Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione Ristorante
Se di un’esperienza gastronomica si ricorda soprattutto un grande vino e la leggiadria del servizio c’è senz’altro qualcosa che non va.
Se, poi, durante il percorso ci si imbatte in molti piatti che oscillano tra l’assemblato ed il pigro andante, con uno in particolare che non avrebbe affatto sfigurato nella top horror annuale di Passione Gourmet, i dubbi cedono il passo alla triste certezza di trovarsi in una tavola a dir poco anonima.
Eppure le premesse erano ottimali: la segnalazione era di Jordi Roca e faceva il paio con una altrettanto autorevole, benché datata, di Marco Bolasco, entrambe in verità accomunate dal fatto che erano riferite ad una specialità del ristorante, la cacciagione, il cui periodo ottimale va da dicembre a febbraio.
Certamente non sono capitato nel periodo migliore, essendoci andato a settembre, ma un ristorante è grande a prescindere dalle proprie specialità (o nonostante le proprie specialità).
Purtroppo di grandezza non si tratta in questa piacevole masia in un paesino della Garrotxa ad un’ora di macchina dalla Girona dei sommi fratelli Roca, dove mi sono seduto molto speranzoso di fare un’esperienza di livello.
La sala, quasi in penombra nonostante la piena luce del giorno, è accogliente, arredata con toni rustici tipici di una casa di campagna e governata da uno staff giovane, gentilissimo e puntuale.
Essendo la prima visita, si è optato per il menù degustazione grande raccomandato a chi voglia accostarsi per la prima volta alla cucina dei fratelli Juncà
Dalla carta dei vini incentrata principalmente sulla Spagna ho scelto il magnifico Artadi El Pison 2004
(tempranilla in purezza) che è stato di consolazione per tutto il pasto.
Si comincia con un impersonale amuse-bouche formato da una cartelletta con pomodoro, una con funghi, un fico caramellato ed una insalatina di tonno con verdure
Si prosegue con un altrettanto “normale” yogurt con funghi rovellones
cui seguono più degni cannolicchi con asparagi bianchi e limone
Ci si muove nella semplice unione di elementi anche nel canapè di acciughe con tartufo estivo
Molto basic anche l’insalata di pomodoro con basilico con mousse, gelato e formaggio Comté
Un momento più intenso (e grazie) lo si raggiunge con il bonbon di foie con tartufo nero e cacao, appena sgrassato da una punta di salsa al caffè
accompagnato da buone fette di pane all’anice
e ci si assesta sul tradizionale con l’onesto uovo pochéTermine francese per indicare l'uovo in camicia. L'uovo poché è un uovo sgusciato cotto in acqua agitata e acidulata (50 g di aceto di vino bianco per litro di acqua) a temperature poco inferiori ai 90-95 °C. Il calore e l'acidità accelerano il processo di coagulazione delle proteine dell'albume, mentre il limitato tempo di cottura (3-4 minuti) mantiene il tuorlo... Leggi con parmentier e tartufo estivo (daje)
confermandosi con l’insalata di funghi porcini, patanegra, pistacchio e mandorle
A ribadire il concetto di tartufo come elemento buono per tutte le stagioni ecco il tonno d’ordinanza con cipolle e tartufo
A questo punto ad interrompere questo quieto e metodico tran tran arriva non un colpo di reni, bensì il colpo di grazia alle speranze di chiudere più dignitosamente il pasto.
Rigatoni con pollo e scampo alla brace
Qui c’è un equivoco micidiale che coinvolge la concezione e l’esecuzione del piatto: se, da un lato, l’accostamento tra la carne del pollo ed il crostaceo richiedeva una maestria culinaria non da poco è l’esecuzione che mi ha lasciato basito. La pasta era passata di cottura da una vita ed il povero ed incolpevole crostaceo è stato servito praticamente “liqueso”. Piatto inclassificabile.
Si risale, ma francamente era difficile fare peggio, con il buon riso con tortora e trompetas de la muerte unico piatto di cacciagione presente (visto il periodo)
Dopo un gelato di latte di capra e miele con formaggio di capra del tutto in linea col resto del pranzo
e le pere con guarnaccia la miranda de Secastilla
ecco il buon coulant di cioccolato alla brace, gelato alla vaniglia
Nella bella sala degustazione distillati ecco il tartufo di cioccolato al rosmarino e mandorla al caramello all’azoto liquido, cosa di cui dopo tanti “effetti speciali” avremmo tranquillamente fatto a meno (foto di apertura)
che chiude un’esperienza abbastanza incolore, culminata in una pietanza surreale, che non ha reso onore alle aspettative.
il pregio: L’atmosfera rilassata.
il difetto: Una cucina senz’anima.
Restaurant Ca l’Enric
Carretera N-260, km 90,900
La Vall de Bianya(Girona)
Tel+34 972290015
Menù degustazione 69 euro e 89 euro.
Alla carta circa 90 euro
Visitato nel mese di Settembre 2010
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Norbert
Ma quando ci sei andato? Giovanni
Basta leggere: Visitato nel mese di Settembre 2010
Dato che a settembre è stato in zona per venire al Bulli con me, mi sembra strano che ci sia tornato nel mese di settembre stesso (e per cosa, poi?). Giovanni
Ebbene sì Giovà ci sono tornato un paio di settimane dopo il Bulli per godermi il bel mare della zona. E bisogna pur mangiare dopo le fatiche balneari o no? :-) :-)