Nove bottiglie per nove scene di Natale
Cosa rende un vino perfetto per le feste? Il vitigno? Il territorio? Lo stile? Forse. Ma a volte, a determinare il successo di una bottiglia è il contesto, il momento in cui la si stappa, le persone con cui la si condivide, il tipo di atmosfera che si vuole creare.
Partendo da questa premessa, Velier – realtà da sempre pioniera nella diffusione dei vini artigianali – ha organizzato, nel suo showroom di Milano, una degustazione pensata non tanto per parlare di tecniche enologiche, ma per associare ogni vino a un preciso momento delle festività. Un esercizio creativo, sì, ma anche una riflessione concreta su come i vini possano – e debbano – dialogare con le occasioni reali della nostra vita.
Chi è Velier e cosa sono le Triple “A”
Fondata nel 1947 a Genova, Velier è oggi una delle aziende di riferimento per chi cerca nel vino un’espressione autentica del territorio, lontana da omologazioni e compromessi.
Nel 2003, su impulso del patron Luca Gargano, nasce il progetto Triple “A”, acronimo che sta per Agricoltori, Artigiani, Artisti: tre parole chiave che definiscono un approccio agricolo prima che enologico. I produttori selezionati devono coltivare direttamente le loro uve, vinificare senza ricorrere a scorciatoie tecniche (lieviti indigeni, fermentazioni spontanee, solfiti ridotti) e, soprattutto, concepire il vino come atto culturale oltre che produttivo.
Oggi, la selezione Triple “A” riunisce oltre 130 vigneron provenienti da tutta Europa e non solo: una costellazione di bottiglie che non inseguono la perfezione, ma l’espressione.
Il Natale in 9 atti (e 9 bottiglie)
Durante la degustazione, abbiamo giocato a immaginare il vino giusto per ogni scena natalizia. Ecco la playlist eno-emozionale, tra calici e cliché.
1. Lo shopping dell’ultimo minuto
Hai fatto finta di avere tutto sotto controllo, ma sei in centro il 23 alle 18:42, con la sciarpa attorcigliata al collo, in piena corsa all’ultimo regalo e vorresti un calice al volo dopo il caos delle compere. Serve un bianco snello, salino, immediato. Il Cinque Terre Bianco 2024 di Possa: minerale, vibrante, con una freschezza luminosa che sgrava la stanchezza e restituisce leggerezza.

2. Aperitivo a Parigi (o vorresti lo fosse)
Immagina lucine tra i bistrot, una baguette sotto il braccio, e un calice colmo di sorprese. Macvin du Jura di Sylvain Jacquot: piccolo vigneron che produce vini di grande intensità. Liquoroso ma sottile, speziato e profondo, un bianco ossidativo che si serve freddo e chiude la giornata con stile e poesia.

3. La cena aziendale
Formalità, brindisi d’ordinanza e un menù variegato. La Valpolicella Superiore 2022 di Musella salva la cena: elegante ma non invadente, con note fresche di ciliegia e spezie gentili. Un rosso gastronomico che mette d’accordo colleghi e capi.

4. Il 23 sera con gli amici di sempre
Non vi vedete da mesi, ma al primo brindisi è come se non fosse passato un giorno. Serve una bollicina sincera, vivace, che non abbia bisogno di presentazioni. Crémant du Jura Zéro Dosage 2022 di Domaine de la Touraize: fine, secco, verticale, perfetto per iniziare con leggerezza, ma anche con carattere. Amico fedele del panettone salato, degli stuzzichini burrosi e delle chiacchiere tra amici.

5. Il regalo per la dolce metà wine lover
Se il tuo partner si commuove più per una verticale che per un mazzo di fiori, qui serve un colpo di scena. Barbaresco 2021 di Cascina Roccalini: austero ma già godibile, profondo ma sensuale. Una bottiglia che racconta il Nebbiolo con precisione e poesia. Un regalo che parla d’amore e di terroir.

6. Lo zio emigrato che torna solo a Natale
Arriva con il jet lag e un bagaglio di aneddoti, pretende un vino che gli ricordi casa. Il Roka Malbec 2023 di Bodega Chacra è la scelta giusta: un rosso biodinamico che prende il meglio della tradizione argentina e lo traduce con eleganza. Frutti scuri, toni balsamici, una struttura compatta ma non muscolare. Il vino perfetto per raccontare (e ascoltare) storie davanti a un brasato.

7. Il vino per la mamma
Non serve strafare, basta arrivare con qualcosa di buono, sincero e fatto con cura. Canelli 2024 di Bera Vittorio e Figli: un Moscato d’Asti preciso e floreale, con la dolcezza giusta e una freschezza che lo mantiene vivo fino all’ultima goccia. Perfetto con i dolci delle feste, o semplicemente da sorseggiare insieme.

8. Il cenone da 12 portate
Quando il menu sembra scritto da un romanziere russo e le portate non finiscono mai, serve un vino che tenga il passo. Veliko Chardonnay Java di Movia (Slovenia) 2022: elegante, profondo e versatile. Un bianco macerato di struttura e personalità, capace di accompagnare antipasti, carni bianche, piatti complessi e persino qualche formaggio.

9. Il pranzo del 1° gennaio
È tempo di saldi, digestivi e buoni propositi. Serve un vino che riporti la gioia. Serve qualcosa che apra l’anno con eleganza e sostanza. Le Pignon 1er Brut Nature 2021 di Insu: Champagne affinato in legno, dalla beva verticale ma avvolgente. Floreale al naso, minerale al sorso, rotondo al punto giusto. Tiene testa alle portate più importanti — dai cappelletti in brodo ai secondi strutturati — senza mai perdere slancio.

Il vino giusto per ogni occasione
Con questa degustazione, Velier conferma la sua vocazione: raccontare il vino attraverso persone, luoghi e momenti. Un progetto che supera l’abbinamento tecnico e diventa racconto di gesti, atmosfere e piccoli rituali che rendono le feste davvero speciali. La selezione Triple “A” non si limita a proporre bottiglie ma offre anche strumenti narrativi, scelte di stile e occasioni da condividere. Perché un grande vino non accompagna soltanto un piatto: accompagna un momento e, a volte, lo rende indimenticabile.










