Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione ristorante.
Trattoria , Osteria, BistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi, Brasserie.
Basta che il senso proprio sia interpretato e rispettato.
E a quel punto, in apparente contraddizione, la terminologia diventa secondaria.
In questo caso, si tratta della semplificazione di una grande cucina Provenzale allargata alle influenze limitrofe e contaminata dal passaggio di culture diverse.
Dal gazpacho all’osso buco.
La “carta” in ardesia.
Bruno Cirino ha uno stile consolidato molto personale che si basa sull’uso di eccellenti materie prime provenienti dai mercati provenzali e liguri.
Classico rotisseur e saucierMeglio conosciuto come Chef saucier o sauté, questa figura occupa una posizione di rilievo nella classica cucina in stile brigata. Responsabile del settore salse, è considerato il primo tra i capo-partita perché le sue specializzazioni - preparazione di fondi e di salse calde, cottura delle carni (esclusi arrosti, fritti e grigliate) e guarnizione dei piatti - richiedono grandi doti culinarie e, ça va sans dire,... Leggi, ma comunque molto primario sui profumi e sui sapori che cerca di evidenziare nel piatto.
Insomma, se c’è scritto, “Homard” , arriverà un homard intero con il suo accompagnamento, che potrebbe essere, un riso bollito aux jus de truffes. Semplice, comprensibile, costoso, appagante. Poche finezze e nessun svolazzo inutile.
Se c’è scritto pièce de boeuf arriverà un sontuoso pièce de boeuf, con il suo fondo ben tirato e opportuno accompagnamento vegetale.
Erbe, aglio, vegetali, olio. Poche salse costruite, ma dove serve ci saranno. Fondi classici dove necessario.
Tutto quanto sopra citato e per farla breve, si riferiva al St. Jerome, il primo bistellato francese che si incontra entrando in Costa Azzurra , a La Turbie , a picco sopra il Principato di Monaco.
A 50 metri dal St.Jerome, che sta nel delizioso borgo a restrizione pedonale, sulla Grand Corniche, la tenda rossa, gli ombrelloni rossi, le tovagliette di carta rosse, segnalano inequivocabilmente la presenza del Cafè de la Fontaine.
E cioè la semplificazione non banale di un grande ristorante, la risposta alla crisi di Bruno Cirino, ma senza compromessi sulla qualità della materia prima.
Non si risponde alla crisi tagliando i costi a scapito della qualità.
Inutile scrivere in carta branzino o orata per fare i fini, e poi usare prodotti improbabili.
Meglio scrivere merluzzo, nasello, acciughe : ma che siano buoni.
Avvicinandomi posso già intravedere la grande tavola in ardesia che preannuncia la proposta del giorno. Passando attraverso la decina di tavolini disseminati nel piccolo dehors , accedo all’unica sala interna con i tavolini tipicamente collocati gomito a gomito, in rilassante atmosfera di luce.
In fondo, anche un banco bar per un improvvisato aperitivo.
Resto all’aperto, con sguardo verso la piazzetta, piacevolmente disturbato dal traffico, dal passaggio dei pedoni, dalle folate di vento e dalle curiose correnti ascensionali che appaiono come fumose nubi grigie.
Quelle che forse consentono di lanciarsi con una certa tranquillità dalla Tete de Chien ai guru del parapendio.
Resto in attesa della carta dei vini, dopo aver scelto mentalmente alcuni piatti dalla carta d’ardesia.
Resto con la mandibola abbassata di fronte al malloppo di plastica alto 4 dita.
Orribile al tatto. Fantastica nei contenuti.
Prendo fiato e medito.
Ma cosa mediti? Sei in Brasserie.
Il cameriere incalza, giustamente, e allora via sul comune di predilezione, ma con sobrietà consona allo spaesamento . Sarà come spesso mi capita Meursault. Sarà un Henry Boillot 2002.
Comanda!
Una brandade con peperoni dolci, un nasello ai capperi, triglie alla nizzarda, torta di fichi.
Nell’attesa, una coppia di olandesi al mio fianco, analizzano con circospezione un ricco ossobuco alto quanto la carta di vini plastificata. Sotto di esso, invece di un improbabile risotto ( almeno qui..) ci sono tagliatelle fresche appena condite.
Salivo solo allo sguardo di quel blocco di osso buco.
L’olandese, ahimè! Non so se per disgusto o per ignoranza, ma sta lasciando interamente il midollo.
Istintivamente allungherei una mano, vorrei andarmelo a prendere con un cucchiaino.
Vorrei spiegargli che sta lasciando il meglio di quel mezzo chilo di carne con l’osso.
Lo spirito brasserie spinge a queste iniziative amichevoli verso i vicini di tavola.
Ma fortunatamente arriva la brandade de morue au piments doux a salvarmi da una situazione imbarazzante.
Cremosa, giustamente agliata, con il contrappunto di peperoni arrostiti.
Terminata in 40 secondi , prima di far scarpetta con baguette e il sughetto di peperoni arrostiti
Arrivano a nastro anche due tranci di nasellone rustici che di più non si può, almeno all’aspetto.
Perché la cottura alla lisca si rivela perfetta, lasciando il pesce morbido e gustoso, e perché i capperi non saturano di salinità il piatto, e perché a ben vedere, tutte le verdure inserite nella composizione o son bianche o sono verdi.
Cavolfiori, bietole, capperi, sedano rapa, patata, zucchina trombetta: il tutto rilevato in un fondo di volatile .Tre bianche e tre verdi.
Non so perché, ma non credo sia casuale, perchè ogni ricco contorno vegetale che vedo nei piatti degli altri commensali è diverso.
Seguono le triglie, queste invece perfettamente spinate, ed accompagnate da ricca peperonata e salsate sulla pelle da “pistou”.
Il mio Meursault mi sembra un po’ troppo americanizzato.
Ciao Johnny, conosci Kistler?
Burro, banana, cedro, vaniglia .
Non vaniglia ma cannella nel gelato. Salsa di frutti rossi. Tarte di fichi neri lasciati pressoché interi con intrusioni di pan dolce croccante al burro.
Oh mon Dieu !
Che dessert confortevole.
Oh mon Dieu, non ce la faccio più.
Un digestive monsieur?
Un alcool blanc?
Oui bien sure!
E allora che sia Framboise.
Et a bientot!
gdf
Il Meursault un po’ troppo americano.
Brandade con peperoni arrostiti
Darne de colin, capperi, cavolfiori, sedano rapa, bietola…
Triglie alla nizzarda
Torta di fichi
L’esterno del locale, al centro del villaggio.
il pregio : 6 euro per le entrèe e per i dessert di questa qualità dove li trovate? Magari da abbinare con una Romanèe Conti da 6800 euro o con un Yquem da 2000 euro 😉 …
il difetto : Locale rumoroso, ovviamente, essendo molto frequentato.
Café de la Fontaine
4, Av. Gen de Gaulle
La Turbie – France
tel 0033 (0) 493285279
Numero coperti 50 – 60
Chiuso :Lunedi da Novembre a Marzo
Prezzi: alla carta 25 – 30 euro
Visitato nel Luglio 2009
Visualizzazione ingrandita della mappa
Le Trophée des Alpes.
"un pò troppo americano"...po' andrebbe scritto con l'apostrofo.
"bien sure"...??? mi sembra si scriva bien sur...
Ottimo indirizzo da tenere presente!
Provato oggi, confermo nel mio piccolo le tre cipolle. Brandade con peperoni tiepida ottima, asparagi con uova mimosa e verdura mista. Animelle di vitello croccanti e succose con salsa alla senape delicatissima, di fronte a me si sbranava il già citato ossobuco alla nizzarda, correttamente spolpato del midollo. Come dolci, un bel choux gonfio di una crema densa e goduriosa (base mascarpone? dovevo chiedere ma non volevo fare il precisetti) accompagnato da gelato e frutti rossi, ed un frasier fresco e saporito. Due persone felici in più. Grazie per la segnalazione!
se riesco ci ritorno in giugno.