Valutazione
Pregi
- L’ubicazione di rara storicità.
- La poliedricità dei piatti in assonanza alle culture cosmopolite degli chef.
- Aperto tutta la settimana, a pranzo e a cena.
Difetti
- Presenza di un solo menù degustazione.
Un approccio multicultural
Da quando a Karime Lopez si è aggiunto (oltre che nella vita) Taka (hiko) Kondo, la cucina del ristorante Gucci Osteria si è arricchita della immensa cultura nipponica. In apparenza antitetica a quella messicana ma nella sostanza convergente, tra grazia e leggiadria artistica. Unione armoniosa di gusti internazionali, giocati sulle leggerezze, pochi carboidrati a vantaggio delle proteine, vegetali e animali, con uno stile qui giocoso, tecnico e pulito. Caratteristiche incastonate alla perfezione nella “green room”, colore-impronta inconfondibile della maison d’alta moda calatasi nella cucina. Il format italiano di Gucci Osteria beneficia oggi della comune esperienza fatta dal duo Lopez/Kondo nel tempio gastronomico modenese, propenso a scomporre sensazioni, decostruire e rivisitare classici della tavola. Una rilettura “multicultural”.
Il “Grand Tour” che va oltre l’estetica
Il nome dell’unico percorso di degustazione disponibile è quasi evocativo. Il Grand Tour era il giro delle principali città e zone di interesse artistico culturale europee diffusosi nel XVIII secolo. Meta fondamentale e di accrescimento era l’Italia con la sua arte che più di ogni altra disciplina, è votata al senso estetico, sensibilità per ciò che è dotato di una bellezza pura, o ancora, sensibilità per ciò che è bello all’interno di realtà eterogenee.
Volendo traslare il concetto a questo menù, è bene partire dalla volontà di farci viaggiare, ma attorno al globo, tra tecniche e tradizioni, profumi e profondità gustative, attualissime punte di piccantezza incluse. Comune denominatore è l’unicità della materia prima, eccellente, tutta italiana, essenziale per la creazione di…arte. Scintille che esplicano questo assioma scoccano al palato in una sorta di “disordine” temporale nella brillante concezione della Colazione all’italiana dolce che diviene salata o nella ricostruzione di un grande classico, Prosciutto e Melone; adagiati su una base di spaghetti cotti in acqua di tre pomodori e serviti freddi, un mix di dolcezza e freschezza, in contrapposizione all’acidità della varietà (mantovana) del frutto. Di progressiva e dirompente intensità il Fuori dalla Norma, reinterpretazione della famosa pasta in un viaggio Sicilia/Asia, proposta con leggeri Ravioli fatti con acqua e farina di riso e riduzione di rapa rossa, ripieni di melanzana fritta, cipolla e pomodoro, rifiniti con formaggio Comté 26 mesi. Altro viaggio intercontinentale da boschi e campagne giapponesi a quelle italiane, il succulento e più complesso Pollo Ryoshi (tecnica di cottura yakitoriLo yakitori è un piatto tipico della cucina giapponese, e consiste in degli spiedini di pollo. Gli yakitori sono composti da pezzetti di pollo o da frattaglie dello stesso infilzati su spiedini di bambù e grigliati, di solito su carbonella Binchōtan. In Giappone, nei ristoranti di yakitori (yakitori-ya), si ritrova ogni possibile parte di pollo. È quindi possibile ordinare spiedini... Leggi); due alette collo nudo di 160 giorni, preparate in maniera differente tra loro. Da un lato del piatto bianco la carne glassata alla “cacciatora italiana”, con tartufo nero e riduzione di stufato; dall’altro, la versione giapponese, farcita con riso, misoE' un condimento di origine giapponese derivato dai semi della soia gialla, cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo o riso, segale, grano saraceno o miglio. È diffuso in tutto l'estremo Oriente, soprattutto in Corea e Giappone, dove svolge un ruolo nutrizionale importante, essendo ricco di proteine, vitamine e minerali. Il miso funge da base per numerose ricette e zuppe... Leggi di funghi porcini e daikon marinato. Tanto distanti quanto quasi tangenti, ricche di irresistibili ritorni di note speziate e di calibrata pungenza, allungata questa, proprio dal daikon, non solo dunque ripulente.
Sala e cantina perni in crescendo, con la seconda in piena aderenza ai piatti, se vogliamo anche di non immediato abbinamento; con la cui vini è possibile divertirsi assai assieme alla brava Erica Vivace. Quella da Gucci Osteria è una esperienza stimolante, che fa, della sua continua evoluzione – confluente nell’attribuzione del nostro punteggio – un elemento d’indubbio e crescente interesse. Moda e raffinata cucina, elegantemente connesse, piacevolmente coesistenti oltre che di raro italico calibro culturale.
IL PIATTO MIGLIORE: Pollo Ryoshi, collo nudo con riso, miso di funghi porcini e daikon marinato.
Effettivamente verrebbe da dire: quanta bellezza!!!
Mi trovo ben allineato a questa scheda e mi complimento per l’esposizione. Essendoci tuttavia stati anche noi proprio alcune settimane fa, quello che posso dire è che lo chef mi è sembrato poco partecipativo, mentre l’altra chef non pervenuta. Senz’altro una cucina che fonda sull’eleganza un po’ tutto ma a noi è sembrata prevalere un po’ la “forma” di un brand. Nostro modesto parere. Punteggio giusto. Comunque ripeto, lettura interessante.
Sono d'accordo, lettura bella e critica ma il prezzo rispetto a quello che si mangia è davvero senza logica. A 200 euro ci sono menù superiori anni luce e non parlatemi di influenza del luogo o della tecnica perchè non tengono, specialmente in città come Firenze