Passione Gourmet Unione italiana vini - Passione Gourmet

Unione italiana vini

10-07-2021
di Passione Gourmet

Un’assemblea per affrontare temi di trend mondiale

Si declinano individualmente e nel rispetto dell’ambiente, l’impegno etico e l’attenzione per la salute, questo il trend registrato da uno studio di Wine intelligence, società leader nella ricerca sui consumatori di vino. Il rispetto ambientale sta diventando un driver di scelta importante quasi quanto il prezzo, soprattutto nei consumatori che generano più volumi e non son necessariamente esperti.

Cosa vogliono i consumatori? Prodotti provenienti da aziende sostenibili, attente all’ambiente, e che mettano in atto pratiche commerciali eque e, non ultimo, che siano attente agli sprechi.

Attività che, beninteso, devono essere rigorosamente garantite da certificazioni credibili e possibilmente ufficiali.

Le risposte della politica: Decreto Sostenibilità

In Italia, l’indirizzo di utilizzo dei fondi provenienti dal Recovery fund è quello della transizione digitale ed ecologica del paese nei settori ambiente, economia e sociale, all’interno dei quali si inserisce quindi, anche tutta la filiera agroalimentare.

È in attesa di approvazione il Decreto sostenibilità che comprenderà una quarantina di parametri per poter apporre un bollino “sostenibilità” verde sull’etichetta, di aiuto fondamentale al consumatore per semplificargli la scelta. Nel Parlamento europeo si sta discutendo della “Farm To Fork”, una direttiva che mira a garantire una produzione alimentare sostenibile e sicura attraverso vari obbiettivi tra cui la riduzione dei pesticidi chimici e degli antibiotici del 50% e la trasformazione del 25% del territorio agricolo in produzione biologica.

Il parere dei produttori

Il Decreto sostenibilità accontenta parzialmente i produttori di vino poiché ci sono aziende particolarmente, abili e probe, che, considerati gli importanti investimenti col fine d’essere sostenibili, alcune addirittura ad impatto zero, non si vedono riconosciute a livello statale per gli sforzi fatti. 

Il desiderio è infatti quello di inserire nel “bollino verde” un punteggio che vada a premiare quelle aziende più virtuose così come chiedono che, a fianco della certificazione statale, sia fatto un piano di comunicazione nazionale e internazionale atto ad informare adeguatamente i consumatori.

Per quanto riguarda la direttiva europea, questa genera malcontento essendo percepita come “ideologica” tutta una serie di obbiettivi scevri di strumenti per raggiungerli.