La scelta del Metodo Classico in Emilia
Sempre in tema di bollicine emiliane, spostiamoci sulle colline piacentine, in Val Tidone, all’omonima grande storica cantina sociale, con oltre duecento soci conferitori e 1.100 ettari di superficie vitata. A stretto contatto con le colline dell’Oltrepò Pavese, dove le bollicine da sempre sono di casa. Questi territori ampliano le varietà di uve offerte in regione; a un’altezza media di 250 m slm, si coltiva Barbera, Bonarda, Malvasia Aromatica di Candia, Ortrugo, Chardonnay, Pinot nero e Pinot grigio, Sauvignon blanc, ma anche Merlot e Cabernet. Com’è ovvio per una grande cantina nata nel lontano 1966, le etichette sono tante, sotto la guida enologica di Francesco Fissore, piemontese la cui prima vendemmia qui è la 2015; ha introdotto il Metodo
Classico Arvange, l’attuale eccellenza di Valtidone. La forza espressiva di questa cantina si sente nel vino, ma si intuisce fra i filari, incontrando le persone che per loro lavorano ogni giorno in vigna.
Arvange, due spumanti
Si deve a Fissore, il nome “Arvange“, l’interpretazione della parola piemontese arvangia, a indicare orgoglio e rivincita. Com’è stato fin dall’inizio, questo progetto enologico, un riscatto qualitativo della cantina che si affiancava all’altro Metodo Classico, il Perlage Brut, in produzione già da oltre 25 anni e ancora in vendita assieme a I Poderi “L’intesa” Brut. Risultato: un pluripremiato spumante che ha acquisito nuovi clienti e identificato l’Emilia come territorio emergente dello champenoise all’italiana. Le bollicine extra fini del millesimo 2019 rivelano la sosta sui lieviti di oltre 40 mesi (12% Vol, sboccatura ‘24) e il Pinot Noir quasi al 100%, assieme al dosaggio zero trasmettono forza, con iniziali note di piccola frutta rossa e apporti floreali, poi la persistenza, veicolata in bocca dalle perle, conduce a un finale lungo elegantemente acido. Il fratello è uno spumante pensato più facile, con più Chardonnay, un dosaggio maggiore e una sosta sur lies più breve.










