Horse’s Neck

Tra i contemporary classics per IBA (qui la ricetta), l’Horse’s Neck è uno più longevi cocktail del panorama internazionale. Nato nell’America di fine Ottocento come un’innocente bibita a base di ginger ale e scorza di limone, al secolo soft drink prima che acronimi come nolow ci ubriacassero tutti, tagliata lunga e a spirale di modo che, cadendo nel bicchiere, ricordasse il collo e ancor più il crine di un cavallo, da cui prende il nome.

Poi arrivò il Proibizionismo e, si sa, più una cosa si fa proibita più diventa desiderabile. Vennero così aggiunti whiskey o brandy all’Horse’s Neck e la limonata si trasforma in un cocktail elegante, mondano, urbanissimo. Da lì il salto nei manuali di bartending, fino all’“ABC of Mixing Cocktails” di MacElhone e poi ancora tra le mani degli ufficiali della Royal Navy, che lo annoverarono tra le loro bevute d’ordinanza. Compare poi in film come Il Cappello a Cilindro (1935), nel noir Il Diritto di uccidere (1950), e pure ne Il ritorno dei morti viventi (1988).

Ancora spettacolare la sua messa in scena: la scorza lunga, scenografica, accarezza il bicchiere; un capriccio retrò che ha permesso all’Horse’s Neck di attraversare le epoche rimanendo fedele solo a sé stesso. Bevetelo all’americana, ovvero a cena, magari con un risotto al salto oppure alla milanese.

Foto cover powered by ChatGPT

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