Canalicchio di Sopra

Il territorio ilcinese ha un fascino che attira da ogni dove, tanto turisti quanto cultori della materia enologica. È indubbio che Brunello di Montalcino sia un nome il cui solo suono nella sua morbida lunghezza della pronuncia fa presagire e immaginare un kalòs kai agatòs ricco tanto di fascino quanto di sostanza, e ciò è tanto più vero per l’azienda che stiamo per raccontarvi, Canalicchio di Sopra.

Qui forma e contenuto, geografia e uomo che, in simbiosi completa e totale, ha dato luogo ad una storia che ammalia e avvolge. Storia che diviene contemporaneità, crea tasselli e, di volta in volta, di anno in anno, momento di confronto. Dal Brunello al Rosso di Montalcino, se non ci sono delle denominazioni precise e definite di Cru, come possiamo – per esempio – trovare in Borgogna, ciò non significa che Montalcino sia tutta uguale, anzi.

Storia di una parcellizzazione a Montalcino

Canalicchio di Sopra nasce nel 1962, da alla luce il primo vino nel 1966, l’anno dopo è tra le aziende fondatrici del Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Diciannove ettari vitati intorno alla cantina a Montalcino, tra Montosoli, Casaccia, Cerrino, Suga, Bersaglio e Vecchia Mercatale, aree particolarmente favorevoli sia per orografia (siamo a Nord) sia per composizione del suolo tra galestro e argille rocciose.

Un’azienda familiare, piccola ed attenta, appassionata e fortemente leale nei confronti di un terroir così generoso.

Quattro le espressioni prodotte tra Brunello Riserva, Brunello, Rosso di Montalcino e La Casaccia, un Brunello da un unico vigneto nonché il primo riuscitissimo esempio del lavoro di parcellizzazione messo a punto dall’azienda, che riesce a mantenere la sua identità anche nelle annate meno favorevoli. Il fil rouge di tutti i vini è l’eleganza, un’eleganza che mantiene elevato un profilo che è già di per sé di alto livello. 

In Italia è distribuito da SAGNA S.p.A.

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