Yeatman

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17,5/20

OSPITALITÀ

18/20

PREGI
Una grande Maison portoghese per un’esperienza gastronomicamente impeccabile.
DIFETTI
Il dolce principale non a livello, molto alto, del resto del menù.

Un baluardo della cucina portoghese

L’effetto collaterale dei celebri ristoranti posti in bellissime location può facilmente risiedere nel fatto che la cornice potrebbe rubare la scena al quadro “contaminando” l’esperienza gastronomica con fattori esterni tali da far risultare complesso, poi, focalizzare l’attenzione sul livello della cucina. La meravigliosa città di Porto, infatti, giace languida subito al di là del Douro, il fiume che separa le due municipalità di Porto, appunto, e dell’altrettanto fascinosa Vila nova de Gaia, suscitando alla visita e alla vista entusiasmi e sensazioni di contagiosa intensità. Anche l’accoglienza, da grande maison, contribuisce non poco a questo stordimento estetico, specie se prima del pasto ci si gode la terrazza dello Yeatman contemplando tutta la città. Quando però ci si siede alla tavola del ristorante di Ricardo Costa, chef di grandissimo valore che officia qui dal 2010, anno di apertura dello Yeatman, quanto appena ammirato, just as it is, con naturalezza, per nulla scontata, cede il posto a un’esperienza gastronomica di notevolissima levatura. Materie prime, per lo più locali, presentate al meglio possibile in piatti impeccabili per fattura, concezione, freschezza, che riprendono sapientemente sapori e tradizioni lusitane. Il tutto con un gusto che spazia dal caleidoscopico utilizzo di spezie e verdure alla sublimazione di molti ingredienti nobili che qui non recitano la parte di scorciatoie di “palazzo” per affermare opulenza bensì funzionali alla costruzione di architetture per nulla scontate e di assai cospicuo valore.

Il percorso

Cartina di tornasole evidente? La Triglia, per esempio, cui il daikon, il kimchi, e una cipolla tostata fungono da delicato accompagnamento alle tenere, e troppo spesso bistrattate, carni cui una vivace erba cipollina dona uno svolazzo finale decisamente congruo e soddisfacente. Squisita la Ventresca di tonno che tagliata a fette, marinata e affumicata viene esaltata da un olio di chorizo che la definisce con note piccanti e dallo iodato di cannolicchi per un piatto davvero d’autore. Definitivo il Maialino, in una delle espressione più deliziose che ci sia capitato di assaggiare, croccante e scioglievole con una concentrazione di gusto da fondoscala. Non si può non menzionare l’opportunità di attingere dalla ricca, ricchissima cantina di Porto di cui il ristorante è fornito e di cui ci è stata fornita eccellente testimonianza col Porto invecchiato in botte 20 anni degustato per il predessert o il porto ‘63 per il dessert. Si sta benissimo in un locale di respiro internazionale ma fortemente ancorato al territorio e alla tradizione portoghesi.

IL PIATTO MIGLIORE: Il maialino da latte.

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Claudio Persichella

Professionista della forchetta (ex Norbert). Approdato tardi - ma meglio tardi che mai - alla divorante passione per l'alta cucina ha la convinzione che diffuse nel modo opportuno le esperienze possano far avvicinare un gran numero di persone a questo settore sfatando i luoghi comuni. Dopotutto il nostro e' un paese di potenziali buongustai vista la ricchissima presenza di materie prime di altissimo livello di cui abbondiamo. E cosa c'e' di meglio che abbinare ad un pasto da re una gioiosa convivialità?

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

17,5/20

OSPITALITÀ

18/20

PREGI
Una grande Maison portoghese per un’esperienza gastronomicamente impeccabile.
DIFETTI
Il dolce principale non a livello, molto alto, del resto del menù.

INFORMAZIONI

PREZZI

Unico menù degustazione a 260 €

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