L’ozio del vagare nell’anonimato dei viandanti per le strade. Quello spirito di pensiero sottile che alberga nel raffinato dandy che rifugge le regole della società ma che in essa vuole trovare la sua consapevolezza e la sua stessa essenza. Il ritmo dolce del perdersi tra la folla, il vagare errante nel buio di fiochi lampioni. I boulevard di Parigi degli anni 20 arricchiscono l’esperienza quasi fino a connotarla del tutto. I boulevard di Parigi che accolgono tanto i flaneur quanto i boulevardier. Coloro i qual avanzano lentamente senza meta col preciso scopo di abbandonarsi a pensieri non definiti.
E chissà se per allietare questi momenti non sia nato il cocktail Boulevardier.
Parigi 1927, qualche anno dopo il “nostro” Negroni, che fa da base e da ispirazione. Ma, anziché gin, bourbon Whiskey o rye Whiskey. Un americano e due italiani a Parigi. La cosa in sé affascina: il barman del celebre Harry’s Bar, Harry MacElhone, volle creare un omaggio per lo scrittore statunitense Erskine Gwynne che fondò la rivista letteraria Boulevardier, sulla scia del già celebre The New Yorker. Da qui il whisky d’oltreoceano, per espatriati americani a Parigi.
Gusto intenso forte e deciso per un drink che crea atmosfera, come recitano i pay off dei manifesti poster ed inserzioni pubblicitarie dell’epoca a seguire. Il mio preferito? Quello di Maker’s Mark cask strength Boulevardier, andatelo a cercare sono certo che non vi dispiacerà. Mentre lo cercate, sorseggiate amabilmente il vostro di Boulevardier magari con una torta al cioccolato e arancia. After dinner da vero gentleman.
Qui la ricetta IBA.
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