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Deditus

21-10-2020
di Erika Mantovan

Nove big di Langa raccontano la vendemmia 2020, tra crisi e opportunità

La crisi del coronavirus e l’impatto sul Barolo, ma anche enoturismo, nuove tecnologie, i contributi dell’UE, l’online e, non di meno, la vendemmia 2020.
Questi i temi trattati da DEDITUS, Associazione che vede al comando Gianni Gagliardo e che racchiude una flotta di aziende storiche delle Langhe ancora oggi a conduzione familiare ossia Azelia, Cordero di MontezemoloMichele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto,  Sandrone Luciano e Vietti.
In un momento storico come quello che si sta vivendo i produttori del re dei vini non si nascondono e, moderati dal giornalista del “Il Sole 24 Ore” Giorgio dell’Orefice, hanno manifestano le loro preoccupazioni circa l’attuale situazione del mercato, ma anche le felici risposte ricevute in questi mesi da numerosi mercati, su tutti quello del nord Europa, dopo un inizio 2020 spumeggiante – in termini di vendite della super annata 2016 prima dello scoppio della pandemia – a cui è seguita una contrazione a causa dell’arresto del settore Ho.re.Ca. che, inevitabilmente, ha causato un effetto domino generale degli ordini.
Ma non per tutti, e non per tutte le tipologie dei vini. “Il Barolo ha ancora tenuto, hanno sofferto di più le altre denominazioni come dolcetto e barbera” – ha affermato Emanuele Baldi, il direttore marketing di Prunotto. C’è poi chi è riuscito a vendere tutto e chi no, come hanno affermato Matteo Sardagna della Poderi Luigi Einaudi e Pio Boffa della Pio Cesare, rispettivamente. Ed è proprio da quest’ultimo che arriva il grido di allarme circa la vendemmia 2021: “Ci sarà lo spazio in cantina?
L’anno prossimo con l’uscita del Barolo 2017 bisognerà vedere quale sarà l’interesse della critica e quale impatto mediatico avrà. Ecco perché oltre all’export, con le risorse a disposizione, è lecito chiedersi quale sia la strategia di promozione migliore con fiere ed eventi b2b annullati: “la strategia di promozione è tutta da reinventare.
Dal momento che la pandemia non si risolverà a breve, è bene presidiare i nuovi canali che si sono creati con il web, ma anche coltivare e crescere nei mercati in cui si può. Conforta il fatto che, essendo il Barolo un vino da invecchiamento, ci sarà una risposta a quella domanda che vuole vini più maturi. Questa la sintesi dell’intervento di Baldi a cui è seguito  quello di Alberto Cordero dell’azienda Cordero di Montezemolo che ha invece messo l’accento sulla mobilità più che sulla promozione: “i soldi piovuti dall’ Europa andrebbero investiti nei trasporti pubblici per garantire la sicurezza ed agevolare gli spostamenti.
Dall’altra parte Stefano Chiarlo della Michele Chiarlo si ritiene sorpreso dei nuovi turisti  che ha visto arrivare nelle Langhe quest’estateche hanno goduto di una terra sempre più green e gourmet invitando afarsi trovare pronti nel 2022 quando si spera che la pandemia sarà passata. “Butto il cuore oltre l’ostacolo, il covid ci lascerà la voglia di vedere e viaggiare e a non rimandare le cose. Dobbiamo cogliere questo momento per digitalizzarci ancora di più e impostare una mobilità sostenibile tra le nostre colline per promuovere un turismo lento adatto a pubblico sensibile alla natura.

Vendemmia 2020

Ad addolcire un po la situazione è arrivata una vendemmia inaspettatamente bella e ricca.
Il punto di vista di Luigi Scavino dell’azienda Azelia mette tutti i soci d’accordo: “le notti fresche registrate da fine luglio sino a meta agosto, e le escursioni termiche, hanno favorito il nebbiolo che abbiamo trovato con profumi eccezionali. Abbiamo avuto il coraggio di aspettare prima di raccogliere nonostante qualche esitazione e timore a causa delle precipitazioni di settembre. La vendemmia si è conclusa a meta ottobre con una maturazione fenolica completa, uve sane dalla buona acidità e grado zuccherino piuttosto alto. Ci riteniamo soddisfatti nonostante la difficolta, a causa del covid, di reperire la manodopera.
 
Luca Sandrone ha sottolineato invece l’importanza di essere un gruppo di famiglie di dimensione tale da garantire il controllo dell’intero processo produttivo e quanto alla vendemmia appena conclusa afferma: “È stata un’annata anticipata e altalenante ma il nebbiolo ancora una volta ha saputo rispondere benissimo confermando il perché sia perfettamente acclimatato nelle Langhe. Il colpo di coda in quelle notti più fresche in cui abbiamo visto le prime nevicate sulle Alpi ci hanno regalato una vendemmia ricca, in quantità e qualità. Ma anche ricchezza nei colori e contenuto di polifenoli.
Anche Emanuele Baldi, conferma la bellezza dei grappoli raccolti, che ha scongiurato non solo eventuali problemi di fermentazione e restituito “un profumo che si sente in pochissime annate. Siamo in balia della natura che, quest’anno, è stata generosa con le uve.