Valutazione
Pregi
- Vera cucina del territorio a prezzi commoventi
Difetti
- Servizio sbrigativo e sala poco accogliente
Quella dei fratelli D’Addio è una bella storia, che racconta di passione e coraggio.
Passione per la cucina ed i prodotti del territorio, coraggio di iniziare e continuare un’attività imprenditoriale che, seppur con qualche basso, macina coperti a pieno ritmo in un territorio non facile, lontano dalle principali direttrici turistiche e depresso economicamente.
Puglianello è un borgo antico, raccolto, grazioso, a pochi chilometri da Telese Terme, rinomato centro termale, che i D’Addio hanno reso teatro delle loro ammirevoli iniziative.
Da un lato Mario, in piazza, con l’Historia, una delle migliori birrerie della regione, animata da superba competenza e splendidi prodotti, dall’altro Raffaele, pochi metri più in là, con il Foro dei Baroni, ristorante, più che osteria, e discreta pizzeria.
La gavetta dello chef è di quelle serie, che ti segnano: per lungo tempo ad officiare dietro la porticina rossa in quel di Labico fianco a fianco con uno dei mostri sacri della cucina romana. Indi la decisione più difficile: mettersi in proprio.
Non a Roma, però, ma nel paese natìo, 1400 anime che di certo non lo hanno aiutato a smentire il triste ma veritiero brocardo “nemo propheta in patria”.
Cucina “gourmet” per alcuni anni. Una follia a Puglianello, seppur a costi sempre contenuti.
Qui gli stomaci “forti” sono abituati a ben altre quantità, D’Addio è un alieno.
Insegnare non è mai facile, cultura gastronomica tantomeno, ma si lotta, contro il destino già segnato.
Poi la svolta, per sopravvivere.
Viene definitivamente accantonata la spinta creativa per venire incontro non solo alla clientela locale, ma anche ai rimbrotti del commercialista.
La qualità, però, non è stata abbandonata. E con essa la tecnica.
La proposta è più semplice adesso, ma mai banale, ed il piacere di sedersi ad uno di questi tavoli è immutato.
Il servizio è giovane, forse un po’ sbrigativo e non esaustivo, ma sono dettagli a questi prezzi. 29 euro per 5 portate è un miracolo, non abbiamo altri termini per definire l’onestà del conto finale.
La “Cas e ova”, pasta mista con pecorino e spuma di tuorlo è lussuriosa, i paccheri con cinghiale e ricotta infornata sono potenti.
Certo, non si gioca di fioretto, ma la proposta non è mai greve.
Interessante è la doppietta maiale nero casertano e di razza Mangalica, di provenienza est Europa, equilibrata dall’acidità dell’insalata di puntarelle.
Discreta la chiusura dolce.
Allungatevi fin qui per una sosta golosa, non ve ne pentirete, magari facendo precedere o seguire il pasto da una sosta nella birreria di famiglia, fiore all’occhiello del mondo luppolato campano.
Orzo perlato con erbette spontanee, pomodori secchi Verticelli, Taralli La Matarca e cacioricotta cilentana Amaltea. Risottato e sapido.
“Cas e ova”…Cacio ed uova: pasta mista del Pastificio dei Campi mantecata con lardo, pecorino e spuma di tuorlo.
Paccheri del Pastificio dei Campi con sfilacci di cinghiale, ricottina affumicata ed infornata.
“Past’ e patan”…:gnocchi di patate con colatura d’alici su salsa di sedano carota e cipolle.
Tagliata di manzetta prussiana con rucola croccante e riduzione di aceto balsamico.
L’incontro tra: Maiale di razza Mangalica & Maiale nero casertano.
Trio di cioccolato.
“Piaceri autunnali”: mousse, candito e morbido di castagna, caldarroste e salsa ai frutti rossi.
Non mi sono ancora recato, ma quanto prima sarò da Voi per assaggiare tutti questi buoni prodotti