Il Piastrino, Riccardo Agostini. Pennabilli – di Alberto Cauzzi

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
DIFETTI

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Recensione ristorante.

Questa è prima di tutto una storia d’Amore. Quella tra Claudia e Riccardo, uniti sin da ragazzini ed ancor più oggi nel loro stupendo progetto di vita : due graziose figliole ed il loro ristorante, incastonato nella fu capitale del Montefeltro, quel Pennabilli che è lontano da tutto e da tutti. Per arrivare in questo grazioso borgo a cavallo tra Romagna e Marche occorre impegnarsi non poco. Ma che bello percorrere quei tornanti, in un afoso e grigio pomeriggio di Maggio, per poi giungere in un luogo affascinante per quanto è lento, calmo e silenzioso.

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Mi accolgono nella loro casa in pietra Riccardo e Claudia, scaldata anche di Maggio da un leggero ardere di camino, nella sala principale. E , anche se soli al tavolo, quasi naturalmente vi capiterà di fare amicizia con un tavolo a fianco, perché qui al Piastrino si respira Amore ovunque. Perché qui a farvi sorridere non sarà solo la gentilezza e premurosità di Claudia, l’ambiente caldo, protettivo e piacevole, la faccia da eterno ragazzo di Riccardo. Qui a farvi gioire sarà anche la sua cucina, equilibrata ma forte, fantasiosa ma anche ben piantata con i piedi per terra, concreta e sincera quanto basta. Non dimentichiamo poi che al Piastrino troverete ciò che i cari amici di Omnivore hanno identificato come il prototipo del bistrot d’autore anni zero dieci. Tanta informale ma concreta accoglienza, preparazioni curate ed eleganti, prezzi da Discount. Il menù degustazione a mano libera, di dieci portate, è a 65 Euro. Esistono poi due menu degustazione, rispettivamente da 4 e 5 piatti a 38 e 45 Euro, alla carta non spenderete più di 50 euro per 4 piatti. In stagione troverete fantastici prugnoli e tartufi, a cui è dedicato anche un apposito menù. Ogni piatto è poi impreziosito da una misticanza aromatica, da un fiore, un frutto o un’erba di questi fantastici luoghi. Una cucina diretta, schietta, a tratti anche golosa, a cui non manca mai l’equilibrio. Una cucina che può piacere a tutti ma che può anche far felice il gourmet che si spinge sino a qui.
Biglietto da visita del piastrino il cous cous di Cavolfiore con coppa di mora romagnola avvolta in fetta di arancio e bicchierino di salsa di stridoli, ricotta e uovo pochè di quaglia, impreziosito da una fetta di simil bacon di prosciutto di Carpegna. Qui tutto lo stile di uno dei maestri di Riccardo, in quel di Baschi, che tende a sovrastrutture complesse. Ridondanza che poi da Riccardo verrà spesso abbandonata da una più genuina e monacale essenzialità. Il battuto di vitellone con fave, pecorino e pagnotta tostata sarebbe perfetto se non fosse per la spolverata di pecorino, pleonastica. La salsa, leggermente aromatizzata al pepe, impreziosisce a dovere il resto degli ingredienti, in cui sostanzialmente c’è un inno alla materia prima. A seguire un baccalà cotto nell’olio con crema di ortiche e paprika a cui è mancato un contrappunto acido per decollare. Interessante comunque la nota amara fornita dalle ortiche. Ottimo e completo lo storione con cremoso di bruschetta (cazzarola, salsa da far sobbalzare sulla sedia!), chiodini, lardo e mirtilli ed un piccolo assaggio di uova del prezioso pesce. Tutto importante, ogni cosa al suo posto. Piatto barocco ma riuscito negli equilibri gustativi. Piccola digressione, utile in questo caso. Troverete in carta storione, gamberi di fiume, salmone. Perché in un ristorante moderno che offra ospitalità con attenzioni attuali non è più pensabile non poter offrire piatti vegetariani e preparazioni di pesce. Non si possono obbligare tutti gli avventori a degustazioni restrittive, ecco allora che Riccardo, più che presentare Cappesante, Ostriche e Scampi, ha giustamente pensato di lavorare prodotti ittici che potrebbero, anche se lo sappiamo non lo sono, essere stati pescati nei fiumi vicino a Pennabilli. Bravo e Chapeau per questo sforzo, decisamente da premiare. Ritorniamo a terra, pardon, anzi riprendiamo il volo con un interessantissimo cotechino di coniglio al vapore, crema di piselli novelli, ravanelli, aceto balsamico e rape rosse. Piatto dagli equilibri gustativi centrati, perfetto. Ottimi, e meno male che li ho scelti, i cappelletti di piccione in salmì con brodo profumato ai fiori di Sambuco, piatto del viaggio per quanto mi riguarda. Brodo fine e persistente, impreziosito dalla nota del sambuco, cappelletti originali e gustosi. Intrigante anche il successivo e spiazzante riso Carnaroli ai pomodorini Vesuviani, capperi, limone ed acciuga. Una delle rare digressioni non autoctone. Riso cotto alla perfezione, la nota acidula dei pomodori e delle zeste candite dei limoni unita alla sapidità dei capperi, delle acciughe ed al finale contrappunto vegetale delle erbe … la quadratura del cerchio. Sarà banale direte voi, sarà un insieme di deja vù … non mi importa, questo risotto è da doppia ola carpiata, powered by Sararlo 🙂
Ottima l’Anatra laccata al Miele, verdure primaverili e cipollotti dorati. Oltre ad una stratosferica materia prima, autoctona e non la solita canette de Barberie allevata in batteria, accompagnata da agretti e verdure anch’esse da manuale. La laccatura, quasi impercettibile, armonizzava perfettamente con la grassezza e la cottura au sang del volatile. Grande piatto di grande tecnica, bravo Riccardo !
Finiamo con un dolce anonimo, anche se piacevole, pane e raveggiolo alla vaniglia, salsa d’ananas e maggiorana.
Piastrino a Pennabilli, un luogo che vale la deviazione …
P.S. Ho optato per il blu, anche se proprio blu non è sino in fondo, perché credo che questo sia il pensiero che Riccardo ci voglia trasmettere con la sua cucina. Sapori della tradizione, materia prima ottima, tecniche, elaborazioni e presentazioni moderne. Aggiungo che la valutazione attuale è ritoccata verso l’alto, perché questa cucina può e deve crescere ancora, perché questo locale è un valido esempio di cosa dovrebbe essere la ristorazione di qualità, fatta di materia prima ineccepibile, cotture e preparazioni ottime, prezzi da primato … e perché la storia di Claudia e Riccardo è una bella storia, una storia d’Amore.
I bu

Andè a di acsè mi bu ch’ i vaga véa,
che quèl chi à fat i à fat,
che adèss u s’èra préima se tratòur.
E’ pianz e’ cór ma tótt, ènca mu mè,
avdài ch’i à lavurè dal mièri d’an
e adès i à d’andè véa a tèsta basa
dri ma la córda lònga de mazèl.

Tonino Guerra

Pre – antipasto.

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Tartare.

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Storione.

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Anitra.

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Baccalà.

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Risotto.

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Cappelletti.

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Coniglio.

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Manzo.

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Dolce.

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il pregio : Il camino in sala, piacevole anche a maggio.

il difetto : Pennabilli è lontano da tutto, bisogna andarci apposta

Ristorante IL PIASTRINO
Riccardo Agostini
via Parco Begni, 5
61016 Pennabilli (PU) – Zona Val Marecchia
Chiusura : martedi’ e mercoledi’
Telefono e Fax: 0541 928106
Email: info@piastrino.it

http://www.piastrino.it

Visitato nel mese di Maggio 2010

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Alberto Cauzzi

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14 Comments

  1. emanuelle ha detto:

    Claudia e Riccardo, Marie e Serge. Aggregazioni di famiglia e di lavoro che vanno avanti per amore e non per organizzazione manageriale.
    Che serata romantica!

  2. Pierpaolo ha detto:

    Pennabilli oramai è Rimini, non Pesaro.
    Un altro capolavoro delle autonomie locali di stampo leghista.

    • andrea ha detto:

      da wikipedia: Nell’Italia unita il comune di Pennabilli è appartenuto alle Marche (provincia di Pesaro e Urbino) fino al 15 agosto 2009, quando ne è stato distaccato congiuntamente ad altri sei comuni dell’Alta Valmarecchia in attuazione dell’esito di un referendum svolto il 17 e 18 dicembre 2006. Su questa variazione territoriale, pur pienamente in vigore, incombe il ricorso della Regione Marche alla Corte costituzionale.

      • Raffo ha detto:

        veramente Pennabilli è stato RI-ANNESSO,su loro richiesta peraltro,visto che storicamente tutto quel pezzo di Valmarecchia è sempre stata Romagna…

  3. piergiovanni ha detto:

    Sicuro che la lontananza sia un difetto ? 🙂

  4. andrea ha detto:

    nei difetti al locale,potevi pure segnalare il fotografo 🙂

  5. velavale ha detto:

    ecco questa casa è diventata il mio 2° posto del cuore dopo il povero diavolo
    anche se è da lì che ho iniziatio ad amare la cucina di riccardo ed è sin qui che l’ho cercato qunado se ne andò..
    e ogni volta che voglio assaporare le mie valli, perchè è qua che sono cresciuto, o che voglio scappare dalla frenesia della riviera, come ora che arriva la notte rosa, è quassu che fuggo a respirare la pace del piastrino..

  6. velavale ha detto:

    lontano è una parola grossa
    diciamo a debita distanza…

  7. l'a ha detto:

    Ciao a tutti.
    Tra le migliaia di recensioni che si possono leggere sui molteplici blog del settore voglio finalmente inserirne anche una mia personale.
    E’ una soddisfazione che mi voglio levare dopo l’ultima strepitoso pranzo di una lunga serie (almeno 8 negli ultimi 7 mesi) che ho avuto il piacere di fare oggi al Piastrino.
    Conosco benissimo Riccardo ed ho avuto la fortuna negli anni di seguirlo nei suoi spostamenti, di apprezzarlo immensamente come chef (chef a 360°: geniale, rigoroso, appassionato e, per quello che mi riguarda, grande maestro), di volergli bene come persona e di ammirare la dedizione ed il sacrificio che ha messo nel creare il suo scrigno. Mi fa anche un po’ ridere l’idea di recensire ciò che fa…. Mi sembra quasi irriverente. Ci vuole molto rispetto e conoscenza per parlare del lavoro di cuochi a questi livelli. Quindi più che recensire vorrei consigliare. Partendo da un dato di fatto: 8 pranzi, almeno 50 piatti assaggiati e mai un fallimento, un piatto sotto tono, un’imprecisione nei sapori o nell’esecuzione. Segno di una testa che funziona alla perfezione, ma anche della capacità di trasmettere alla brigata la necessità di precisione ed attenzione che per questi standard è fondamentale. Oggi qualche piatto su tutti: budino di topinambur con alici e tartufo nero: sapore pieno, rotondo e morbido, consistenze gradevoli, una gioia del palato. Risotto al finocchio con aringa affumicata e le sue uova….. strepitoso… come ogni suo risotto del resto… Filetto rosa di cervo marinato al gruè con crema di noci…. Incredibile. Plum cake all’olio con olive nere caramellate, yogurt e gelato al frutto della passione: che spettacolo.
    Mi piacerebbe parlarvi di tutti i piatti che ho mangiato al Piastrino, ma ho un’idea migliore: fatevi una bella gita a Pennabilli (che tra l’altro con la neve è molto pittoresca) e provate tutto ciò che la vostra pancia riesce a contenere, fatevi coccolare da Claudia e godetevi un buon vino consigliato dal bravo sommelier…. Più di così è difficile immaginare….

  8. velavale ha detto:

    eccoci…
    menu tartufo arrivato e pure noi con lui
    giornata novembrina di san martino con cielo variegato e piogerella
    si punta verso la alta valmarecchia e la casa del piastrino
    in sala camino acceso nonostante fuori nn sia un gran freddo ma tiri un gran vento
    ci accoglie la padrona di casa con il solito garbo…
    saluto dalla cucina con uovo di quaglia e porcini + bon bon di fegato e fave di cacao… deliziosi.. per fare capire da subito che qua non si skerza…
    2° saluto bollente cassoncino alle ortiche … perfetto
    pane spettacolre con sfogliata di piadina come new entry di cui vorremmo ricetta…
    io vado deciso sul menù tartufo
    uovo + tagliatelline + quaglia (dettagli sul sito)
    la mia signora
    su macedonia di finferli, cappelletti e battuta.
    i 2 antipasti si somigliano molto ma segnalo che il tartufo dona al piatto un eleganza e un equilibrio maestosi…e si tratta di 2 uova a porzione
    tagliatelline perfette come cottura spessore mantecatura a cui aggiungo un extra di tartufo per pura golosità..(profumoso)
    quaglia FENOMENALE… golosa, preziosa equilibrata e infinita (suonino le trombe turchetti)
    bevuto al bicchiere di cui purtroppo ricordo solo il pinot nero focara di mancini
    guidati dal nuovo entrato (almeno per noi) sommelier… che dimostra di sapere il fatto suo…
    assaggio dalla signora i cappelleti con belle scaglie di porcini ..goduriosi
    date le porzioni tutt’altro che risicate e la bonta del pane non resta posto x i dolci
    caffe (senza coccole ……snif snif) e acqua per 164 euri in 2.
    L’impressione è quella di uno chef in crescita continua, la cui passione traspare da ogni dettaglio…. che si ostina a fare grande cucina a prezzi UMANI (grazie e grazie e ancora grazie).. ma non ditelo troppo in giro…
    forse il miglior pranzo di sempre al piastrino e data la giovane età (41 aa) ci aspettiamo delle belle sorprese
    salutiamo felici come 2 pasque chef e consorte
    li ringraziamo per la loro resistenza …….

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