Recensione Ristorante
Quest’anno la Frasca compirebbe quarant’anni.
Il condizionale è d’obbligo, visti i numerosi cambiamenti ed avvicendamenti : non c’è più il fondatore – nonché storico patron – Gianfranco Bolognesi, non siamo più a Castrocaro e soprattutto non c’è più la seconda stella Michelin.
C’è e rimane ben saldo al timone del comando – e di questi tempi, mi si conceda, non è affatto scontato 😉 – lo chef Marco Cavallucci, Romagnolo di San Piero in bagno e fratello di Paolo Teverini dell’omonimo Ristorante a Bagno di Romagna, giunto a Castrocaro in tenera età nel lontano 1977.
Pur in una location completamente diversa, c’è e rimane quell’atmosfera chic ma al contempo estremamente accogliente che valsero a suo tempo l’appellativo di “Casa di Romagna”.
Siamo nella giovane e frizzante Milano Marittima, così come giovane e frizzante è la nuova gestione dei fratelli Enrico e Fabio Braghittoni. Albergatori di famiglia e già titolari di un ristorante sulla spiaggia – anche qui recupero della memoria, lo storico “Amarissimo” a Lido di Savio – e dell’unico wine bar in città – ”la Cantinaza” – degno di questo nome e di buon (e meritato) successo.
L’aria giovane è immediatamente palpabile, grazie ad un servizio attento ma cordialmente informale ed easy goin’ e ad alcune interessanti iniziative ed opportunità, come le serate a tema sulla rotonda Don Minzoni al fresco dei pini che contornano l’area circostante o il simpatico portachiavi/tessera opera di un artigiano locale, che dà diritto a clienti affezionati ed amici ad uno sconto del 20% .
Capita così di trovarsi in un pranzo infrasettimanale con un paio di tavoli di ragazzi (per lo più barman, deejay e P.R. dei tanti locali vicini) in pausa pranzo venuti per “un piatto e via” in una sala altrimenti, con ogni probabilità, semivuota.
Quello che invece non manca mai è la solidità e la certezza di una cucina affidabile e di tradizione, tanto nelle carni che nelle preparazioni di mare.
Come nel caso del carpaccio di Scorfano, caviale Sevruga e mandarino, di fresca materia e buon assemblaggio; o nell’ineccepibile (dote di famiglia…) terrina di foie gras con gelatina all’albana e composta di cipolla Tropea al balsamico; e ancora gli squisiti, generosi ed appaganti tortelli con ragù di piccione lenticchie e rosmarino.
La carta dei vini è importante, così come i prezzi in genere, più vicini ai due macarons, presenti sino a qualche mese fa, e le proposte di accompagnamento al calice sono solerti e mai banali.
Certo, qualche transilvanica ragnatela ogni tanto fa capolino, l’onnipresenza di tartufi e foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi (a cui è dedicato un menù apposito) e la ricchezza di fondi e salse … ma in fondo questa è una buona cucina di stampo classico. Parlassimo di calcio a chi condannasse la marcatura di Claudio Gentile riservata al “Pibe de Oro” a Spagna ’82 con fermo orgoglio italiota risponderemmo che il calcio non è certo sport per signorine.
E allora ci si può abbandonare a due grandi classici dello chef con l’agnello tartufato con patate gratinate e anelli dorati di cipolla per poi perdersi nel secondo girone dell’Inferno Dantesco con le lussuriose tagliatelle gratinate con ragù di fegatini di pollo e salsa al foie gras.
Ancien Régime? Può darsi. Barocco? Sicuro.
Ma vuoi mettere la goduria…
E allora ,barocco per barocco, per la conclusione dell’ottimo pranzo sfocio nel più squisito trash anni ’80 richiedendo provocatoriamente un cocktail di gamberi come dessert: le mazzancolle nostrane al vapore sono un’esplosione di gusto freschezza, la salsa elegante e la polvere d’arancio una nota aromatica azzeccata e discreta.
Paradigmatico!
entrée: loacker di foie gras e nocciola
il pane
carpaccio di scorfano caviale sevruga e mandarino
terrina di foie gras e gelatina all’albana
tortelli al ragout di piccione,rosmarino e lenticchie
tagliatelle gratinate fegatini di pollo e salsa al foie gras
vini
“dessert” 😉
la cantina a vista
il pregio: storica e concreta cucina di stampo classico…
il difetto: …che qualcuno potrebbe trovare démodé 😉
La Frasca
Rotonda Don Minzoni, 3
Milano Marittima (RA)
Tel. +39.0544.995877
Aperto a pranzo e cena
Inverno chiuso il lunedì e martedì
Estate sempre aperto
Visitato nel mese di Aprile 2012
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Raffaello Ravagnan
2 Comments
bella recensione anche se nn ti ho sentito ispirato come in altre occasioni.
Quando c’è il cocktail di gamberi sono sempre ispirato… ;-D
Grazie,gadgg’!