Dichiarata “bevanda nazionale” per decreto governativo nel 2003, la Caipirinha è l’estensione in tumbler basso del Brasile stesso, e del Brasile racconta la parte più popolare e contadina dichiarata già nel nome, “caipira“, che pure svela l’antica funzione medicale e taumaturgica associata alla fruizione di cocktail e spiriti: pare, infatti, che i contadini di Sao Paulo si difendessero dall’influenza preparando un tonico a base di cachaça, lime, zucchero e miele.
La storia, volendo, è però più complicata di così ed è foriera, come spesso accade, di considerazioni d’ordine geopolitico e questioni colonialiste.
Nel sedicesimo secolo, insieme al resto della frutta, anche il lime veniva distribuito dai coloni portoghesi come razione giornaliera agli schiavi che erano soliti mescolarlo alla garapa azeda, ovvero al vino di canna, nei momenti di festa. Quando poi si cominciò a distillare la cachaça questa entrò nella ricetta, che si impreziosì con la diffusione progressiva del ghiaccio nei bar, intorno ai primi anni del Novecento. Così nacque la Caipirinha come la conosciamo oggi, che oltre alla cachaça, al lime e allo zucchero di canna vanta tra i suoi ingredienti proprio il ghiaccio tritato (qui la ricetta IBA), e che ebbe successo tale da vantare, quasi parallelamente alla sua diffusione, anche proseliti con distillati d’altri mondi, come Caipiroska (vodka) e Caipirissima (rum bianco).
Nel tempo la Caipirinha è filtrata a tal punto nell’immaginario brasiliano da aver dato vita a un motto che identifica una vera e propria filosofia di vita, stoica ed edonistica al contempo:
Se a vida lhe der um limão, faça dele uma caipirinha
(se la vita ti dà un limone, tu fanne una Caipirinha)
A pior cachaça faz a melhor Caipirinha
la peggior cachaça fa la miglior Caipirinha
Lasciando a voi, cari lettori, la libertà di smentire quest’ultima perla di saggezza popolare, vi lasciamo con un ammonimento: per preparare la Caipirinha perfetta serve zucchero di canna bianco e non quello, raffinato, di barbabietola.
Cosa abbinarci? Fin tanto che è estate, un frittino misto mare.
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