfait è una preparazione dolce di origine francese: si tratta di un gelato del tipo semifreddo, leggero, molto delicato e soffice come una spuma, confezionato con un unico composto di base (frutta secca, cioccolato o anche prodotti salati e vegetali).... Leggi al pepe verde di Sarawak con rapanelli, spinaci,arance e tartufo nero
Ravioli croccanti alla crema brulèe in zuppa di mojito analcolico e frutti di bosco
2 compagni di viaggio (il secondo dalla cantina personale Bentivegna di cui gentilmente è stato concesso lo stappo, vino che non necessita commenti se non un bel “clamoroso”)
il pregio : cucina di grande leggerezza…
il difetto : …che potrebbe ancora spingere il piede sull’acceleratore
Ristorante La Peca
via Giovanelli, 2 – 36045 Lonigo (VI)
Tel. 0444.830214
Menu: 110-120 euro
Prezzo medio alla carta: 125 euro
Chiuso: Domenica sera e lunedì, nei mesi estivi anche domenica a pranzo
Visitato nel mese di Novembre 2011
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Roberto Bentivegna
wow!
Ri-wow...
wow wow wow
hanno fatto il salto di qualità allora? andai 2-3 anni fa, cucina tecnicamente perfetta ma poche emozioni. Speriamo di tornarci prima o poi