Innocenti Evasioni, Milano. Orson

VALUTAZIONE

Cucina Classica

12/20

PREGI
DIFETTI

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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Se Atene piange, Sparta non ride…
La dialettica Roma-Milano sulla qualità della ristorazione delle due maggiori città italiane sembra purtroppo improntata a chi sta meno peggio. E se nella capitale gli indirizzi di alta gastronomia sono in numero inaccettabile in rapporto alle altre grandi capitali europee (e alla qualità e storia della nostra cucina), la situazione meneghina non ci può consolare.
Il ricordo di una visita remota nel tempo e piuttosto anonima contrastava con i recenti riconoscimenti e le belle foto sul sito: insomma, entrando da Innocenti Evasioni mi aspettavo una bella serata.
E’ stata, invece, una serata interessante e pregna di spunti di riflessione su alcune tendenze recenti, su cosa si aspetta il “pubblico”, su alcuni equivoci probabilmente involontariamente generati dagli stessi appassionati come noi. Ma no, non la definirei una bella serata.

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Il locale è in una zona di Milano piuttosto periferica e non bellissima, in una stradina un po’ nascosta: come dire, non ci si capita per caso.
Si viene accolti con garbo e condotti in una sala che ha un atout davvero inusuale: un giardino zen molto bello su cui si affaccia per l’intera lunghezza con una grande vetrata.
Sala piena ( buon segno? ), diversi “VIP” ( brutto segno? ): decido di non farmi influenzare. E nemmeno dal fatto che grissini e una sorta di cialda con riso soffiato siano già sulla tavola ( spesso brutto segno ).
La carta non è amplissima, 5 di tutto, qualcuno in più i dolci e si può pescare 4 piatti a piacere a una cifra ragionevolissima a queste latitudini: 51 euro. Decido di resettare i precedenti presagi negativi e ammiro il giardino.
L’amuse-bouche ( branzino marinato con mandorle, arancia e insalatina ) non mi entusiasma ma è corretto, a parte l’insulsa forchettina con cui si può raccogliere con fatica il pesce ma è impossibile prendere il resto.

Come antipasto, pesco in carta l’“indivia belga leggermente caramellata, gelatina al campari, cipolla di tropea, biscotto salato”: bella sfida, penso, una cosa da Inaki, chissà come se la cavano con tutti questi toni amari e dolci. Male. A essere provocatori si potrebbe tentare di proporlo come pre-dessert, se almeno si facesse in modo che il biscotto non diventasse così molle.

Ai primi decido di provare le due cose apparentemente più distanti: “riso carnaroli Acquerello mantecato con cipolle stufate e vino rosso, soffice di Castelmagno e noci” e “Orecchiette di pasta (sic) ai pomodori essiccati, mantecate con cime di rapa e filettini di rombo”. Sul concetto di mantecatura nel primo piatto si potrebbe discutere a lungo: il riso naviga in una sorta di “brodo” dolciastro e il soffice di castelmagno, insapore, solo grasso, si spiega unicamente come corredo grafico al riso stesso. Un mio commensale molto cortese lo rimanda indietro quasi pieno e alla richiesta, gentile, di indicazioni da parte dello staff, trova un elegante eufemismo : un po’ acquoso. Diciamo così. Le orecchiette, impresa difficile, sono passate di cottura, la mantecatura è solo un po’ migliore della precedente e il rombo nel piatto fa vita abbastanza autonoma.

La “coscia di anatra confit in olio extravergine, radici amare e pere glassate, salsa ai grani di senape” sulla carta è un approdo più tranquillo ed è bella nel piatto, ma appena lascio agire il coltello la pelle si stacca: crousti-moelleuse all’attesa, molliccio il risultato, peggiorato dalla composta di pere e radici (ancora stucchevole l’abbinata dolce-amaro non contrastata dagli aneddotici grani di senape).

Sui dolci spaziamo in lungo e in largo: “morbido fondente al caramello biscotto al cioccolato e frullato di mango”, “millefoglie ai marroni, crema al mascarpone e gelato al rum” e “meringata cremosa ai lamponi e gelato all’aceto balsamico”. Indubbiamente realizzati con cura alla forma, ma la coerenza al palato latita (dov’è l’aceto balsamico nel gelato? Perché nella millefoglie non sento il burro?) .

I piatti, come detto in apertura e nel corpo del testo, sono quasi tutti belli e ben presentati, e pescano a piene mani nel campionario dei totem della nuova cucina di qualità ( riso acquerello, contrasti , pesce “alto” e pesce azzurro, tradizione locale italiana e scuola d’oltralpe ecc. ) ; sono dei simulacri che rispondono del tutto alle aspettative estetiche e alle abitudini di chi va “ per i mari ” della ristorazione contemporanea. La delusione al palato, l’evidente implausibilità di molte concezioni e realizzazioni, però stridono e spingono ad amare considerazioni sulle capacità critiche proprie o altrui ( Quanti dei nostri beniamini hanno lo stesso successo? Dove sbagliamo? Dove sbagliano?).

Una nota di merito finale al giovane sommellier: professionale e simpatico, felice di vederci bere bene (rimarchevole, ad esempio, Gevrey- Chambertin 2006 del Domaine Trapet), fiutata la passione sa proporre con eleganza anche vini di fascia molto alta (non esitiamo a credere che, vista la clientela, il colpo riesca abbastanza spesso) ed accettare con stile il rifiuto…

Pre-antipasto.

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Indivia belga leggermente caramellata, gelatina al campari, cipolla di tropea, biscotto salato

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Polpo bollito e insaporito con salsa di peperoncino di Espelette, broccoli e olive.

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Bigoli al torchio al finocchietto, sugo di anatra e friabile al pecorino.

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Orecchiette verdi mantecate con cime di rapa e filettini di rombo.

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Patata farcita con formaggio di alpeggio, servita con spezzatino di cardi alla crema di latte

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Cotechino dell’Alfredo, purea cremosa di patate, riduzione balsamica e battuto di tartufo nero.

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Meringata cremosa ai lamponi e gelato all’aceto balsamico.

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Millefoglie ai marroni, crema al mascarpone e gelato al rum.

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il pregio : Il giardino zen.

il difetto : Una cucina attenta, accettabile, ma solo all’occhio …

Innocenti Evasioni
Via Privata della Bindellina , 2
20155 Milano
Tel. ( +39 ) 02 33001882
Fax 02 89055502
Prezzo alla carta: € 65
Menu: €47, € 51, € 68
Chiusura settimanale: Domenica

http://www.innocentievasioni.com/

Visitato nel mese di Gennaio 2010

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Orson

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65 Comments

  1. Kriss ha detto:

    Una cucina specchietto per allodole. Allodole Michelin.

  2. franz ha detto:

    Presidente, sono fuori tema…
    ma avevi promesso, tempo fa, recensioni toscane…
    Io aspetto con curiosita’!
    Saluti.
    PS A proposito di Milano, ho ricevuto un pessimo parere da un amico su Il Luogo. Rimasto molto deluso; solo una serata sbagliata o qualcosa di piu’? Rapporto qualita’/prezzo veramente pessimo a suo dire….

  3. fabio fiorillo ha detto:

    caro Franz,
    a breve sarà pubblicata sia una scheda toscana, sia la scheda de Il Luogo di Aimo e Nadia, visitato il giorno dopo Innocenti Evasioni

  4. azazel ha detto:

    certo che siete andati tutti assieme a sparare sulla croce rossa..ben poche cose si salvano qui..però i piatti con i bigoli al torchio in genere li azzeccano il vostro com’era?
    l’ultima volta che ho visto una cottura simile del risotto ero all’asilo e c’era una suora in cucina..a lei Dio lo perdonerà..

  5. Il Guardiano del Faro ha detto:

    Infatti i bigoli erano sopra media, nonostante l’inutile cappelo.
    Il risotto in valutazione Raspelliana era da 5/20mi.
    Dovevi vederlo dopo tre minuti.
    Il cotechino, siccome si sa che è magro… allora ci hanno messo sotto un purè bello colloso, quegli anelli fritti di sopra, ed un improbabile trito di tartufi dal sentore di sintesi.

    … e mi fermo qui…

  6. Il Guardiano del Faro ha detto:

    …anzi no… la patata e la sua farcitura, e la sua crema, sapevano proprio di poco ..!

  7. nicola cavallaro ha detto:

    se non altro avete fatto delle belle foto stavolta . )

    • emanuelle ha detto:

      Dovresti essere contento . Per loro sei il terzo Ristorante di Milano dietro Cracco e il Trussardi. Mica male no?

  8. roberto ha detto:

    infatti come il ristorante del Kas erano pieni mi pare…… 🙂

  9. andrea alfieri ha detto:

    beh dai può capitare la serata storta

  10. Antonio Scuteri ha detto:

    Strano, ultimamente ne avevo sentito parlare bene.
    Comunque, letta la rece, il 12/20 sembra fin troppo generoso

  11. fabio fiorillo ha detto:

    eravamo al gran completo, antonio, nessuno dei 7 che erano al tavolo ha dato una valutazione superiore.

  12. giovanni gagliardi ha detto:

    Ero anch’io presente e confermo il giudizio di Orson.
    E cioè un giudizio negativo sui “contenuti gastronomici” della serata.
    Non si tratta, però a mio avviso di serata storta, ma della sindrome di quelli che definisco “apprendisti stregoni”.
    Ormai da qualche tempo sono giunto alla conclusione che o ci si siede alle grandi tavole o è meglio tuffarsi nelle tante piccole osterie che in Italia parlano ancora la lingua del territorio e della tradizione senza se e senza ma.
    In mezzo? Beh, in mezzo ci sono tante cose che mi convincono tutte assai poco.
    Una di queste è data dai giovani creativi a tutti i costi che si pongono sulla strada dell’innovazione senza averne, evidentemente, le capacità.
    Non è facile fare cucina creativa, non è facile trovare accostamenti convincenti. Non è facile discostarsi dalla tradizione.
    Non è facile anche se si sono trascorsi periodi di apprendistato in cucine prestigiose. Non è facile poi fare da soli.
    Per fare cucina creativa bisogna essere bravi. Davvero bravi.
    Altrimenti meglio cassoeula e cotoletta, parmigiana e ragù. Fatte a mestiere, ovviamente!

    Ad Majora

  13. Il Guardiano del Faro ha detto:

    Certo!
    Materie prime ordinarie.
    Concezione di cucina molto discutibile.
    Abbinamenti mal riusciti
    Esecuzioni approssimative.
    Presentazione curate.
    70 coperti !

    E questa la ricetta per riempire i locali a Milano?
    …per me basta e avanza, anche stavolta..

    E non mettiamola sul lato del buon prezzo, perchè guardate bene cosa c’è in quei piatti.
    51 euro ( quattro piatti) per poche unità di food cost abbigliato col vestito buono sono comunque tanti.
    Personalmente mi sono anche arreso prima del dolce.
    A quel punto, o andavano a prendere qualche torta da Knamm …

    Sul tema del guado, poi troviamo locali vuoti che valgono 3-4 punti in più ma che semplicemente per la loro ubicazione o per non sono di moda non battono un chiodo.

    • roberto ha detto:

      si ,si ….intanto sparano fuori un menu’ da 100 € per San valentino… 😉
      andate a leggerlo please…

    • davide negri ha detto:

      a me spiace vedere che persone incompetenti si permettano di giudicare cose che non capiscono…. premettendo che ogni persona è libera di giudicare ciò che mangia e valutare le sensazioni buone o meno buone che prova, mi stride molto vedere che “il conto” debba rispecchiare unicamente quello che troviamo nel piatto. di questo passo basterà servire ottimi piatti( a detta di chi siano ottimi non è dato sapere) in un trogolo per fare un ottimo ristorante… io sono stato spesso a mangiare da Innocenti evasioni ed essendo del settore ho notato molti dettagli, che ad alcuni di voi forse sono sfuggiti… perchè nessuno ha parlato delle tovaglie di fiandra ben stirate?? e delle cloche d’argento??? e delle forchette d’argento??? e dei bicchieri di cristallo??? e dei piatti bone china di Schönhuber Franchi??? e della cantina con qualche centinaia di etichette tra cui ottimi Francesi???? dei candelabbri in argento???
      secondo voi queste cose sono GRATIS???? non è giusto far pagare anche questi “optionals” come nelle auto???? o basta avere la panda con un motore maserati per avere una bella macchina???? sparare su chi lavora, standosene dietro ad un pc è molto facile, ora che qualcuna vi critica per come scrivete o sul vostro scarso spirito di osservazione vi brucia?

    • azazel ha detto:

      @Davide allora se u tvenissi ricoverato in un ospedale pulitissimo dove usano farmaci e non generici, con Ducasse a dirigere il servizio mensa ed infermiere con scollatura vertiginosa che ti rivolgono ogni tipo di attenzione, poi arrivasse Ciccio Formaggio ad operarti di tonsille e sbagliassero l’anestesia (non è un augurio ovviamente) sosterresti di essere stato in un buon ospedale?
      Magari no.
      Il resto è complemento, serve ai vip o a migliorare quello che c’è nel piatto, ma la BASE dev’essere nello spazio delimitato da forchetta coltello, bicchieri e panza. Altrimenti il blog si chiamerebbe passionefighet, e a Milano avremmo fior di 18..
      Poi sul discorso prezzo è fuori dubbio che Innocenti Evasioni sia uno degli stellati che offre le alternative più vantaggiose (specialmente a Milano). Il problema è che al numeratore del rapporto qualità prezzo non c’è la carta dei vini o la tovaglia.

    • Cris ha detto:

      @Davide: il voto è riferito alla sola Cucina, come si evince cliccando su “Valutazioni” in alto nella pagina.

    • davide negri ha detto:

      non discuto il giudizio, ci sta che il cibo piaccia o non piaccia…infatti, come molte cose il giudizio è soggetivo. quello che contesto, è che il conto non può rispecchiare SOLO quello che c’è nel piatto…

      “E non mettiamola sul lato del buon prezzo, perchè guardate bene cosa c’è in quei piatti.
      51 euro ( quattro piatti) per poche unità di food cost abbigliato col vestito buono sono comunque tanti.”
      chi ha scritto questo commento è decisamente poco attento ai dettagli e probabilmente ha anche poche capacità di giudicare un ristorante… perchè nel conto non c’è solo il cibo che mangi, anzi per toglierti dal dubbio ti dico che il food cost con cui ti riempi la bocca incide per un 25-30% del conto finale…
      ultima cosa: ma cosa centra un ospedale con il servizio di cucina… neanche come metafora funziona, se mi dici che le apparenze non sono tutto, sono daccordo, il cibo è importantissimo, ma la qualità del servizio incide sulla qualità del ristorante, i dettagli fanno la differenza(almeno per chi li riesce a vedere)

    • azazel ha detto:

      quel che vuoi, ma il concetto di base è che se il cibo non è all’altezza (e uno stellato dove si mangia da 12 NON è all’altezza) non si è disposti a guardare a questi dettagli, che dettagli non sono, almeno se si è usciti con l’obiettivo di mangiar bene, magari dopo aver consultato la rossa. E’ chiaro che il paragone con l’ospedale è una provocazione, ed è anche vero che a volte chi va al ristorante non vuole solo far godere il palato ma andare in un bel locale per portare ospiti, far colpo su fidanzata o suoceri, festeggiare una ricorrenza. Però in ottica gourmet non si può accettare che il costo del tovagliato possa compensare una cena scadente..

  14. Antonio Scuteri ha detto:

    Non sono per niente, ma proprio per niente, d’accordo con Giovanni:-D
    Mi sembra una visione manichea, un o tutto bianco o tutto nero che è poco realistica e che, mi sembra, non trovi minimamente riscontro nella realtà

    Tra le grandi tavole, e le oneste e/o ottime trattorie di tradizione, c’è una miriade di locali che fanno cucina anche di grande interesse, e che vale la pena di frequentare. Alcuni di questi, peraltro, sono recensiti anche su questo sito

    • giovanni gagliardi ha detto:

      Esprimevo, necessariamente generalizzando e provocando un pò un’ opinione assolutamente personale.

      Ad Majora

    • orson ha detto:

      In realtà, nell’estremizzazione che lui stesso riconosce, sono d’accordo con Gagliardi.
      Nella fascia “di mezzo”, in Italia, si annidano le delusioni più cocenti.
      Mi riferisco a quei locali, sempre per generalizzare, in città, tra i 40 e i 60 euro di conto più o meno, con cucina pretenziosa e quasi sempre deludente, con chef modesti tecnicamente o, al meglio, “derivativi” (orecchianti furbetti che ripropongono, sempre in peggio, idee di altri). Si orientano a un pubblico cittadino, acculturato (più o meno) su tutto meglio che sulla cucina che ci si sente a casa (sono spesso locali dall’arredamento curato, ma abbastanza anonimo, vagamente “contemporanei”). La differenza, ad esempio rispetto alla Francia, è che lì in posti analoghi officiano sempre (o quasi) chef venuti fuori da grandi ristoranti e che usano questi locali “in mezzo al guado” come trampolino di lancio.
      Ci sono alcune, rarissime, eccezioni e sicuramente le visiteremo (già lo facciamo).
      A questi posti, personalmente, preferisco una pizzeria d’eccellenza (tipo La Fucina a Roma), che costa al massimo la metà. Oppure una serata a casa: risparmio e metto da parte per un posto che vale la pena.

    • Antonio Scuteri ha detto:

      Continuo a non essere d’accordo. Le delusioni cocenti si trovano in ogni fascia: in quella media, come in quella altissima o nelle trattorie (anzi, forse è proprio nelle trattorie che si prendono le fregature maggiori, solo che bruciano un po’ meno visto che l’esborso è minore)

      PS: il tuo ritratto di ristorante deludente-tipo mi sembra disegnato su uno specifico locale di Roma che non ti è troppo simpatico. Ma forse sono troppo malizioso 😀

    • orson ha detto:

      No, sei decisamente troppo malizioso.

    • Antonio Scuteri ha detto:

      Meglio così 😀

    • giovanni gagliardi ha detto:

      La diversità di opinioni è il sale della vita.

      Ad Majora

  15. norbert ha detto:

    …E comunque hanno ragione loro perchè,pur in tanta mediocrità, avevano i tavoli che si avvicendavano….
    La buona cucina,questa sconosciuta…..

  16. giovanni gagliardi ha detto:

    No Guardiano, io non sottovaluterei l’aspetto prezzo.
    A Milano città, il Giardino Zen, un servizio garbato, presentazioni curate e addirittura udite udite, tavoli correttamente distanziati a questo prezzo non ne trovi tanti.
    E poi quel tanto di casino ben presentato nel piatto che non guasta. Non dimentichiamo che stiamo parlando della città degli adoratori del Sushi in salsa italiota. Non so se mi spiego. Nani, ballerine……

    Ad Majora

  17. andrea alfieri ha detto:

    sicuramente 70 coperti per un ristorante stellato sono un bel numero e milano posso assicurarvi che è difficile riempire un ristorante con quel tipo di cucina ….secondo me

  18. emanuelle ha detto:

    Da te non si sino ancora visti questi pericolosi esaminatori? 😀

  19. Giovanni Lagnese ha detto:

    Questo posto, secondo la Michelin, varrebbe la stella; il Canto no.
    La Michelin non conta più nulla.

    Giovanni

  20. bang ha detto:

    Quando ci sono stato io, qualche piatto lo avevo giudicato discreto. Per quello che vi puo’ importare (forse niente), anche in relazione ad altre recensioni lette qui, il mio personale voto è 13/20.
    Comunque mi ha sorpreso la stella recentemente ottenuta.
    Al contrario di molti, ho sempre guardato con rispetto il lavoro della Rossa, ultimamente però mi sembra che ci siano troppi locali che vengono premiati benché il giudizio degli appassionati che valutano soprattutto quello che c’è nel piatto (in un ristorante mi pare un elemento importante…) sia negativo. Pare che vengano presi maggiormente in considerazione il servizio, l’ambiente, l’ubicazione. Mi pare che la guida si stia trasformando in un baedecker per calciatori, e qualcuno lo aveva notato prima di me. Vedi Vittorio (3 stelle, ambiente holliwoodiano, cicina vista sala spettacolare ecc. ma snobbato dai gourmet), Innocenti Evasioni e qualche altro neopremiato o neopromosso.

    • Presidente ha detto:

      Certo che ci importa. Qui non si sottovaluta niente, leggiamo tutto.
      Anche la valutazione personale da 13, che in fondo non si discosta dalla nostra, dove il margine di un punto sta nell’ordine delle piccole diversità.

      Anche sulla presa di posizione verso la Michelin , che ha compiuto sforzi Rossi in direzione di una glasnost e di una comunicazione trasparente, ma evidentemente ancora non comprensibile da parte di tanti.

  21. Tino Granata ha detto:

    Mi avete convinto, non ci andrò.
    Però gli interventi di Alfieri mi fanno pensare di cambiare locale.

  22. velavale ha detto:

    ditemi per cortesia 2 risto di questa fascia che valgono il prezzo a milnao?

  23. Tino Granata ha detto:

    nel senso che corso sempione non è distante.

    • andrea alfieri ha detto:

      ciao tino si in linea d aria sono vicinissimo a Innocenti ma purtroppo sono ancora anni luce lontano dalla loro bravura e importanza …….però giuro che mi sto allenando 😉

  24. gino ha detto:

    Scusi, che ha contro i vip?

    • orson ha detto:

      1) l’ho virgolettato: da noi, si intendono “vip” persone note, quale che sia la ragione
      2) detta categoria, di solito, mangia male

  25. RICCARDO ha detto:

    condivido la recensione. grande delusione anche per me.
    volete stupirvi? a milano provate ad maiora, via giulio romano.
    niente grandi vini, ma belle chicche, non un locale bellissimo ma una cucina eccezionale….non sono ne amico ne parente ma mi sono semplicemente innamorato della mano di questo chef.
    provate!!!

  26. gino ha detto:

    Posso assicurarle che ci sono tantissimi vip che di cibo ne capiscono più di tanti critici gastronomici.

  27. gino ha detto:

    Vi leggo da diversi mesi, in questi giorni mi trovavo a Milano per il congresso di identità golose, avendo letto questa recenzione ho voluto provato innocenti evasioni. Mi dispiace contraddirvi, non sono d’accordo con la vostra recenzione. Avete classificato questo posto come un’osteria. A mio modesto parere trovo che questo ristorante non ha un’impostazione moderna, ma a riguardo del cibo credo che non ci sia niente da dire, Se proprio devo fare una critica la farei sulla carta dei vini.

  28. giovanni gagliardi ha detto:

    Che dire? Continui ad andare nei posti che a noi non piacciono. sarà un successo.
    Una guida può essere usata anche al contrario. Non scherzo.

    Ad Majora

  29. Il Guardiano del Faro ha detto:

    Sensazioni opposte anche per la carta dei vini, da cui abbiamo potuto estrarre una serie di vini più che buoni e che mediamente non hanno toccato vette di prezzi esagerati, al punto che mi ricordo ancora esattamente la sequenza:
    Champagne Ambonnay Andrè Beaufort 1999
    Chardonnay Cantine di Terlano 1997
    Gevrey Chambertin Trapet 2006
    Barolo Viglione 2003
    Capannelle Rosso 1993
    Tutti in ottima forma.

    Peccato per l’assoluta mancanza di vini da fine pasto dal’accento inglese. Nessun Porto, nessun Madeira, nessun Jerez, nessun Malaga, neanche un Marsala…

    Quanto al cibo si è già detto a lungo: non è all’altezza del cadre e dell’apparecchiatura; e noi di cibo e cucina ci occupiamo, non di tovaglie di Fiandra e candelieri…

  30. maurino ha detto:

    scusate sono curioso,

    avete mai lavorato in vita vostra?
    mai lavorato in una cucina?
    mai cucinato ed essere stati poi derisi?
    mai fatto settanta coperti ad alto livello?
    mai vendemmiato?
    mai fatto il food cost al menu di cracco?

    anch’io sono un po per la vecchia scuola,soprattutto rimpiango gli hoste che se ne fregano di giornalisti,gourmands e cialtroni che recensiscono per un mancato sconto.

    non sto parlando di voi,niente di personale,non vi conosco,,sto parlando delle dinamiche.
    dinamiche che rovinano il mondo gastronomico in italia.

    Non sopporto comunque questo vostro deridere il lavoro altrui.

    da innocenti evasioni ci ho mangiato 2 anni fa e ancora mi ricordo il sapore della composta d peperoni rossi e vaniglia con i formaggi.

    l’occhio spesso vede solo cio che vuole vedere.

    vivo e lavoro in cina e sono spesso felice d essere lontano dall’italia.
    qui un proverbio dice:

    quando bevi, pensa alla sorgente
    quando t vesti, al sarto
    quando mangi, ai sacrifici.

    • azazel ha detto:

      più che la saggezza da bacio perugina a me viene in mente Arrigo Sacchi, che a chi domandava come si sentisse ad allenare senza un passato sul campo da calciatore, rispondeva di non credere che per essere buoni fantini si dovesse esser stati cavalli. Secondo lo stesso ragionamento per esprimere un giudizio sull’operato di un blog dovrebbe prima presentare adeguate credenziali. Così…per amor di coerenza.
      Saluti

    • giovanni gagliardi ha detto:

      Mi scusi, ma anche io sono curioso.
      Una persona del suo livello cosa ci fa su un sito come questo? Addirittura poi spreca il suo prezioso tempo per commentare le recensioni.
      Davvero incomprensibile. molto di più del contenuto della rece su Innocenti evasioni.

      Ad Majora

  31. franco francese ha detto:

    maurino, mi sa che capiti male, guardati GeorgeBlanc e poi rassegnati.

  32. maurino ha detto:

    rispondo alle vostre curiosita,
    il vostro blog potrebbe essere molto piu interessante se non intervallato da derisioni poco rispettose riguardo l’operato dei ristoratori.in questo caso eros e tommaso.
    nel senso,vi ponete gia sopra ai comuni mortali;se magari foste un po piu eleganti,sareste piu credibili.
    da quanto ho capito nessuno ha mai sudato sotto una camicia,forse ci e nato dentro,visto che nessuno a risposto alle mie curiosita.
    non perdero altro tempo e aspettero magari qualche recensione interessante,,piuttosto che qualche dibattito,(se il vostro blog concede spazio fuori dall’argomento cibo nel piatto).
    appunto io parlavo di dinamiche(giornalismo,recensioni,mercato gastronomico,sacrifici..)
    vi auguro delle buone giornate,signori.

    • Cris ha detto:

      Maurino, per curiosità: preferisci blog dove va sempre bene tutto in qualsiasi locale? Oppure blog in cui vi sono critiche motivate? Sarà che di soldi ne girano pochi nelle mie tasche ultimamente, ma oltre al rispetto per il ristoratore o lo chef a mio avviso ci deve essere anche rispetto per il cliente che paga di tasca propria e certi siti di sicuro non hanno questo rispetto…..

    • azazel ha detto:

      deridere…
      nessuno si considera superiore. “diario di un gruppo di appassionati” non mi pare un’anelito all’onnipotenza.
      innanzitutto il solo fatto che non siano presenti ristoranti valutati sotto la sufficienza basterebbe a provare che qui tutto si vuol fare fuorchè causare danno a gente che, bene o male, lavora.
      non credo, in tutta franchezza, che io o altri abbiamo faticato meno di qualunque chef per raggiungere la nostra posizione nel nostro ambito professionale.
      dal modo in cui parli è palese il fatto che ti girino per uno sgarbo fatto a persone amiche o che stimi, e non per un superiore senso di giustizia.
      Nella recensione non mi pare ci siano attacchi personali, ma precisi riferimenti al cibo. Leggiti Visintin su Leemann per apprezzare la differenza. Forse anche per noi gli chef dovrebbero essere tutti “mitici”, a prescindere da quello che ci propinano a tavola. Una sola differenza..quando il conto lo paghi, che tu sia blogger o semplice appassionato, ti girano alla stessa velocità angolare.

  33. maurino ha detto:

    pienamente d’accordo cris,,
    notavo toni poco rispettosi,tutto qui.
    vivo a Shanghai,dove per ogni ristorante ci sono,su varie fonti,a volte centinaia di recensioni.,e il tutto mi sembra intelligente.
    a volte pero poco utile per il cliente e per il ristoratore.
    mi fan ridere chi dice dopo aver letto una recensione come la vostra,in cui si parla di dettagli e sfumature,che nn ci mettera mai piede.
    e si parla di 50 euro per quattro portate magari non al pieno delle possibilita della serata busy?
    mi sembra che per essere dei simil cultori del cibo non abbiate i parametri del mondo reale.
    l’ultima mio pranzo ad alto livello l’ho fatto da pedro subjana,,tre stelle michelin.
    piatti sparecchiati uno sopra l’altro e abbandonati nelle stazioni in sala,giuro.dolci in degustazioni,immangiabili,immangiabili.il somellier che c chiede,,,ma sapete cosa state bevendo?era un 59 della zona.
    anzi nell’ultima esperienza,qui a shanghai ho mangiato da martin barasategui.
    delle nove portate in degustazione ne sono arrivate solo 5.
    eppure avevo lasciato una recensione comprensiva dei problemi qui in cina(staff cinese),,elogiandone pero il cibo,,perche era da elogiare.
    comprensione del mondo gastronomico,
    non solo sparare.

    • fabio fiorillo ha detto:

      Gentile Maurino,
      Vorrei farti notare che c’è un’apposita sezione del nostro sito in cui c’è l’indicazione degli associati.
      Ovviamente tutti gli utenti possono lasciare commenti, purchè rispettosi e non offensivi, non solo gli associati quindi.

  34. nicola cavallaro ha detto:

    Maurino, i ragazzi di Passione Gourmet, sono degli appassionati di cucina, di ristoranti, per quanto ne so pagano ovunque vanno. Se amici del ristoratore non ne scrivono anzi mandano altri non conosciuti e fanno scrivere a loro. Per quel che mi riguarda ritengo questo sia uno dei pochi blog di recensioni di ristoranti che è assolutamente super-partes e soprattutto non fa marchette per nessuno e questo a me come professionista del settore ma anche come cliente fa molto piacere. Se poi leggiamo tra le righe certo non mancano delle frecciatine che trovo comunque costruttive. Per tutto il resto come altri danno servizi con foto (poche volte abbastanze bruttine) e idee del tutto personali e per questo non mi sento di giudicarli. Vengono nei nostri ristoranti, pagano e se fa loro piacere ritornano. Non ci fosse nulla da ridire sarebbe un sito triste come molti altri. Ma a mio parere è tutto eccetto questo.

  35. paolo ha detto:

    Poichè ho sempre trovato corrette e condivisibili le vostre recensioni, mi permetto di azzardare un’ipotesi: che sia stata davvero una serata no.
    E’ vero che serata no nei locali di un certo livello non dovrebbe esistere, ma è anche vero che le numerose volte che ho mangiato da Innocenti Evasioni ho sempre mangiato piuttosto bene, con qualche punta anche un pò più alta.
    Ci sono ristoranti molto migliori a Milano? Indubbiamente. Però il fatto che non vi sia piaciuto quasi nulla di ciò che avete mangiato, mi fa pensare che abbiate mangiato molto peggio di come ho solitamente mangiato io in quel posto, e forse una seconda “prova” non sarebbe fuori luogo, magari più avanti.
    Ripeto, lo dico solo perchè le mie esperienze ad IE sono state molto diverse dalla vostra, mentre solitamente le vostre recensioni rispecchiano abbastanza linearmente anche le mie esperienze…
    Just my two cents.

  36. maurino ha detto:

    sisi,,sono d’accordo con voi.
    il sito e fatto bene,dettagliato e soprattutto libero a tutti.
    eros e tommaso li conosco di vista,abbiamo qualche amico in comune,,anzi loro non saprebbero manco chi sono,,,ma nn era per quello…era perche ho cenato da loro due volte e ,non che fossi uscito a un metro da terra, ma comunque avevo apprezzato.
    non mi era piaciuto il fatto che i camerieri in queste due volte non mi avessero presentato i piatti,ma poi ho saputo che era quasi una scelta.(piu o meno condivisibile)non so ora.
    il mio punto era sui toni,(secondo me il lato costruttivo si ha nelle due chiacchere con lo chef piuttosto),e sul sottolineare una non coerenza nei prezzi quando,ricordandomi la mano dello chef,abbina comunque vari tipi di ingredienti e preparazioni in uno stesso piatto.che possano piacere o no.nel senso io ne vedo dello spessore.che poi si perda d vista il risultato finale,una coerenza poi nel palato e non solo teorica;quello oltre che andare di piatto in piatto va poi di serata in serata..insomma tutto discutibile,ci sta.
    scusate forse ho sbagliato io blog per sparare su ben altre problematiche.
    benvenga comunque gente attenta,che bilancera senz’altro il 90% di quelli che riempiono locali dove la parola qualita assume tutto un altro valore e significato.
    buone magnate.

  37. giancarlo ha detto:

    ieri cena da Innocenti Evasioni…..abbiamo bevuto un ottimo champagne bio del ’98….per il resto tristezza insapore….12/20 mi sembra frutto di astio per la delusione (comprensibilissimo)…ma oltre 13/20 e’ impossibile e giustificato solo dal buon servizio, da una carta discreta di vini e da una materia prima in discreta parte accettabile…detto cio’ la stella dovrebbero staccargliela a morsi e la cara guida riflettere profondamente…..troppe macroscopiche imperfezioni…

    • alberto cauzzi ha detto:

      No Giancarlo!
      Il nostro giudizio è tutt’altro che umorale. Per noi la buona carta dei vini e l’ottimo servizio non influenzano il voto. Quindi il voto dato alla cucina, 12/20, differisce forse dal tuo per questi aspetti.

  38. giancarlo ha detto:

    Albe, ok, pero’ la sintesi che date “Una cucina attenta, accettabile, ma solo all’occhio …” propende piu’ verso un 13/20 che per un appena sufficiente 12/20….insomma non c’e’ il prosciutto crudo nello stesso piatto del baccala’..e sai a chi mi riferisco ;-)))
    anyway, il nocciolo del discorso e’ che ‘sta guida michelin contiene troppe indicazioni frutto di ragionamenti che sfuggono ad un ottimista filantropo :-)))

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

12/20

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