Gen Yamamoto
Lo Zen e l’Arte del cocktail alla frutta
Un viaggio in Giappone, se si ha la fortuna di tornarvi con una certa frequenza, si traduce sempre più spesso nella ricerca del perfetto shokunin, l’artigiano che trova il senso della sua esistenza nella pratica del proprio lavoro nel modo migliore immaginabile, attraverso la ripetizione quotidiana di gesti sempre più sapienti, in una tensione continua alla perfezione.
Un passaggio da Gen Yamamoto è un’esperienza molto didattica in questo senso.
L’ambiente ha la semplicità e l’eleganza che solo da queste parti si riesce a coniugare così bene: una decina di posti scarsi intorno a un antico, meraviglioso bancone di quercia. Pochi scaffali con qualche bottiglia esposta, un vaso in un angolo con un ramo fiorito. Al centro della scena, operoso ma tranquillo, lui, Gen, impeccabile nel suo smoking bianco, a preparare le sue meraviglie.
Cocktail che danno alla frutta del Giappone il risalto che merita, accompagnandola con i contrappunti alcolici più adeguati per un risultato finale sempre originale, sorprendente e appagante.
La proposta è declinata in due possibili menu “degustazione” da 4 o 6 bevande, spiegate con dettaglio di particolari nell’ottimo inglese del protagonista che ha vissuto a lungo a New York.
E se tutto è inevitabilmente eccellente, quello che più colpisce è l’armonia generale, il senso profondo che un’oretta da queste parti regala, immancabilmente ogni volta che si ritorna in questi pochi metri quadrati. Un piccolo tempio in cui si officia, ogni giorno, una cerimonia di bellezza e semplicità che regala un’ora magica a chi vi partecipa e mostra quanto in questo meraviglioso paese si riesca sempre a costruire novità che poggiano su “strati” di storia. Senza sfoggi, senza concessioni alle mode, lasciando agli ospiti e alla loro curiosità lo spazio giusto per cercare di farsi loro stessi attori di questo rituale.
Imperdibile è aggettivo abusato per le esperienze da queste parti, ma in casi come questo è difficile trovarne un altro.