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La Piola

“Nella piazza principale di Alba si mangia meglio al pian terreno che al primo piano…”
Prendendo atto che di burloni ne è pieno il mondo, questa frase, sentita un po’ di tempo fa, ovviamente risuona come una boutade, una comica affermazione sulla cucina di Enrico Crippa, all’unanimità ritenuta una tra le migliori a livello europeo.

Chiariamo subito: nessuno potrebbe azzardare un paragone tra le due cucine, dalla concezione diametralmente opposta. In realtà però La Piola si è rivelato un indirizzo realmente notevole, un piccolo baluardo della ristorazione sul modello della trattoria di paese, quella fatta di tovagliette di carta su piccoli tavoli, dalla proposta giornaliera variabile, vini al calice, servizio giovane, educato e disinvolto e, cosa non sempre scontata ma in questo caso fiore all’occhiello, piatti davvero di alta qualità.
Un’osteria (Piola, in dialetto piemontese, significa proprio questo) dall’aspetto semplice, con qualche lieve concessione stilistica contemporanea, dal format popolare ma al contempo sintonizzata sui canoni dell’alta ristorazione e con una cucina diretta con gli occhi, la testa e il cuore da un grande chef.

Appena varcata la soglia, lo sguardo volge in automatico all’imponente lavagna sulla parete, che presenta in tono informale la proposta del giorno. Ed è un elenco che predispone bene l’animo, che sciorina un’importante sequenza di piatti esclusivamente della tradizione, come ogni vera trattoria che si rispetti. Il resto lo fa il territorio stesso, Alba, la capitale morale di Langa, nonché luogo di perdizione per tutti coloro che non mangiano per vivere, ma vivono per mangiare.
Una differenza sostanziale, rispetto alla media dei locali di pari livello, è la ricerca di una notevole finezza comune a tutte le portate. Spesso le osterie, anche quelle qualitativamente rilevanti, basano le loro preparazioni principalmente sulla gustosità, chiudendo un occhio sul conseguente impatto calorico/digestivo, o comunque proponendo piatti per i quali, nel descriverli, difficilmente utilizzeremmo termini riconducibili all’eleganza.
Nel caso de La Piola viceversa, l’approccio è speculare: la gradevolezza delle preparazioni spinge comunque la lancetta in prossimità del limitatore, ma è tangibile una cura nelle realizzazioni di un altro livello, più rivolta alla raffinatezza del complesso: una pasta fresca, non eccessivamente spessa e ruvida ma callosa alla perfezione, condita con un ragù bilanciato e saporito; la faraona, dalla carne succosa ma tenera da non richiedere quasi il coltello, o ancora i dessert, semplici nell’aspetto ma rigorosissimi.

Quindi alla prossima occasione in cui passerete da Alba, non snobbate la piazza infilandovi direttamente nella “viuzza laterale” per prendere le scale. Certo godrete sensibilmente di più, è innegabile, ma è altresì innegabile che perdereste un’occasione per provare una vera chicca, altrettanto degna del viaggio.

Vitello tonnato. Sembra prosciutto cotto, in realtà è una carne di vitello rosa e tenera in una maniera imbarazzante, accompagnata da una salsa tonnata praticamente “al cucchiaio”.
Vitello tonnato, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Carne cruda. Carne giustamente poco condita per farne risaltare l’ottima qualità. Per l’apporto di sapidità viene delegato il Parmigiano (notevole), piacevoli le verdure croccanti.
Tartare, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Agnolotti del plin al sugo di arrosto. In una ipotetica gara di plin, sicuramente a podio.
Agnolotti del plin, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Faraona, salsa al barbaresco con purea di patate. Cottura davvero accademica della carne, che la restituisce morbida e succosa. Puré in accompagnamento dalla notevole compattezza, più che purea praticamente una patata schiacciata rimodellata.
faraona, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Crostata di fragole con gelato al fiordilatte. Elogio della semplicità: una pasta gustosa, una marmellata concentrata e di qualità, un sublime gelato.
crostata di fragole, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Bonet al cioccolato. Presentato in maniera poco invitante, al palato in realtà si rivelerà fedele alla tradizione.
Bonet, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Il Carrello dei formaggi, Arbiora addicted.
Carrello Formaggi, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
Il caffè, servito con delle piccole praline.
caffè, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba
La spartana tavola.
tavola, La Piola, Chef Dennis Panzeri, Enrico Crippa, Alba

Recensione Ristorante

Le capacità imprenditoriali di Alfredo Russo sono indiscutibili.
Quando la regione Piemonte prese la decisione di restituire le residenze sabaude allo splendore primigenio arricchendole del fiore all’occhiello rappresentato dalle grandi tavole, lo chef si è fatto trovare pronto quando è toccato alla ristrutturazione della splendida reggia alla Venaria reale e non si è lasciato sfuggire l’occasione.
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Recensione ristorante.

Nel corso del nostro girovagare per ristoranti ci siamo imbattuti nei menu (nel senso di supporti cartacei) più diversi: grandi come il tavolo, scritti a mano, zeppi di refusi, arricchiti con disegni o poesie, con troppi piatti. A volte addirittura – come abbiamo di recente raccontato – non ce l’hanno portato (il supporto cartaceo) preferendo, l’Oste, perpetuare la tradizione popolare della trasmissione orale delle proposte gastronomiche “del giorno”.
Non c’era, tuttavia, mai capitato – non appartenendo al Gentil Sesso – un menu senza prezzi.
A precisa richiesta di spiegazioni, il patron ci risponde che la mancata indicazione dei prezzi è dovuta al fatto che la carta è in corso di cambiamento.

Prendiamo per buona la risposta anche se, ci tocca precisarlo, la “mancanza” ci era già stata segnalata da altri. Delle due l’una: o la carta de La Piazzetta è in continuo cambiamento, oppure……

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Recensione ristorante.

25 Maggio 2005. Finale di Champions League ad Istanbul. Il Milan, in vantaggio di 3 gol alla fine del primo tempo, si fa rimontare dal Liverpool perdendo infine clamorosamente ai calci di rigore. Avendo assistito al match in casa di amici milanisti salvai la ghirba nerazzurra assumendo per un’ora buona espressioni più consone al funerale di un parente stretto, custodendo educatamente dentro di me la voglia di stappare un Clos de Mesnil appena rientrato a casa.

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Recensione ristorante.

Tra un Barolo e l’altro, tra una cantina e l’altra , una pausa di riflessione davanti a qualche classico della cucina langarola .

La vetrina laterale dell’ingresso principale ostenta una carrellata di torte fresche casalinghe che invitano ad entrare con fiducia , certi che anche il resto sarà coerente alla convincente presentazione dei dolci.
E tutto sommato l’attesa non andrà delusa, tenendo pure in conto l’afflusso di una cinquantina di persone entrate quasi contemporaneamente per riscaldarsi e sfamarsi in una grigia domenica novembrina.
Nonostante ciò il servizio è andato via spedito e le varie portate giunte al tavolo in tempi più che accettabili.

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