Valutazione
Pregi
Difetti
Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui
In un luogo che non è un luogo.
In un tempo che non è un tempo.
Esco dal Piazza Duomo con una convinzione in più: non sempre ha senso collocare il lavoro di uno chef nello spazio e nel tempo.
La cucina del territorio non è l’unica risposta alla fame dell’anima.
Anzi, a volte la tradizione del territorio può ingabbiare, rendere prigionieri.
E’ quindi giusto che la rivoluzione silente parta proprio da Alba, monumento della tradizione gastronomica.
La grande cucina italiana è anche Enrico Crippa.
Mangiavo con alle spalle un particolare dell’affresco che abbraccia la sala: una gabbietta da uccellino aperta e vuota, simbolo per antonomasia della libertà che qui si respira vivida, libertà di dilatarsi nel tempo e nello spazio.
Crippa mi ha fatto ragionare, poteva scrivere una lettera, ha preferito “nutrirmi”, nel senso più completo del termine. Ci siamo confrontati senza nemmeno vederci.
Questa è cultura, almeno ne è una forma.
Il tempo: la memoria del futuro. E’ un ricordo, ma di qualcosa che deve ancora venire.
Lo spazio: è ovunque. Non ci sono confini per la creatività e confini non le dobbiamo dare.
Lui, che ormai non è più solo uno dei Marchesi-boys, tiene le sue radici piantate tra le Langhe (è continuo il richiamo ai sapori di questa terra), ma le sue idee viaggiano, come i rami di un albero si espandono a toccare i 5 continenti.
2 cose fondamentali sono però impresse nel DNA di questa cucina: stagionalità dei prodotti e gusto estetico. Si segue il ritmo della natura, si cerca la soddisfazione di tutti i sensi.
Grazie a Enrico Crippa, perché mi ha emozionato, mi ha dato energia; in poche parole: mi ha reso più felice.
Il menu degustazione scelto è quello creativo, con una variazione tra i primi per lasciare la scena al pregiato tubero locale.
L’incipit è dettato da una insalata, ma che insalata!
Una serie infinita tra fiori, erbe e radici, forse eccessiva nella quantità per un inizio pasto. Sorprendente il consommè finale da bere, in cui dominano il tonno affumicato e il mandarino.
Topinambour, carciofi e liquirizia:
un gioco tattile e gustativo tra due sapori simili, con la liquirizia che accarezza il palato solo nel finale.
Gambero di Sanremo al naturale, mosto d’uva fragola:
piatto straordinario per eleganza e finezza. La nota vegetale ma dolce del mosto viene calibrata dalle erbe, dall’uva regina e dalle polveri di yogurt e mosto d’uva.
Rape bianche…sgombro..soya…sesamo e mandarino:
come collocare questo piatto? Semplicemente non va collocato, ma gustato dall’inizio alla fine. Sapido senza essere salato, vegetale, fresco, leggero. Non è di certo quello che ci si aspetterebbe in un dicembre nel centro di Alba ma, come ho già spiegato, il preconcetto qui si palesa solo come una gabbia mentale.
E’ un rincorrersi tra Oriente e Occidente, tra terra e mare, tra acido e amaro. E’ buono? Di più. Il resto è fuffa.
Lo stesso si può dire del merluzzo, broccoli e mozzarella di bufala
una interpretazione della pasta da parte dello chef colto. In questo primo c’è il viaggio e la cultura. Curioso il fatto che l’apice si tocchi proprio mischiando insieme tutti gli ingredienti. Ci tengo a ripetere che la centralità gustativa viene sempre rispettata, è la pietra d’angolo su cui costruire un castello di idee. Con massimo 4-5 ingredienti.
“Come un tonno di coniglio”, in langa…d’autunno
il richiamo forte a casa. Coniglio cotto 12 ore a 60°, morbido senza perdere carattere, a braccetto con la nocciola.
Risotto al castelmagno con tartufo bianco d’Alba: questo non faceva parte del menu. Una apoteosi di sapore in un piatto materico che di più non si può. Non lo dimenticherò facilmente.
Dal mediterraneo…una sogliola…zucca e pan di spezie
sogliola, capperi, cavoletti, cugnà, zucca (a purè e a pezzi), pan di spezie sbriciolato.No comment. Chapeau.
Petto e coscia di pernice arrosto…la sua salsa
è proprio la salsa (a base di fegato) la protagonista. Il sapore, tutto il selvatico della pernice, sono racchiusi lì.
Macedonia di frutta e verdura…adesso
piatto che cambia nelle stagioni. La fotografia del vegetale disponibile in una giornata di dicembre.
Il tubo della nocciola, mascarpone e caffè: fusione tra un dessert alla nocciola e un tiramisù. Pasta, gelato, croccante…di nocciole, tubo croccante ripieno al mascarpone. Quasi nascosta, nell’angolo, una fantastica gelatina acida. Grandissimo dessert, equilibrato, come tutta la cena, nonostante ingredienti a forte rischio “pesantezza”.
Ottima anche la pasticceria, menzione particolare per il divertente Latte + di Kubrick-memoria, declinato in veste di crema di latte, vaniglia e grappa di moscato.
Segno che la voglia di divertirsi e divertire, qui, è presenza tangibile.
il pregio : Tra le 2-3 migliori espressioni della cucina italiana.
il difetto : La cantina non è all’altezza del resto.
Ristorante Piazza Duomo
Enrico Crippa
Piazza Risorgimento 4
Alba (CN)
Tel. ( +39 ) 0173 442800
Menu degustazione: 90-100-110
Alla carta: 100 euro
Chiuso: domenica sera (anche a pranzo in giugno e in luglio), lunedì
http://www.piazzaduomoalba.it/
Visitato nel mese di Dicembre 2009
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Rob78
Mi fa piacere che Crippa riscuota sempre più consensi. La sua è una cucina di straordinaria eleganza e, a mio parere, lui è il più bravo e completo dei Marchesi boys. Più concreto e continuo di Lopriore, senza essere meno fine ed essenziale. Più talentuoso e meno frenato da errori di esecuzione di Cracco. E forse l'arrivo della seconda stella aiuterà il Piazza Duomo a raggiungere il successo di pubblico che merita.
Bel racconto complimenti! Per fortuna a gennaio avro' la possibilita' di confrontare il tuo racconto con le mie impressioni... Grazie per ora.
Interessante questo racconto,invitanti e molto belle anche le foto,a Febbraio se tutto va bene , saremo ad Alba per provare la cucina e l'estro di Crippa.
Bravi, da semplice appassionato, concordo in pieno .Da trifulau cercatore dilettante, anche il tartufo pare eccellente, maturo al punto giusto. Sempre in zona, già stati alla Rei, al Boscareto Resort? a mio parere,varrebbe già almeno 15/20,oltre alla bellissima vista sulle vigne della Langa. Saluti e buoni assaggi.
bravo breg così finalmente ci si incontra ;-)! Qualche dettaglio in più sulla cantina?
Finalmente la rece Rob! ma me la leggo e gusto con calma stasera... ;-)
Provato l'ultima volta all'inizio di ottobre, una grande esperienza, noto con piacere che anche i piatti del menu creativo sono quasi tutti diversi, cosa dire uno dei miei chef preferiti che unisce grande creativita' a un senso materico notevole, chapeau. Luca C
La cantina non è all'altezza del resto, soprattutto poca profondità di annate. Noi ci siamo trastullati con Bartolo Mascarello 04, forse un infanticidio, comunque già godibile. Prezzo sui 95.
@Danihva: La Rei era in ballottaggio per la seconda cena col più collaudato locale di Cervere, alla fine ha prevalso il secondo (su questi schermi prossimamente). Ho sentito da più voci però che quel ristorante promette molto bene, spero presto qualcuno di noi possa passarci. Se intanto tu vuoi anticiparci qualcosa, siamo tutt'occhi :)
Complimenti e grazie per la recensione. Una piccola curiosità. Come mai, visto il menu, avete optato per un barolo? Dalle foto e dalle descrtzioni dei piatti mi sarei orientato più su un bianco, magari borgogna. Mi sbaglio? Grazie in anticipo per la risposta. Nicola
Sebbene il gentilissimo Alberto mi abbia esortato a riprovarlo, per me Crippa resta uno dei più sopravvalutati cuochi in circolazione. Piatti "modaioli", minimali, privi di espressione e di sostanza, asettici come il deprimentissimo locale in cui opera (un ambiente che mette tristezza, privo di vita e di calore, che, a mio modo di vedere, l'affresco di Clemente ha reso ancora più opprimente). D'altra parte, cosa ci si può aspettare da un allievo di Marchesi, se non una cucina boriosamente intellettuale, falsamente colta, finta nelle sue basi portanti, senza nerbo e forza? I piatti descritti da Rob78 , tranne il risotto, sono vuoti e sterili esercizi stilistici, un compitino svolto banalmente con un minimo di mestiere e nulla più. Tra le tante voci entusiaste, non c'è qualcuno che, per tenermi su di morale, concordi con me nel ritenere enormemente ed immeritatamente sovrastimato il cuoco in questione?
un Fuoriclasse!
Io posso solo che confermare che ho fatto uno dei pranzi migliori del 2009, essendo oltretutto partito, non mi nascondo, un pò prevenuto nei confronti della cucina di Enrico. Devo invece ricredermi perchè ho notato si la parte creativa ma anche tanta tanta tecnica di base su fondi e cotture ineccepibili, il punteggio dato è per me forse un tantino troppo, il locale non piace nemmeno a me ma non si può dire che Enrico non sia un grande cuoco. Flavio.
Billy ,non esageriamo.....
Mi dispiace deludere Billy, ma anche per me Crippa è uno chef grandioso, e anche secondo me è tra i primi tre d'Italia PS: Rob, appena ti capita prova La Rei, io l'ho trovato davvero notevole
@roberto Non sto esagerando e non ho intenzione di essere provocatorio. Per me i cuochi tipo Crippa (e ce ne sono tanti in giro, dato che ben pochi riesce a non essere vitttme e prigionieri delle mode) sono la morte della cucina. Siamo seri ed obiettivi: quante cuoche madri di famiglia sono mille volte più brave di Crippa & C.? Innumerevoli.
Infatti, Pesce e verdura con Barolo ? Che Gourmet che abbiamo qui :D
Scusa Billy, ma non è molto sensato quello che dici. Nessuna madre di famiglia o nonna o zia, riuscirebbe se non per fortuna o frequentando corsi, ad affine tecniche he richiedono studio, prove, e costi. Possibile mangiare un'ottima cucina casalinga, ma questo mestiere è qualcosa di più.
Tanto per capire....qual'è il tuo ristorante ideale?
Chi? billythekid o Crippa?
sono sicuro che billythekid abbia le Sue ragioni.
probabilmente hai ragione
Probabilmente, allora forse è meglio esprimerle prima di mette sotto i piedi di una casalinga Crippa.
Rob, hai voglia di spiegarci le motivazioni per cui vedi superiore Crippa a Scabin ?
Ciao Kriss, non mi sembra siano presenti solo pesce e verdure in questo menu. Ci sono anche piatti di carne. Ma il punto non é bere rosso sul pesce o meno. Questo é un discorso trito e ritrito ed anche poco interessante. A mio parere la tipologia di cucina come quella del Sig. Crippa, dove si cerca di esaltare al massimo il sapore delle materie con tecniche sopraffine che hanno anche l'obiettivo di mantenere una costante leggerezza nei piatti, strizzi molto di piu' l'occhio ai vini bianchi di media struttura che ai vini rossi. Volevo sapere se Rob78 fosse d'accordo o meno e come mai avesse scelto un vino rosso, seppur strepitoso, per accompagnare il pasto. un saluto nicola
Anche per me uno dei migliori chef italiani. Facendo riferimento alla legenda dei punteggi, io non gli avrei dato 19, ma 17 o forse 18, cioè un voto ottimo, da cucina di vertice, però con ancora margini di miglioramento. Per me il migliore chef italiano della sua generazione e quello che più degli altri ha la possibilità di diventare uno dei grandissimi a livello mondiale.
... e ancora un'altra osservazione Rob, così quando ripassi di qui ne hai per una buona mezzoretta con i commenti da leggere :-) Nel menù che hai qui descritto il risotto che avete inserito pescandolo dalla carta sostituiva un primo piatto diverso o il menù sarebbe proseguito direttamente con il piatto di pesce e poi la carne? Te lo chiedo perchè diversamente il menù già è sbilanciato tutto su una serie di assemblaggi di piatti freddi ( ben sei consecutivi) e poi vira direttamente sui due caldi prima di un dessert di nuovo freddo. In Dicembre. A meno di intendere i tre maccheroni in quel ruolo... ;-)
Orari e giorno di chiusura del La Rei ? Non si trovano informazioni online sullo specifico.
@ Flavio Di quelli che ho provato, il non più esistente Girardet resta unico ed inarrivabile. Attualmente, French Laundry (so bene che a volte usano due pesi e due misure ma ho avuto la fortuna di esserci introdotto da un amico di Keller ed ho sempre mangiato - e parlo di una frequentazione che si è estesa per tre anni - in maniera superlativa), Rochat e Louis XV. Ma giuro che la cucina di una signora siciliana di 76 anni da tempo vivente e Laigueglia e conosciuta 25 anni fa quando, bimbetto, soggiornai per alcune estati con due mie zie presso la sua pensioncina privata , è appena un gradino sotto quella dei locali citati (e forse le sto facendo ingiustizia ..)
Il Barolo ci ha confortato dal risotto in poi. Prima, aperitivo (calice champagne), e Timorasso di Massa. Scusate la precedente incompletezza, dimentico sempre che per molti di voi è importante anche il capitolo "abbinamento vino".
@billythekid Benissimo, direi anche che abbiamo gusti simili ma credo che paragonare queste cucine a una cucina straordinaria di una casalinga sia un tantino eccessivo, forse non tanto per i gusti in se stesso ma per la diversità delle situazioni, anche mia mamma è una straordinaria interprete della cucina ligure casalinga ma mai, come dice anche mainecoon nel suo commento, arriverà ai livelli di una cucina professionale dei ristoranti che tu citi, bisognerebbe separare tutte le situazioni gastronomiche, ci sono grandi ristoranti, grandi trattorie e grandi pizzerie, secondo me Enrico fa parte dei grandi cuochi, altri forse più blasonati di lui no. Flavio
Inutile dire che sono lontano anni luce dal tuo pensiero. Magari ce ne fossero tanti in giro di cuochi come Crippa! Di cuochi che sanno esprimere cultura, freschezza, eleganza, che riescono con 4 ingredienti a farti fare il giro del mondo. Non esiste solo un modo di fare grande cucina: ho capito che per te è invece degna di questo nome solo una cucina di sostanza, materica. Per mia fortuna, il mio palato e la mia mente sanno trovare piacere su più fronti.
Stiamo parlando di due fenomeni che vorrei senza dubbio conoscere di più. Trovo che ad oggi Crippa sia superiore nella leggerezza, nella freschezza e nella modernità della sua cucina. Hanno senza dubbio in comune la cultura e il "senso del viaggio" che riescono a trasmettere, due meravigliosi interpreti di una cucina italiana attuale.
Il risotto era comunque previsto, ma ai porcini e anice stellato. In realtà però non ci sono 6 piatti consecutivi freddi -crema di topinambour tiepida -fondo di broccoli e pasta tiepida -tonno di coniglio tiepido-caldo -risotto, sogliola,carne...caldi L'unico piatto che potrebbe sembrare a primo colpo stonato con la temperatura di dicembre è il "Rape bianche…sgombro..soya…sesamo e mandarino": a primo colpo, perchè a fine piatto la temperatura non mi ha disturbato per niente. E un piatto a temperatura inferiore può anche agevolare la digestione :)
Tra l'altro a me è piaciuta moltissimo anche la sala. Al nostro tavolo da 4 c'è stato un pareggio: Sala orribile e fredda: voti 2 Sala di grande fascino e perfettamente in sintonia con la cucina proposta: voti 2 Per fortuna la persona d'accordo con me era mia moglie...ci siamo trovati :)
@ billy the kid non capisci niente di cucina.
mi intrometto... piatti di incredibile "pulizia" e "precisione"... ma cosa dobbiamo ancora dire di 'sti fenomeni che abbiamo in Italia? Noi (colleghi di Crippa, Cedroni, Berton, Cracco & co.) siamo onorati di essere i degni "gregari" in una crociata come quella del made in Italy legato al cibo. Cominciamo seriamente a valorizzarli i nostri "outsiders" anzichè porli spesso sul banco degli imputati... vedrete che TUTTA la gastronomia italiana ne trarrà beneficio. Rinnovo i complimenti alla vostra iniziativa o quella di altri colleghi vostri... chapeau!!! (per inciso non sono pagato dalla redazione, nè tantomeno ho chiesto rece di favore :)))
Ok, cosi' suona meglio. Grazie per la risposta. A presto Nicola
Il piatto che meno mi convince è il risotto al castelmagno con lamellata di tartufo. Castelmagno e tartufo ce li vedo poco assieme. Non capisco la necessità di mettere il pregiato fungo sopra l'altrettanto pregiato e saporoso formaggio. Per il resto non posso e non mi sento di dire nulla non avendolo provato. IMHO Saluti LAMAX61°
Acc... l'esatto opposto di BillytheKid che salvava solo questo piatto. Questo conferma l'estrema soggettivita' della materia in questione con la differenza che Billy il locale l'ha gia' frequentato..
Un risotto con lamellata di tartufi si può anche cercare di intuire. Anche l'umile risotto della zia Carolina, addizionato di sacra trifola(bianca) fa la differenza. L'inserimento del Castelmagno lo trovo inutile pur rispettando la scelta dello chef. Mi fa venire in mente un altro classico : RISOTTO CHAMPAGNE E FUNGHI PORCINI. In questo la mia perplessità nei riguardi della scelta dello chef. Saluti LAMAX61°
c'era già un altro ristorante di livello, ma proprio non ricordo quale, che abbinava la trifula a scaglie di castelmagno (e stracci di fassone)...l'esecuzione casalinga e privata :) della stessa ricetta risultava riuscita seppur non puntassi su di un castelmagno eccessivamente stagionato per paura che prevaricasse eccessivamente. credo che non sia un abbinamento così fuori dal mondo anche se probabilmente un formaggio più dolce consentirebbe al tartufo di "uscire" maggiormente. nel complesso risulta sicuramente contrastato dal castelmagno ma in modo interessante.
Premesso che se piace......! C'è già una ricetta consolidata che crea il giusto connubio. Senza arrivare agli estremi del riso cotto solo con acqua e sale, senza soffritto, un risotto alla parmigiana con soffritto a togliere sarebbe ed è, da sempre, l'ideale. Poi, se questioni di differenziazione personalistiche impongono di usare: Raschera, Bagoss, Bettelmatt, Branzi, Fontina o Castelmagno.........la trovo (IMHO) una motivazione vacua. Proporre un piatto simbolo senza tante ed inutili varianti sarebbe più saggio. Brodo buono, riso buono, trifola buona. E' sufficiente! Avremmo tutti modo di capire meglio la materia prima e la tecnica impiegate. Di recente ho sperimentato molti risi, blasonati (ello ello ello)e meno, ma torno sempre a quello che produce un mio amico. 300kg. all'anno. Una cosa da sballo. Saluti LAMAX61°
@lamax61 Io sono convintissimo che chiunque assaggi il riso basmati integrale della Lundberg (ditta californiana) poi non voglia più sentir parlare di altre qualità. Riguardo al risotto di Crippa, secondo me il Castelmagno è troppo forte per essere abbinato ottimalmente col tartufo ma, nella squallida e peregrina sequela di piatti elencati da Rob78 (l'insalata sembra la stessa che ingurgitai io nel 2007, con tanto di cialda all'amaranto: una schifezza assoluta), assieme alla pernice per me era l'unica cosa mangiabile. Riassumo e e poi concludo definitivamente, altrimenti sembro persecutorio. Cenai da Crippa una prima volta nel 2007, con un mio amico: uscimmo entrambi disgustati e ci ripromettemmo di non metterci mai più piede. In seguito, essendo andato a Guarene per vedere una mostra, decisi di raccogliere un'esortazione di Alberto e di riprovare il locale, stavolta con un'amica. Dopo questa seconda, e tristissima esperienza, la mia impressione s'è solo rafforzata: Piazza Duomo, considerato nella visuale qualità/prezzo, è uno dei peggiori ristoranti italiani. De gustibus ... PS Quanto all'invitarci una fanciulla, è di sicuro il modo migliore per non fare colpo.
Ma il basmati non è il meglio per un risotto! Almeno per come lo conosco io. Billy, son sempre gusti personali. Io non mi pronuncio sui piatti che non ho mangiato. Il risotto con il Castelmagno non mi sembra una grande trovata conoscendo bene il riso-ed il Castelmagno che, come hai constatato tu, con la trifola mal si coniuga. Da li il mio dubbio. Per il resto, almeno dalle foto, salvo anch'io la pernice. Il resto mi risulta di difficile comprensione, forse a causa anche delle foto. Tu hai provato e quindi puoi meglio di me giudicare (PIACE/NON PIACE) Saluti LAMAX61°
Enrico Crippa...un grande ! Una ventata di novità che spazza il profondo Piemonte legato alla tradizione più ferrea e ti lascia sbigottito. Una mano cosi leggera e rispettosa delle materie prime, una mente così aperta al mondo dei gusti e delle tecniche. Riesce a stupirmi come fossi ancora un bambino, nonostante passo in cucina 14-16 ore al giorno...come ho detto, un grande!
In tema risotto, rubo un commento di Paolo Marchi a margine di un evento in cui Crippa aveva proposto lo stesso piatto: "un arcobaleno di profumi accennati e mai prevaricanti, chicchi ben sgranati tra loro e il formaggio, il Castelmagno d’alpeggio di Giorgio Amedeo, a legare a maglie larghe, a dare anche freschezza e non appesantire il riso cotto in tre brodi, forse meglio infusi, diversi: acqua di castagne secche, brodo di tartufi bianchi liofilizzati da Paolo Montanaro, infine tè affumicato Lapsang souchong. Zero grassi, totale purezza di aromi e il tartufo a coccolarsi con gli altri profumi in una eleganza complessa e sognate perché dal palato era un continuo mandare impulsi gustativi alla mente. Questa è cucina di intelligenza" Io sono con lui (il risultato gustativo era esplosivo), ma il tema è affascinante proprio perchè le opinioni possono essere infinite.
Io soggiornavo nell'hotel, e la cena era dalle 19-30 alle 22.30. Il pranzo non so Immagino che essendo appunto il ristorante dell'hotel non abbia giorni di chiusura
Pranzo del 1 dic 09 .Bellino l'albergo ,visto dall'interno, da fuori un po’ meno….Ristorante con tavoli spaziosi, spaziati, con vista sulle vigne , notevole . Personale con molteplici esperienze di livello.Carta dei vini molto ampia,con prezzi onesti.Niente carta delle acque.Menù degustazione a 80€,alla carta prezzi accettabili,15€ antipasti, primi, dolci, secondi sui 20-30€.Tartufo bianco a 550€/etto .Grissini all'olio deliziosi ,pane bianco ,all'uvetta ,focaccia .Entratina con culatello e salciccia di Bra.Cardo in fonduta,tartufi eccellenti.Tagliatelle al burro con tartufo, magnifici.Cappone con petto e coscia alla purea di marroni ,molto buono,con tartufi,superflui.Un assaggio di gnocchetti di castagna al burro fuso e tartufo .Predessert ,semifreddo alla fragola .Variazione di castagna della val Susa con soufflè , gelato alla castagna e mini monte bianco .Piccola pasticceria con geleè di arancio ,meringhe piccoline ,cioccolatini vari .In accompagnamento,Barbaresco di Batasiolo.Rhum Zapata di 15 anni,a terminare.Buono il tutto.Cucina con sembrerebbe radici sul territorio, alleggerita .A seguire visita alla sauna e alle camere e suite:pazzesca la vista sulle vigne . Di Crippa, nell'ultima mia visita che risale, aimhè, a maggio dei fagiolini appena scottato ai sette sapori, con profumo e sapore di tisana e della cipolla in crosta di tartufo alla salsa di Testun, un formaggio locale, il ricordo ancor mi sovviene, come direbbe il poeta.
@Rob78 Per me ci son troppe cose, ma so di essere io a tendere verso la massma semplificazione. Buon brodo di pollo ruspante e verdure, filtrato e ben depurato-ottimo burro (poco) formaggio parmigiano (poco) scalogno e porro sudati a togliere, riso (?) e qui ti voglio, è più che sufficiente per accogliere una regale trifola. Poi se la cosa entusiasma....why not? Buon Natale, alla fine son sempre gusti personali ed io non amo proprio complicare le cose semplici e consolidate. Vi porto un esempio che ho visto in locali stellati: Risotto allo zafferano con sugo d'arrosto. Lo reputo blasfemo....ma son io ad amare i gusti diretti ed univoci. Lo so! Ciao LAMAX61°
Ahimè, sulla sala siamo invece in disaccordo. Io la trovo bruttina (non orribile) e un po' fredda Per fortuna quello che arriva in tavola, dei veri capolavori di gusto e creatività, ripaga delle delusioni dell'ambiente
Veramente sul fatto che invitarci una fanciulla sia il modo migliore per non fare colpo...non sono per nulla d'accordo! Il menu è più leggero della media (per volume e per sapori) quindi molto adatto a noi che non siamo necessariamente orsi divoratori. :-) La sala non è entusiasmante, ma di locali entusiasmanti per i miei gusti ne ho visti comunque pochi - ci si può adattare, almeno i dintorni sono carini per fare due passi...
Ci sono stato infine....bella e interessante esperienza, sto riflettendo perchè è una cucina che da spunti in tal senso. Una certezza sola considerando unicamente il mio pranzo : non è un 19.
di quanto pensi sia distante Breg? per me non è molto lontano. io 18 glielo do. davvero pochi dettagli fuori posto a mio parere. una cucina che sprizza intelligenza da ogni boccone.
Si anch'io sarei di quell'idea forse anche mezzo punto in meno volendo menarsela :) Ti va di buttar giu' qualche impressione? Mi farebbe piacere avere un tuo riscontro fuor di poesia ;) . Appena riesco scrivo le mie. Forse mi mancano i mezzi di comprensione, c'è qualcosa che non mi torna ma non riesco a capire cosa ....
piatti meravigliosi, un tocco di internazionalità (più misurata di come mi aspettassi) che non guasta mai,materia prima stratosferica sempre e comunque, acidità sempre ma mai esibita, tanto è vero che la sera ho cenato, cosa che dopo pranzi così faccio raramente. Qualche buco, ad esempio il tè verde nelle patate che dava un'eccessiva nota affumicata, o la salsa di fois gras col coniglio che partiva da un fegato non perfetto probabilmente. io ad esempio ho trovato superlativo il merluzzo, il gelato al cioccolato con la salsa verde è una grande idea, anche se è stata più la carpionatura che la salsa verde in sè a conquistarmi. La girella dolce dolce perfetto. come un robespierre..insomma se uno chef ha un tale controllo di cotture e consistenze è già di per se a 17 per tecnica. il resto è emozione, e lì forse c'è stata una certa discontinuità. il cardo gobbo infine unico piatto dimenticabile. Ps nota di merito per il cipollotto, piatto estremo ma azzeccato nel contrasto.
billythekid, fatti furbo! vai in a mangiare in pizzeria. piotr