Vipava Valley
Dopo avervi raccontato un pezzo di Goriska Brda oggi mi inoltro più all’interno in terra slovena, in un altro dei territori molto vocati per la viticoltura, la Valle di Vipava o Vipavska Dolina. La valle si trova sia in territorio italiano che sloveno, si estende tra la piana di Gorizia fino al passo di Prevallo, solcata dal Vipacco, affluente dell’Isonzo, è piuttosto ampia e collega la pianura friulana alla Slovenia centrale, tramite il passo di Prevallo (Razdrto Selo) a un’altitudine di 575 m s.l.m.
Nella regione la Bora (Burja) spira in modo particolarmente intenso intorno ai centri di Aidussina e Vipacco, che sorgono ai piedi dell’altopiano del Monte Nanos, Podraga dove si trova l’azienda Sutor non si trova lontana da Vipacco quindi è investita in pieno dal tipico vento. La Valle del Vipacco fu il territorio attraverso il quale gli antichi romani transitarono per la conquista della regione del Danubio, territorio che tra il IV e il VI secolo d.C. fu invaso dai goti, dagli unni e dai longobardi, prima dell’arrivo degli slavi.
Territorio particolarmente vocato per la viticoltura perché dispone di un clima più fresco rispetto al Collio che unito alle correnti alpine e mediterranee, consentono alle vigne abbarbicate sulle colline una buona e lenta maturazione delle uve, dando vini di qualità e carattere. Arrivando a Podraga queste correnti si sono fatte sentire eccome, il tipico vento di Bora soffiava già da 24 ore in maniera costante sulla zona.
Mitja Lavrenčič mi accoglie e mi racconta a proposito della Bora: “Le montagne che abbiamo qui intorno regolano il clima, arrivano a 1.600 metri e tra questa montagne nasce il più tipico dei venti, la Bora che soffia nella nostra valle e scende fino a Trieste, 15 km. verso sud, passando per il Carso, quando inizia a soffiare dura dai 2 ai 3 giorni senza mai smettere per 2-3 volte in un mese, ci aiuta molto per la produzione del biologico, pulisce, asciuga e ci porta via l’umidità.”
La zona della Vipavska Dolina è lunga circa 35 km. per 10 Km. di larghezza, rispetto al Collio c’è mediamente un grado in meno di temperatura ed è più ventoso. Il suolo è difficile, c’è terra rossa, ponka, sassi, sabbia nelle colline mentre nel fondovalle è argilloso, quindi la viticoltura di qualità si pratica in collina. Per quanto concerne i vini bianchi i vitigni principali sono Ribolla gialla, Malvasia, Riesling, Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon e i 2 autoctoni Pinela e Zelen, adatti a vini freschi e facili. Il 70 % della produzione sono vini bianchi, il preferito da Mitja è la Malvasia sia in purezza, sia in blend con la Ribolla.
Vini col vento di Bora nel Dna
Tutto iniziò con Anton Lavrenčič Jr. nel 1933, quando acquistò una fattoria a Podraga. Suo nipote Mitja Lavrenčič, che oggi la gestisce, dice che sua nonna, ovviamente, non si occupava solo di vino, poiché a quel tempo tutte le fattorie erano autosufficienti.
Nel 1991, insieme a suo padre Edvard e al fratello Primož, che ora ha la sua cantina, Burja, ha riclassificato la fattoria mista in un’azienda vinicola. Tutti e tre hanno scritto la storia insieme fino al 2008, quando Primož si è messo in proprio, principalmente a causa di problemi di spazio.
Oggi, Mitja Lavrenčič e la sua famiglia coltivano circa 6 ettari di vigneti, “siamo in conversione biologica, fra 2 anni saremo certificati, anche se dal 1991 non si usa più la chimica, anche noi subiamo i cambiamenti climatici, le temperature sono molto cambiate, ai tempi del nonno le giornate in estate da 36-37 gradi erano 2-3 durante l’estate, quest’anno è più di un mese, la fortuna per noi è quella di avere un differenza di 15 gradi fra il giorno e la notte. Le vigne vanno dai 20 ai 35 anni di età.“
Le rese sono mediamente molto basse, 30 quintali per ettaro, le vigne sono allevate a Guyot, le fermentazioni sono spontanee con lieviti indigeni come da tradizione, i vini non sono filtrati, non escono mia prima dei 3 anni dalla vendemmia, affinano fra legno, acciaio e bottiglia.
Lo stile dei vini di Sutor è fatto di vini che si prestano all’invecchiamento, ha un’abilità che tutti gli riconoscono e che si legge attraverso i suoi vini, la capacità naturale di riprodurre, in maniera minuziosa, il paesaggio all’interno delle sue bottiglie, è un artigiano che cesella con precisione quest’angolo di Slovenia con tocchi di roccia e vento. Poiché i vini di Sutor sono prodotti allo scopo di una maturazione più lunga o di un invecchiamento in bottiglia, la vinificazione è ovviamente adattata a questo.
In Sutor convergono, in maniera spiazzante, tradizione e precisione tecnica. I vini sono lindi e acuti, profondi e millimetrici. Assaggiandoli appare evidente la linea comune che li unisce Complice è la mano ferma di quest’uomo. Nessuna percezione di omologazione nelle sue produzioni. Saporiti e densi, ma anche agili e scattanti, questi gli aggettivi che metto in evidenza per descrivere i vini di Sutor, vini che consiglierei a chiunque perché in ogni occasione sapranno soddisfare tutti i palati. Hanno densità e spessore, spalle larghe ma sono anche piacevolmente freschi e salini, ricordano il mare ma anche il clima fresco di questo territorio, mediamente un grado in meno rispetto al Collio. Il tempo di attesa che trascorrono in cantina prima del loro ingresso sul commercio li rende godibili e complessi, pronti ora ma con un futuro sicuramente lungo, alla pari di un buon rosso.
La degustazione
Malvazija 2020 Vipavska Dolina Sutor
Malvasia istriana che ha preso il nome dalla vicina Istria, dove la sua diffusione è più intensa, e da ottimi risultati, ma si è adattata bene anche qui nella valle del Vipacco in un clima più continentale. La malvasia proviene da vigneti a bassa resa, fermentazione spontanea in foudre di legno, contatto con le bucce (10% di buccia per un anno), fermentazione malolattica senza aggiunta di batteri, invecchiamento per 12 mesi in tonneaux di rovere. Imbottigliato senza filtrazione. Dal Vigneto Jamence posto a 230 metri s.l.m.
Naso invitante e ampio, che rivela un frutto denso e ricco, pesca gialla, melone, ananas, mango, poi fiori gialli, erbe aromatiche e una profonda mineralità. L’assaggio è un portento, denso, cremoso, materia ricca, una decisa freschezza lo porta a una buona progressione e persistenza su splendidi toni tropicali e salini.
Sauvignon Blanc 2019 Vipavska Dolina Sutor
Sauvignon da clone francese, vino che punta sulla mineralità, frutta bianca, floreale in pieno stile Loira, arrivato nella Vipava Valley 150 anni fa dove si è acclimatato perfettamente con il clima fresco della zona. Arriva da vecchi ceppi con una resa di 30 quintali per ettaro. Fermentazione spontanea in foudre di legno, contatto con le bucce (10% di buccia per un anno), fermentazione malolattica senza aggiunta di batteri, invecchiamento per 12 mesi in botti di rovere da 20 Hl. Imbottigliato senza filtrazione. Vigneto dedicato, Hrib di 1,25 Ettari a 200 metri s.l.m. piantato nel 1994.
Naso preciso, fine, si liberano profumi di kiwi, pesca bianca, mela granny smith, pompelmo, fiori bianchi, erbe aromatiche, mentuccia, ricordi di acqua di mare e pietra. Al sorso si apre con disinvoltura, si rivela bella struttura ma mantiene eleganza e finezza, acidità e salinità in evidenza. Un vino pronto, ampio, che ha avuto bisogno di tempo per maturare, in cantina vi darà soddisfazione per almeno 15 anni.
Chardonnay 2020 Vipavska Dolina Sutor
Piantato ad ogni latitudine, la Chardonnay, anche in questo angolo di Slovenia si esprime ottimamente. Specialmente da vecchi ceppi e basse rese. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in legno, contatto con le bucce (10% di buccia per un anno), fermentazione malolattica senza aggiunta di batteri, invecchiamento per 12 mesi in botti di rovere da 20 hl. Dal 10 al 20% fermenta in barriques e dopo 12 mesi di invecchiamento viene unito al resto della massa. Imbottigliato senza filtrazione. Da 2 vigne differenti, Jamence e Ravno posti a 270 metri s.l.m.
L’olfatto libera ammalianti suggestioni di frutti gialli maturi, mela golden, pera kaiser, pesca gialla, papaya, melone, fiori gialli, gesso, mare. Sorso solido e soddisfacente, denso e sostanzioso, cremoso, viva freschezza e sapida mineralità gli danno un lungo finale. Piacevole la decisa insistenza con cui rifiuta di lasciare la scena.
White 2020 vino teritorija ZGP Vipavska Dolina Sutor
Blend di malvasia e ribolla, gli autoctoni, figli di questo territorio, vecchi ceppi, 30 ettolitri per ettaro la resa. Fermentazione spontanea in foudre di legno, contatto con le bucce (20% di buccia per un anno), fermentazione malolattica senza aggiunta di batteri, invecchiamento per 12 mesi in botti di rovere da 20 Hl. Imbottigliato senza filtrazione. Vigna Ravno a 270 metri sul livello del mare. Bagaglio olfattivo ottimamente espresso, nitido e deciso, toni di frutta esotica densa e ricca, melone, pesca, ananas, papaya, mango, melone, erbe aromatiche, mandorla, zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi, roccia, ricordi salmastri. Dilaga sul palato, pieno, avvolgente, densa materia si associa a freschezza e sapidità a dare equilibrio ed eleganza. Persistenza decisamente lunga.
Red 2020 ZGP Vipavska Dolina Sutor
Ottenuto da un blend a prevalenza di Merlot (95%), con un tocco di Cabernet Sauvignon (5%) che dà il tocco speziato e la struttura. Fermentazione spontanea in legno, malolattica senza batteri aggiunti, invecchiato 12 mesi in barriques di rovere francese, metà nuove e metà di secondo passaggio e ulteriori 12 mesi in barriques esauste. Imbottigliato senza filtrazione.
Denso, soffice e invitante il panorama olfattivo, piccoli frutti rossi, more, mirtilli, spezie, pepe, ginepro, rosmarino, tocco fumè, fiori rossi, tocco di roccia. Ottimo naso. Aristocratica presenza all’assaggio, cremoso ma elegante e fine, tannino presente ma ben estratto, buono l’allungo, fresco e salino. Finissima chiusura che tramonta stancamente.