di Fosca Tortorelli
Il vino di Calabria attraversa millenni di storia, intrecciando le radici della civiltà mediterranea. Tra le colline che guardano lo Ionio e i terrazzamenti della Costa Viola, la vite ha modellato paesaggi e destini. Oggi, dopo un lungo silenzio, la Calabria del vino torna a parlare con voce nuova, quella di una generazione che ha scelto la terra come forma di riscatto e cultura.
Da questa consapevolezza è nata la prima edizione del Calabria Wine Expo, il 19 ottobre 2025 all’Altafiumara Resort & Spa di Villa San Giovanni. Ideato dall’Enoteca Culturale di Altafiumara con la delegazione FIVI Calabria (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), l’evento ha riunito oltre quaranta cantine di Calabria e Sicilia, dando voce a un movimento che sta ridisegnando la mappa del vino del Sud.
L’evento
La giornata ha intrecciato degustazioni, talk e momenti culturali, raccontando un settore in piena rinascita. Al centro, la consapevolezza che il vino non è solo economia, ma racconto del territorio e atto di responsabilità collettiva.
Come ha ricordato Rita Babini, presidente nazionale FIVI: «F.I.V.I. promuove e tutela la figura del Vignaiolo Indipendente, colui che segue l’intero ciclo produttivo, garantendo autenticità, sostenibilità e identità territoriale. L’evento incarna questa mission, favorendo il dialogo tra produttori, ristoratori e pubblico in una straordinaria cornice conviviale».
Tra i relatori, Luca Turner, direttore di Passione Gourmet, ha sottolineato che «la cultura del territorio cammina con il genius loci, quel complesso di identità, memoria e natura che dà anima a un luogo. La vera qualità nasce da un territorio che vuole emergere nel panorama nazionale».

Accanto allo chef Antonio Battaglia ideatore dell’iniziativa, coadiuvato dalla delegata Fivi Calabria Raffaella Ciardullo, la vignaiola e giornalista Laura Pacelli (Tenute Pacelli) ha evidenziato che «questa prima edizione ha posto basi solide per crescere in riconoscibilità. La Calabria enologica soffre ancora di stereotipi, ma i suoi vitigni autoctoni e terroir unici possono esprimere un potenziale altissimo. Serve uno storytelling che diventi azione, fatti da raccontare con autenticità, non solo con il marketing».
Guardando al futuro, Pacelli ha aggiunto: «Il calabrese è individualista, ma la nuova generazione è pronta a collaborare. Ha bisogno di istituzioni che la sostengano con regole chiare e visione. Alle loro azioni seguiranno le nostre».
A chiudere la giornata, la musica di Fabio Macagnino & Movimento Terra, che ha trasformato le terrazze sullo Stretto in un abbraccio di note e profumi.

Come ha ricordato Babini, «Il vino calabrese è elegante ed autentico, impossibile resistere alla voglia di portare una bottiglia a casa».
Il Calabria Wine Expo 2025 segna così un passaggio simbolico, il vino non più come nostalgia o resistenza, ma come progetto culturale e visione condivisa. Un racconto che unisce produttori, territori e comunità, restituendo alla Calabria la voce forte e autentica del suo futuro.










