Fermento Emilia 2025

Un’evento all’insegna dei vignaioli indipendenti

Siamo giunti alla IV edizione di Fermento Emilia, Salone dei vini artigianali delle Valli emiliane, sottotitolo dell’evento annuale al Castello di Montecchio (RE). L’idea è di Matteo Garimberti, imprenditore e appassionato di vino che nel 2020 fu colpito dal fermento culturale e produttivo delle nuove generazioni di vignaioli emiliani, intravvedendo un messaggio di riscatto identitario: «Un evento con al centro l’anima rurale dell’Emilia, i suoi vignaioli indipendenti, custodi di un sapere antico che si rinnova ogni giorno nei filari, nelle cantine, nei bicchieri.» Dalle sue parole si coglie l’interesse verso chi lavora la terra con dedizione, relativamente fuori dalle pressanti logiche di mercato.

Le Masterclass

Due sono stati i momenti di approfondimento: I passiti dell’Emilia e Verticale di PERIVANA della cantina Storchi il Cabernet Sauvignon in purezza dei fratelli Gianni e Marco, sopra Montecchio Emilia. Sette i passiti coinvolti nella Masterclass guidata da Giacomo Faelli, Sommelier Onav e relatore nel mondo del vino.

I passiti

L’Italia ha una bella tradizione di passiti e l’Emilia non fa eccezione, anzi è una sorpresa scoprire tante realtà provinciali. Con uve Malvasia Di Candia Aromatica, dalle colline di Parma Aldini ha presentato Malvasia Passita 2023 dall’olfatto a tratti sulfureo, torbato, con note di Kumquat e di smalto, oltre il cuore di albicocca disidratata; da Montecchio Emilia Quarticello, Stradora 2023, dal palato complesso, seppure non evoluto, con note di polpa di pompelmo, persistente oltre le parti morbide. Poi Croci, zona Castell’Arquato (PC): Emozione di ghiaccio 2011, da uve 70% Malvasia di Candia e 30% Moscato, è un Ice Wine emiliano! Il suo colore giallo ambrato fa subito innamorare, ma ora è di difficile reperibilità. Luca Messori, Anna Beatrice, colline reggiane, realizza Oro di Valle già dal 2007, unico da uve Spergola prevalenti, oltre un 15% di Malvasia. Dal palato complesso, dopo lo spettro aromatico, mai stucchevole, spazia fino a note di caramella al rabarbaro, sulle parti morbide del frutto a pasta gialla, chiudendo con la lieve eredità bitter tipica di questo vitigno dei colli di Scandiano. Terraquilia, con Giorgia Mattioli, da Guiglia, colline modenesi, propone Dolce Matilde 2020 da uve Malbo Gentile, diverso dagli gli altri per il colore rosso rubino con velature granata. Fresco all’olfatto, al palato contrasta la lieve astringenza, ma aiuta il glicerolo, su note fruttate di ciliegia matura e miele di castagno. Stesse uve per La Pinona 2020, della Cantina nel Frignano (MO) coi vigneti intorno ai 500 metri slm. Olfatto e palato lasciano evidenti note del legno grazie alla sosta in barrique per 12 mesi. Chiude Visconti: Vin Santo di Vigoleno 2016 (non un passito). Siamo sui colli piacentini, ove pochissime aziende lavorano un “fazzoletto di terra” con uve Santa Maria e Melara. La sua forza sta nel poter invecchiare a lungo, oltre il colore di un caramello intenso, con nuances ambrate, impenetrabile e denso. Annate come la 2010 e la ‘04, hanno saputo commuovere. Olfatto e palato, fra descrittori e persistenza sono un romanzo.

I passiti degustati a Fermento Emilia.
I passiti degustati a Fermento Emilia.

La verticale di Perivana

La Masterclass verticale di Perivana, Colli di Scandiano e Canossa DOC è stata condotta dal giornalista e scrittore Paolo Tegoni con Gianni Storchi che ha raccontato i suoi vini. È una piccola cantina, non l’unica in Emilia a creare un rosso fermo da Cabernet Sauvignon, di certo è un riferimento che alla cieca potrebbe far confondere, quanto meno per provenienza. In sequenza, dalla 2021 -giovane con il suo colore rosso rubino intenso, in divenire nello stato evolutivo- le annate 2017-13-09 e la 2005. Il nome sulla essenziale ed ecologica etichetta è un omaggio a mamma Ivana, mentre il contenuto si deve a Gianni e Marco che lavorano il loro podere in assoluta sintonia con la natura, fra i filari rinfrescati dall’aria che scende lungo la valle dell’Enza dividendo le province di Parma e Reggio, su terreni alluvionali calcarei.

La 2017 è stata un’annata torrida, segnata anche da due grandinate, ma dopo gli anni in bottiglia, Perivana si riscatta, superata la lieve nota ossidativa iniziale. La 2013 porta alla massima espressione questo vino, con equilibrio, un olfatto persino ingannevole sulla freschezza che solo al palato, per complessità rivela gli anni passati. Sono vini che sostano in botti piccole e tonneau per 24 mesi, estendendo sempre la complessità, oltre la connotazione varietale del Cabernet Sauvignon, con sentori di pepe e spezie, tabacco scuro e relativa balsamicità. La 2009 riporta sopra a tutto alcune note mentolate, oltre le tipiche sensazioni di foglia di pomodoro. Infine la 2005, più simile alla ’13, aggiunge un ricordo al naso di mallo di noce. Fermento Emilia è un omaggio a queste terre e dall’affluenza rivela l’interesse crescente del pubblico alla ricerca di nuovi nomi e piccole realtà vitivinicole, dagli assaggi cantina per cantina alle Masterclass, il tutto con un costo decisamente accessibile, in una location che viene dal passato con la genuina accoglienza emiliana.

Visited 200 times, 1 visit(s) today

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Wine Notes Visualizzazioni:67

Rioja, il simbolo della Barcelona Wine Week

La regione di Rioja Di ritorno dalla Barcelona Wine Week non posso che essere piacevolmente...

Recensioni Ristoranti Italia Visualizzazioni:426

Il Portico

Seduti alla tavola del ristorante Il Portico il piatto regna sovrano e le sovrastrutture ideali...

Trattorie Europa Visualizzazioni:638

Ultramarinos Marín

Ultramarinos Marín è il tempio di Borja García, uno chef con una mano tanto leggera nelle...

Close