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Carlo e Camilla in Duomo

06-06-2019
di Passione Gourmet

Un ritorno alle origini

Carlo Cracco dopo l’apertura di Carlo e Camillo in Segheria in via Meda e l’abbandono del progetto di Garage Italia riparte rilanciando la sua prima casa milanese in via Victor Hugo all’altezza del civico numero 4: Carlo e Camilla in Duomo. Una riapertura che omaggia la sua città con spazi reinterpretati, nuove formule di menu, più informali, che strizzano l’occhio ai cittadini della metropoli meneghina. Il valore affettivo di Cracco per questa location è incalcolabile “forse” per i nove anni trascorsi – pieno di sogni e progetti – in cui è riuscito a materializzare il suo talento creando ricette che lo hanno reso celebre nel mondo. Poi sono arrivate le stelle, la Tv e la conferma di riuscire a spostarsi in Galleria. 

Con l’acquisto di una vetrina di Peck il ritorno, in un altro stile, è possibile grazie ad un proprio ingresso, direttamente nel bar-caffetteria adatto per chi si ferma a colazione, per uno spuntino (sandwich, insalata, pizza), per un estratto o un cocktail all’aperitivo. Un piccolo spazio raffinato nei dettagli preludio a quelle che sono le scale che arrivano al cuore del locale, la sala ristorante con luci soffuse e pavimenti neri.

I menu trasversali

Hanno un forte richiamo – con il sorriso di chi non vuole prendersi troppo sul serio – agli stili di vita di chi vive Milano e non, nominati  Il Milanese imbruttitoIl Bio, L’influencer e Il Mammone. Aspetti sociali contemporanei impiattatati da Gabriele Faggionato, già all’ombra di chef Cracco a Garage Italia. Che ci da il benvenuto proponendo un delizioso tuorlo d’uovo fritto con parmigiano e asparagi in cui apprezzare il gusto delle materie, le cotture e l’equilibrio dei sapori. Dal menu Bio i fiori di zucchina ripieni di ricotta di bufala accompagnati da piselli e quinoa rossa, sono esemplari e delicatissimi, consistenti nel ripieno ma sopratutto di grande impatto scenografico, così belli e colorati da sembrare finti. Essendo poi nella capitale del risotto alla milanese è inattuabile la scelta di non provarlo, arricchito con ossobuco, in un gusto nutrito dalla sua cottura appuntita così come per la guancetta di vitello brasata con purè di patate e spinacini. Il gran finale è giocato su un trionfo di frutti rossi con yuzu e menta, freschissimo e leggero da ordinare con gioia al punto in cui si vuole ultimare il pasto perché ogni portata è generosa e a prezzi accessibili con la più cara a 25 euro.

La galleria fotografica: