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Premio Scultura Ca’ del Bosco

06-06-2023
di Gianluca Montinaro

Il primo concorso italiano riservato a grandi sculture da esterni per artisti under 40

Ca’ del Bosco, la cantina che rappresenta l’eccellenza della Franciacorta, è nota non solo per i suoi grandi vini. Ma anche per l’attenzione che nutre verso l’arte. La cantina racchiude due ‘tesori’: le nobili bottiglie e la raffinata collezione di sculture d’arte contemporanea che adornano non solo gli edifici ma anche i giardini e le vigne della tenuta. È stato quindi ‘naturale’ per il presidente, e fondatore, di Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella, istituire un Premio Scultura Ca’ del Bosco (in collaborazione con la fondazione Venetian Heritage), riservato alle grandi sculture da esterni realizzate da artisti italiani under 40. Il riconoscimento nasce con un doppio intento. Il primo è rafforzare il forte legame che esiste fra arte e Ca’ del Bosco. Il secondo deriva dalla volontà di implementare il mecenatismo dell’azienda in favore della nuova generazione artistica, portatrice di infinite capacità e possibilità immaginative.

Dichiara Maurizio Zanella: «Ca’ del Bosco significa innanzitutto ascoltare la natura e dare alle sue variabili forme la possibilità di esprimersi attraverso l’aiuto dell’uomo che si fa custode di un territorio straordinario coltivandolo, ma non consumandolo. Fin dalla sua fondazione, Ca’ del Bosco ha visto nell’arte le caratteristiche creative e sentimentali che più si avvicinano al vino, che è il suo prodotto. Capaci di sviluppare lo stesso piacere dei sensi, il vino e l’arte hanno in comune l’origine culturale dionisiaca della creatività. Tra le forme d’arte, la mia predilezione è sempre andata alla scultura perché come il vino è nelle vigne, così ogni scultura è contenuta nel blocco del materiale da cui nasce. Oggi, dopo oltre cinquanta anni dalla fondazione di Ca’ del Bosco e a quasi quaranta anni dal primo dialogo con Arnaldo Pomodoro per la realizzazione del Cancello Solare, ho deciso di istituire un premio dedicato alla scultura da esterni e riservato agli artisti italiani fino a 40 anni di età perché credo fermamente nella capacità dell’immaginazione delle nuove generazioni. Ho inoltre deciso di condividere questo impegno con Venetian Heritage perché il lavoro che la fondazione e il suo direttore Toto Bergamo Rossi, che è anche il coordinatore di questo progetto, conducono sul patrimonio artistico e culturale veneziano muove dalle stesse motivazioni che guidano l’azione di mecenatismo di Ca’ del Bosco: un Rinascimento che costruisce la cultura del futuro attraverso le intuizioni d’avanguardia delle nuove generazioni che sono chiamate in causa in questo progetto. Il motto di Venetian Heritage è “Restoring the past, building the future”, un concetto che non è molto diverso dall’equilibrio fra la tradizione e l’innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino».

Il bando del concorso è stato appena pubblicato: il Premio Scultura Ca’ del Bosco avrà cadenza biennale e, in questa forma, è stato progettato per durare nel tempo. Uno dei parametri di valutazione che saranno adottati dall’importante commissione giudicatrice sarà la sostenibilità ambientale, secondo le linee espresse nel Manifesto di Ca’ del Bosco. L’esito del concorso verrà annunciato durante la prossima Biennale d’Arte, a Venezia (20 aprile al 24 novembre 2024). Oltre a un premio in denaro destinato ai primi tre classificati, il vincitore vedrà realizzata la propria opera che sarà collocata nel Parco Artistico di Ca’ del Bosco nell’autunno del 2024.

Ca’ del Bosco e l’arte

Il legame fra Ca’ del Bosco e l’arte nasce fin dagli anni Settanta quando Maurizio Zanella percepisce il profondo legame fra il vino e l’immaginazione artistica, entrambi un risultato di un’unione magica fra la aatura, il pensiero, l’anima e i sensi. Ecco perché a Ca’ del Bosco si accede dal Cancello Solare, l’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985 e posizionata in situ nel 1993, una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali di bronzo ciascuno. Ma questa è soltanto la porta di accesso in un mondo che, da quando furono piantati i primi vigneti nel 1968, è stato costruito come un avamposto del rinascimento enologico italiano in cui trova posto una delle più moderne e tecnologiche cantine italiane, oltre a una Galleria d’Arte diffusa che dialoga, all’interno e all’esterno, con opere di assoluta importanza. Come, tra le altre, Eroi di luce di Igor Mitoraj, Codice Genetico di Rabarama, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri, Blue Guardians di Cracking Art, Water in dripping di Zheng Lu, Il Testimone di Mimmo Paladino e Sound of Marble di Tsuyoshi Tane.