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Crisi delle materie prime

08-02-2022
di Passione Gourmet

Il prezzo del vino aumenta anche del 40%

Se negli scorsi mesi si poteva parlare di allarme, oggi è evidente come il rincaro delle materie prime stia causando una vera e propria crisi nel settore produttivo italiano ed europeo. Gli aumenti di prezzo a doppia cifra e la crescente difficoltà nel reperimento delle merci hanno colpito l’intera filiera produttiva. La conseguenza è che saranno inevitabili aumenti di prezzo per i consumatori finali, ma anche che questa situazione graverà in particolar modo sulle stesse aziende produttrici che, di fronte allo scarso margine di contrattazione con i buyer della Gdo, si troveranno a dover ammortizzare internamente la maggior parte di questi rincari.

Tutto ciò riguarda anche il settore vitivinicolo, con un aumento dei prezzi a scaffale anche del 30%.
I costi alle stelle riguardano tutto, dalle materie prime secche al prodotto, dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusure delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container che sono lievitate del 400%) all’energia elettrica fino al prezzo medio del vino stesso, che sale in diversi casi a +40% rispetto allo scorso anno” riporta The Wine Net che, in un appuntamento digitale andato in scena questa mattina, ha riunito i delegati di 7 cooperative del settore per discutere della problematica.

Il webinar organizzato da The Wine Net.

La sensazione è che non ci sia visione d’insieme di un problema che accomuna tutti i soggetti della filiera” sentenzia Giovanni Greco, presidente della Cantina cooperativa Cva Canicattì. “A fronte di un aumento medio del 30-40% dei costi di produzione, un aumento andrà a incidere sui listini per il 10%, ma il resto ricadrà sulle aziende produttrici. Temo che saranno i più deboli a pagarne le conseguenze. Servono accordi interprofessionali, un nuovo modello di relazioni all’interno della filiera.”

Di simile avviso Felice di Biase, direttore di Cantina Frentana. “Bisogna far capire ai buyer che dietro la nostra bottiglia si cela un territorio, un’azienda fatta anche di 200 famiglie. Se l’interlocutore abbraccia questa visione, ci sarà più disponibilità da parte di entrambi per trovare un punto di incontro. Un rapporto condiviso, che aiuta tutti i soggetti della filiera, è una delle soluzioni eticamente accettabili che possono aiutare ad uscire da questa impasse”.