Azienda Agricola Possa

IL NOSTRO GIUDIZIO

Principe Jacopo

Bollicine
89

Il vino frizzante di Possa alle Cinque Terre

Giungendo a Riomaggiore c’è una bellissima collina a strapiombo sul mare, si chiama Possaitara e ospita la parte di vigneto più grande dell’Azienda Agricola Possa (da cui il nome) di Heydi Samuele Bonanini. Altri vigneti dell’Azienda si estendono sull’isola Palmaria, a Tramonti, Montaretto e Monterosso. La sua cantina, antica e suggestiva, seppur piccola, offre svariate tipologie di vino da quelle di tradizione più antica come lo Sciacchetrà fino all’ultima proposta: un vino frizzante. Sì, alle Cinque Terre

Ma un frizzante non lo fai?

È questa la domanda – tra il provocatorio e lo stimolante – che Heydi riceve a lungo, finché non decide di raccogliere la sfida, strizzando l’occhio al metodo ancestrale. Un metodo di spumantizzazione del vino antico che manifesta la volontà di rimanere ancorato “a un certo modo di fare il vino” e che riesce comunque a portarsi dietro la tipicità degli uvaggi, del terreno, e delle peculiarità climatiche. 

Principe Jacopo (metodo ancestrale)

Dunque il primo metodo ancestrale di Possa e, forse, il primo delle Cinque Terre, porta il nome del figlio del produttore: Jacopo. E questo basta a significare l’importanza della scommessa che Heydi Bonanini consegna a questa bottiglia. 

Principe Jacopo è un uvaggio, composto al 60% da Albarola e al 40% da Bosco. L’uva proviene dal vigneto di Monterosso, dove il terreno di pietrisco di arenaria inizia a diventare più rado, in favore della serpentinite. Cambiano le caratteristiche degli acini che danno una buccia più croccante e vini che paiono più eleganti, giusti per la rifermentazione. Ventiquattro ore di macerazione sulle bucce a cui segue fermentazione spontanea, interrotta col raffreddamento solo a residuo zuccherino di 20 g/l. Rimane in questo stato, utile alla decantazione, circa tre mesi, per poi passare in bottiglia e riprende la fermentazione. Siamo a fine gennaio e solo l’andamento climatico detterà i tempi di fermentazione, formazione e fissazione della bolla. “La temperatura dell’anno scorso ha fatto sì che la bolla fosse pronta in un mese, quest’anno ne ha impiegati tre” – “L’ancestrale una volta imbottigliato fa quello che vuole”. 

Un vino che, già dalla stappatura, mostra una frizzantezza esuberante. Atmosfere che vengono confermate in bocca per buona pace degli zuccheri di fermentazione, che risultano completamente trasformati. Stupendamente secco, fresco e con il caratteristico sapore di mare che abita questi terreni e questi vini; leggermente agrumato, giustamente mediterraneo.  Unico punto di attenzione. Complice il contenuto grado alcolico, la beva risulta davvero facile.  

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