Tra le colline di Franciacorta, un nome antico è tornato a farsi sentire: l’Erbamat
Inserito nel 2017 nel Disciplinare DOCG accanto a Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, l’Erbamat, vitigno autoctono a bacca bianca, ha suscitato l’interesse del Consorzio Franciacorta e di diversi produttori per le sue peculiarità agronomiche ed enologiche: l’acidità naturalmente elevata — vero tratto distintivo che lo rende un alleato strategico nella sfida climatica — la maturazione tardiva, il basso contenuto di polifenoli e la capacità di mantenere equilibrio anche nelle annate più calde.

Tra le aziende che hanno creduto nel potenziale dell’Erbamat, Berlucchi, forte di oltre sessant’anni di esperienza, ha messo a disposizione competenze, persone e tecnologie, con l’obiettivo non solo di innovare, rivalutare questo vitigno e comprenderne a fondo il valore, ma anche di condividere i risultati con l’intera comunità franciacortina. L’azienda collabora quindi altre realtà pilota, ma al tempo stesso ha sviluppato una propria linea di sperimentazione autonoma, avviando nel 2011 un importante percorso di ricerca in parallelo al progetto del Consorzio. Un cammino che prosegue ancora oggi sotto la guida dell’enologo Ferdinando Dell’Aquila, nello stesso spirito pionieristico che animò Guido Berlucchi e Franco Ziliani agli inizi degli anni Sessanta, quando tutto ebbe inizio.

La prima fase si concentra sul lavoro clonale e sui sovrainnesti, con microvinificazioni delle prime vendemmie (fino al 2015) e vini base conservati come riserve. Una scelta mirata a valorizzare il potenziale evolutivo e favorire un’integrazione armoniosa nelle cuvée, dando origine alla Cuvée Perpétuelle. Nel 2016 si apre la seconda fase, più orientata alla sperimentazione enologica: il vigneto Castello, nel cuore di Borgonato e simbolo storico della maison, viene interamente sovrainnestato tramite selezione massale. Nel 2020 si aggiunge il vigneto Eroi, impiantato a Erbamat con barbatelle derivate dalla selezione clonale del progetto consortile.

Nel 2018 che nasce la prima cuvée in purezza, frutto dell’unione tra la base 2017 e una quota di Cuvée Perpétuelle: è l’Erbamat di Berlucchi, poi riproposto nelle annate successive con una percentuale crescente di riserva Perpétuelle. Un approccio dinamico apre la strada a una terza fase, avviata nel 2024, che amplia ulteriormente il campo di sperimentazione e che ha l’obiettivo di continuare a esplorare le potenzialità di questo vitigno e il suo ruolo nella Franciacorta del futuro.

Abbiamo avuto l’occasione di assaggiare la prima cuvée in purezza a base Erbamat firmata Berlucchi. L’etichetta si distingue per la sua modernità e pulizia: essenziale, dal tratto contemporaneo, restituisce perfettamente l’idea che ho maturato nel tempo dell’Erbamat — verde, quasi elettrica, vibrante. La conferma arriva immediata: già all’olfatto si percepisce una tensione sottile, segnata da un’energia viva e luminosa. Il profilo è erbaceo e vegetale, con richiami al fieno secco, all’erba appena tagliata, alla mandorla verde e a un accenno balsamico netto, rinfrescante. È ancora giovane, in piena fase embrionale, ma già capace di far intravedere un grande potenziale. In bocca è teso, cristallino, scandito da una freschezza agrumata di limone ad allungarne il passo e a sottolinearne la precisione stilistica. Ritornano le sensazioni erbacee e balsamiche percepite al naso, qui intrecciate a una materia viva, dinamica e gustosa, che scorre dritta e risoluta. Il finale è pulito e affusolato; tuttavia, con l’innalzarsi della temperatura emergono leggere sfumature burrose che aggiungono suadenza e profondità — preludio di una cuvée destinata a crescere e conquistare nel tempo.
Di grande purezza espressiva e irresistibile piacevolezza. (92/100)

La prima edizione di 100% Erbamat, da uve provenienti dal vigneto Castello, ha come annata di riferimento la 2017, millesimo particolare per la Franciacorta, segnato dalla celebre gelata del 18-19 aprile che compromise Chardonnay e Pinot Nero, ma risparmiò l’Erbamat grazie al suo germogliamento tardivo. Il resto della stagione fu caldo, tanto da anticipare la vendemmia — solitamente a fine settembre — al 17 settembre.
100% Erbamat, tuttavia, non è un semplice assemblaggio di uve della stessa annata, ma una cuvée che integra — in questo caso all’annata 2017 — circa il 15% di Cuvée Perpétuelle, frutto di microvinificazioni condotte tra il 2012 e il 2015 e conservate come riserva. Nella primavera 2014 le prime tre annate vengono assemblate e progressivamente integrate negli anni successivi, dando vita a una riserva perpétuelle capace di assicurare profondità e coerenza stilistica. Il tiraggio avviene nella primavera 2018, la sboccatura nel luglio 2024, dopo sei anni di affinamento sui lieviti. Il risultato è un extra brut di straordinaria tensione gustativa, fresco, salino e vibrante, dove l’Erbamat esprime tutta la sua identità varietale, restando fedele alla cifra stilistica inconfondibile della maison Berlucchi.










