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L’enotecario al tempo del Covid-19

Vino
Recensito da Sofia Landoni

Creatività ed empatia

Potrebbero esistere tante definizioni di creatività e, forse, nemmeno una di esse sarebbe esaustiva. Oggi vogliamo discostarci dalla moda opinionista che imperversa pazzamente in ogni canale di comunicazione e preferiamo incontrare due figure. Due persone, che hanno strizzato l’occhio alla creatività un po’ per desiderio e un po’ per necessità, e che in questo particolare frangente storico rivelano la somiglianza dei loro profili, vestendosi più che mai dei riconoscibili panni dell’enotecario.

Gabriele Galli e Marco Stano sono precisamente questo nella vita: sono enotecari. Vendono vino al dettaglio, seppur utilizzando fino ad ora due canali differenti. Se il primo, infatti, ha scelto di aprire il proprio ecommerce Winedoor, il secondo ha preferito la concretizzazione stanziale e ben radicata a terra delle sue Enoteche Hic. Diversi? Forse, ma forse la figura picassiana dell’enotecario presenta entrambe queste sfaccettature, disegnando l’immagine di una passione in atto capace di trasformare un meccanismo in un gesto.

Gabriele e Marco sono cresciuti nel tempo con le proprie attività, affrontando quelli che sono stati i rispettivi limiti e le difficoltà. L’ostacolo odierno si chiama Covid-19 e, questa volta, li accomuna entrambi. Un cambiamento, dunque, si è reso necessario sia per loro che per i loro clienti.

C’è stato un aumento di lavoro oltre le aspettative – afferma Gabriele – si può dire che sia addirittura raddoppiato”. Una curva esponenziale che è sicuramente apprezzata, anche se – a dire il vero – la cosa che colpisce maggiormente Gabriele è un’altra. “La ‘svolta epocale’ che si sta verificando nell’attività di ecommerce è soprattutto il cambiamento della percezione da parte del consumatore, il quale sta iniziando a capire che non solo si può ordinare vino online, ma soprattutto che dietro a un ecommerce ci sono delle persone ed esiste la possibilità di relazionarsi con esse attraverso consigli e approfondimenti; la comunicazione è sempre stata, per noi, un fattore importantissimo, così come lo sono tutti quei dettagli che non sono indispensabili ma che fanno però la differenza”. La scelta dei prodotti, la stesura dei testi, la disponibilità al confronto telefonico per la finalizzazione dell’ordine: tutti ‘dettagli’ che fanno in modo di poter dare un nome anche ad una pagina online, impreziosendo un atto di compravendita con l’interazione umana che rimane sempre diversa per ogni soggetto.

Per Marco, invece, l’approccio personale è sempre stato un punto di forza evidente a tutti. La sua clientela è cresciuta a suon di “ciao, cosa ti va di bere oggi?” e si è espansa grazie al passaparola di consumatori abituali o avventori occasionali che hanno trovato nei locali di Marco il luogo ideale dove – come ci ricorda lui stesso – “concedersi una coccola”. Per le Enoteche Hic era già in fase di avviamento un progetto di ecommerce, ancor prima di questa emergenza sanitaria che, inevitabilmente, ha accelerato i tempi. “Le persone vengono da noi per regalarsi un momento di piacevolezza o anche per approcciarsi al vino con una continua ricerca sulle annate e sui produttori. Adesso siamo noi ad andare da loro, ma proponiamo la stessa esperienza. Quello che porta in sé il prodotto vino è rimasto”. Marco guida personalmente i suoi clienti nella scelta della bottiglia ancora adesso, per via telefonica, ammettendo che in fondo questa rimane e rimarrà sempre una delle parti più gratificanti ed entusiasmanti del proprio lavoro.

Quelle che erano le complementari fattezze dell’enotecario tradizionale e di quello via ecommerce sembrano ora fare perno su un punto comune imprescindibile, ossia la diversità propria di ogni essere umano esercitata nella capacità di relazionarsi con il curioso, l’appassionato, l’esigente e il neofita. L’essere umano tesse la trama di quei dettagli che non solo fanno la differenza, ma che danno anche spessore a un lavoro che divulga e promuove un potente veicolo di relazione, il vino. Il vino nasce come relazione e continua ad esserlo in ogni fase del suo percorso. Persino ora, che entra nelle nostre case con una frequenza fortunatamente quotidiana. La persona dell’enotecario è, in questo momento, qualcuno che sta dando un grande apporto all’ostinata affermazione di una “normalità”, intesa come tenace desiderio di vivere qualcosa di bello e appassionante nonostante le difficoltà che innegabilmente ci sono. Sono gli enotecari che ci accompagnano ancora una volta e concretamente nel mondo del vino, forse più di tutti gli altri. Più di noi che lo comunichiamo, più di coloro che regalano approfondimenti e seminari video. In fondo, va proprio a loro e a tutti i produttori il ringraziamento per consentirci di relazionarci ancora alla primavera di una bottiglia viva, qualunque essa sia, per strappare un sorriso ora ammiccante ora stupefatto davanti a un nettare che, in tutto questo tempo, continua a vivere al di là di un vetro.

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