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Majore

“Qui si santifica il porco!” mai figura retorica fu più azzeccata. Siamo a Chiaramonte Gulfi, patria della grandissima monocultivar, la tonda iblea, tra le olive da olio più buone al mondo. Ma siamo anche nel centro di un luogo in cui la tradizione del maiale è ben radicata. Insieme ai nebrodi e alle Madonie qui, sui monti Iblei, il maiale e i suoi frutti, è proprio il caso di dirlo, l’hanno sempre fatta da padrone.

E qui dal 1896 officia Majore, ormai alla quarta generazione. Osti ma anche produttori di semilavorati del prezioso animale. Un luogo di culto, un locale storico italiano. In cui da sempre si propone imperturbabile lo stesso rito di pietanze. Perchè chi viene qui lo fa per magnificare il porco in tutte le sue sfaccettature. La qualità è ottima, la varietà invece, ma c’è un senso, è scarsa. E forse sarebbe il caso di svecchiare, alleggerire un pò cotture e intingoli per renderli più attuali e moderni. Ma Majore continua a mietere successi, merito anche dell’ultima generazione, uomo e oste di profonda cultura e sensibilità, che saprà allietarvi, oltre che con le sue straordinarie preparazioni, anche con una cantina ricca di grande varietà e qualità che qui non vi aspettereste. Preparato ed attento saprà soddisfarvi al meglio. Evviva il porco! evviva il Maiale! Venite da Majore, non ve ne pentirete. Meglio, forse, a pranzo, per avere il tempo di smaltire cotanta abbondanza sicula.

Antipasto con salame di maiale nero.
Salame di maiale nero, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Capocollo.
Capocollo, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Antipasto con salame di maiale large white.
salame di maiale large white, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Olive in caponata.
olive in caponata, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

La famosissima, intensa ed acidula gelatina di maiale.
gelatina di maiale, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Ottimi ravioli di ricotta con sugo di maiale.
ravioli, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
ravioli, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Risotto, ma al sud si sa viene chiamato impropriamente così un riso, con salsiccia di maiale e formaggio.
riso con salsiccia di maiale, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
riso con salsiccia di maiale e formaggio, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

La fantastica cotoletta di maiale “nbuttunata” : ripiena di uovo, impasto di maiale e salsiccia.
cotoletta di maiale nbuttunata, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
cotoletta di maiale nbuttunata, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Contorno di sanapune (senape selvatica) e cardoncelli
sanpune e cardoncelli, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Il falsomagro di Majore : polpettone ripieno
polpettone ripieno, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

A sausizza …
salsiccia, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Parfait di Mandorla
parfait di mandorla, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Ottimo cannolo
ottimo cannolo, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

I nostri degni compagni d’avventura.
Biondi santi, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

etna rosso, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Ingresso ed alcuni particolari della sala.
sala, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
cucina, Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
 Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
 Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia
 Majore, locale storico, Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Sicilia

Tra i vigneti, a due passi dalla piazza di Monforte e non lontano dal castello di Novello, si trova l’osteria che non ti aspetti.
In un casolare di recente ristrutturazione, una coppia di sposi giovani e motivati ha realizzato il proprio sogno: fare quello che hanno sempre amato, la ristorazione, ma questa volta da proprietari.
Un locale nuovo, con una bella e spaziosa cucina a vista all’entrata, una sala semplice, accogliente, tovagliette di carta e pochi fronzoli sui tavoli, tanta sostanza nei piatti.
Valerio Arione in cucina, un passato alle dipendenze di Massimo Camia, molti stage in giro e un’esperienza che non si dimentica facilmente al Gambero Rosso del grande Fulvio Pierangelini, dirige la cucina con piglio deciso, rileggendo ed interpretando i classici di Langa e del Piemonte intero con mano sicura e padronanza tecnica da chef navigato.
Elena Bianco si occupa della sala e della cantina con sorriso sincero e tanta voglia di fare e spiega con solerzia quello che troveremo nel piatto.
Ma non solo di classici si può vivere, soprattutto la clientela locale chiede di più e di conseguenza in menù sono sempre presenti piatti di pesce, che arriva fresco ogni mattina dalla vicina Noli, e anche qualche creazione frutto della fantasia, del mercato e dell’estro dello chef.
Ottima la capacità di gestire gli elementi vegetali e soprattutto grande mano nel trattare carni e selvaggina.
Nella nostra esperienza ci ha davvero impressionato il brasato con purè, piatto onnipresente in zona, ma questa versione ci è parsa una delle migliori di sempre: perfetta la consistenza della carne, morbida, ma ancora succosa; di gran scuola la salsa e soprattutto grandioso il purè lavorato quasi esclusivamente con olio extravergine d’oliva (lo stesso di Pierangelini) che ha portato la nostra mente indietro nel tempo e in altro luogo.
Notevole anche il controfiletto di capriolo con composta di mele, zucca, broccoli e, ancora, lo straordinario purè.
Cantina molto interessante, ricca di etichette importanti, con un’ottima rappresentanza di piccoli produttori dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
In sostanza un ristorante vero dove provare la cucina di un cuoco dalle indiscusse capacità con prezzi e atmosfera da trattoria verace.

Il benvenuto della cucina: Frittatine di verdure e pancetta.
frittatine di verdura e pancetta, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Pane e sfoglie croccanti.
pane e sfoglie croccanti, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Carne cruda al coltello e toma Malarin.
carne cruda al coltello, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Tartrà Monferrina, cipolle al forno, fonduta di broccoli e scorzonera.
carne cruda al coltello, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Langhe e Monferrato in pasta al burro e tartufo.
pasta al burro e tartufo, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Brasato di vitella, pure di patate e mele cotogne.
brasato di vitella, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Controfiletto di capriolo, zucca e composta di mele.
controfiletto di capriolo, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Panna cotta alla grappa di moscato, uva e sorbetto di mela.
panna cotta alla grappa, Osteria i Rebbi, Chef Valerio Arione, Monforte d'Alba

Un locale che forse è sempre più ristorante e sempre meno trattoria (vedi sedie e apparecchiatura) e che si conferma un punto di riferimento assoluto per tutti gli amanti della carne, in particolare fiorentine e costate.
Prima di tutto per la qualità assoluta dell’ingrediente principe: viene portata al tavolo una piccola selezione da cui scegliere in base ai propri gusti. Si va dalla razza Limousine allevata nel Mugello, a due passi dal locale, fino alla più marezzata Manzetta Prussiana selezionata in Polonia da Jolanda de Colò.
Ma non va sottovalutata l’abilità nella cottura, assolutamente perfetta, perché non basta buttare una bistecca sulla griglia: carne al sangue ma senza perdita di liquidi al taglio, tenera e succosa proprio come sempre dovrebbe essere.
C’è tanta passione in questo locale, tanta voglia di fare bene.
Cantina ricca di etichette, con un occhio di riguardo per la Toscana; anche la possibilità del servizio al calice va nell’ottica di fare stare il cliente al meglio possibile.
Tra i prosciutti si trova solo quanto di meglio offre il mercato, Joselito in testa.
Ma anche tra i primi piatti non si perde il sorriso: fantastici gli gnudi di ricotta, buoni i classici tortelli di patate, anche se penalizzati da una pasta eccessivamente spessa.
L’olio di grande qualità (Pianogrillo) piuttosto che la selezione di diverse varietà di pepe, tutto sta a indicare un viaggio nel segno dell’eccellenza.
Senza voler perdere del tutto il filo rosso che lega questo posto al passato: non è un caso il fatto che il locale funzioni anche come edicola. Forse, anche a livello di arredamento, sarebbe bene non perderlo questo legame nella ricerca invece di una eleganza moderna quasi stridente.
La genuinità e la cortesia dei titolari, il loro modo molto diretto ed empatico di presentare il loro lavoro, ben si sposa con l’idea della grande trattoria italiana.
Che siate di passaggio (il locale si trova a pochi km dall’uscita autostradale Roncobilaccio o Barberino del Mugello) o che programmiate un viaggio apposito, la soddisfazione sarà sicura, la voglia di tornare altrettanto.

Mise en place, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Dettagli, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Gnudi di ricotta
Gnudi di ricotta, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Tortelli di patate, olio e pepe
Tortelli di patate, olio e pepe, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
La scelta al tavolo della carne
Scelta della carne al tavolo, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Tagliata di costata, razza Limousine
Tagliata di costata di Limousine, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Osso, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Un buon Chianti Classico Riserva proposto al calice dal proprietario
Chianti Riserva, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Molto buona questa grappa BorgoScuro, distillata a Gaiarine da Licio Maschio
Grappa Borgo Scuro, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Jamon Joselito, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Jamon Joselito, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Dettagli, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Dettagli, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Vecchia insegna, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Insegna, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
A pochi Km dal locale, consigliamo una visita postprandiale al cimitero militare germanico, costruito su progetto dell’architetto tedesco Dieter Oesterlen, e inaugurato ufficialmente il 28 giugno 1969: accoglie 30.683 salme di caduti tedeschi, provenienti da 2.069 comuni italiani.
A parte la bellezza architettonica del luogo, ognuno coglierà da questa visita i propri spunti di riflessione.
Cimitero militare germanico, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Cimitero militare germanico, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Dettagli, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Cimitero militare germanico, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze
Cimitero militare germanico, Chef Alessandro Cianti, Firenzuola, Firenze

Julien Burlat è uno chef e imprenditore di successo.
Ad Anversa, oltre al suo Dôme, unanimemente riconosciuto come uno dei ristoranti migliori della città, ha aperto nel tempo il divertente Dôme sur mer, in cui propone una semplice ma onestissima offerta da lungomare di Nizza (plateau royale, ostriche, champagne ecc.) e la boulangerie Domestic, rifugio dei golosi di carboidrati fiamminghi.
Il Comptoir des Galeries è la sua ultima avventura, avviata a fine luglio nel cuore nobile di Bruxelles, quella Galerie du Roi che è parte del magnifico Passage Saint-Hubert, dimora di boutique eleganti e caffè storici.
Non è semplice proporre ristorazione di qualità in un contesto ad altissima densità turistica; non solo da noi, infatti, la proposta media in luoghi di questo tipo è fatta di locali finto tradizionali che competono su menù a prezzi il più possibile stracciati per attrarre masse interessate più che altro a sfamarsi. Il Comptoir des Galeries ha altre ambizioni e lo mostra sin dal look: per quanto spartana, la ristrutturazione d’impronta nord europea data al locale si apparenta a neobistrot parigini di tendenza (Saturne su tutti) più che a folkloristiche brasserie belghe.
L’offerta culinaria è molto chiara: cucina di bistrot, senza eccessive concessioni al contemporaneo se non nelle porzioni più oculate e, purtroppo, nei prezzi non proprio contenuti.
La qualità, però è evidente: il paté en croute non sfigurerebbe in un bouchon lionese, i calamari alla piastra con piment d’Espelette sono cucinati alla perfezione, la tartare è di ottima qualità (anche se avremmo preferito accompagnamenti maison).
Non entusiasmante la quaglia, che sulla carta prometteva di più con i suoi funghi all’anice stellato.
Piatto migliore della serata gli gnocchi fatti in casa con jus alle erbe e burrata (buona davvero, cosa rarissima a queste latitudini dove pure, ahinoi, se ne fa uso smodato): segnale che forse anche qualche guizzo extra tradizione va mantenuto.
Reparto dolce con moderati spunti creativi (ma nella tarte au citron, per il resto eseguita mirabilmente, preferiamo la più tradizionale meringa all’italiana) e carta dei vini con molte proposte interessanti sul filone bio, dalla quale abbiamo pescato un beverino (ed economico) Amphibolite 2012 di Jo Landron.
Il locale, insomma, è partito col piede giusto e la valutazione attuale potrebbe addirittura spingersi più in là registrando qualche inevitabile incertezza iniziale.

Gli ottimi gnocchi
Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
La tartare: ottima materia prima e primo dressing. Non per fare gli snob, ma un ketchup fatto in casa lo avremmo preferito
tartare, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
Paté en croute
patè en croute, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
La quaglia, piccola delusione
quaglia, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
Il coregone al curry, non facile e molto goloso
coregone curry, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
Peperoni e pomodori in accompagnamento ai piatti principali, davvero buoni
Peperoni, pomodori, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
L’ Île Flottante, eseguita a regola d’arte
ile flottante, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
La Tarte au Citron, tutto bene a parte la meringa, che in questo dolce preferiamo nella morbida versione italiana
Tarte Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
Jo Landron ci gusta molto
vino, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
Qualche immagine del locale
sala, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles
sala, Comptoir des Galeries, Chef Julien Burlat, Bruxelles

Lo Stadtpark è il polmone verde di Vienna, uno degli angoli più belli nel centro della capitale austriaca.
In questa zona della città e, precisamente, sulla sponda in cui termina il Wienfluss, Heinz Reitbauer conduce, ormai da anni, l’attività di ristoratore ereditata dalla famiglia.
Del pluripremiato Steirereck, senza dubbio la migliore tavola della città, si conoscono i pregi e se ne tessono le lodi, ma è probabilmente con il più accessibile -e non meno elegante- Meierei che il rinomato chef austriaco ottiene grandi soddisfazioni direttamente dai viennesi.
Il “milk bar” o, per dirla in termini nostrani, “la latteria”, è ubicato nello stesso palazzo che ospita lo Steirereck, al piano inferiore. L’ambiente, in cui predomina il bianco, è elegante, rilassante, ricco di curiosi dettagli già negli arredi. La monocromia del “total white” viene spezzata dal pavimento verde acceso che richiama le praterie dei pascoli.
Meierei è un luogo polifunzionale, lavora a partire dalle prime ore del mattino in cui viene servita una, a detta di molti, eccellente colazione, e il servizio si protrae fino a cena in un’atmosfera più elegante.
I diversi piatti del giorno, i classici della tradizione viennese e austriaca, i dessert e i sorbetti alla frutta assumono, tuttavia, una posizione di second’ordine rispetto ai (ricercatissimi) formaggi, qui proposti in ben 120 tipologie. Un vero e proprio tempio del latticino in cui non bisogna far altro che lasciarsi consigliare dal cortese personale per assaggiare il meglio dei prodotti caseari austriaci, francesi e anche italiani.
Si badi bene, non è, per quanto lo possa sembrare, un ristorante a tema. L’impronta della cucina resta sempre segnata dallo stile di Reitbauer che prevede un generoso utilizzo di elementi vegetali e un notevole alleggerimento della impegnativa – in termini calorici – tradizione viennese. Valore aggiunto, questo, che consente, anche durante la bella stagione, di apprezzare i pezzi forti di questa cultura gastronomica senza risentire particolari sensazioni di pesantezza a fine pasto. Emblematico è il gulash della casa, ricco di contrasti grazie ai filetti di pomodoro confit e alla freschezza del coriandolo.
Al contrario non ha invece convinto la wiener schnitzel, caratterizzata da una cottura troppo pronunciata che ha causato una consistenza più tenace del previsto.
C’è infine un gran bel difetto da registrare: non si accettano carte e bancomat per i pagamenti. Assolutamente anacronistico.

Elegante porta menu.
porta menù, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Ottime tipologie di pane e burro, salato e neutro.
pane e burro, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Fiori di zucca farciti di verdure e caprino con mais e salsa di peperoni leggermente predominante sul latticino.
fiori di zucca, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Delude un po’ le attese la Wiener Schnitzel di vitello lattante con patate al prezzemolo: la carne è troppo cotta per il tipo di taglio.
wiener schnitzel, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Dettaglio…
Wiener Schnitzel, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
La migliore portata si rivela il Gulash della casa, con pane fritto e involtino di porro, in cui l’esperto uso di aromi verdi con l’acidità dei pomodori rende la preparazione tutt’altro che pesante.
gulash, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
L’eccellente selezione di formaggi misti austriaci tra le diverse scelte imperdibili per gli appassionati. Eccellente anche la confettura di pesche.
formaggi, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
In chiusura un classico della cucina viennese riproposto: dumplings di albicocca, ovvero krapfen di amido con cuore di salsa di albicocca.
krapfen, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Mise en place.
mise en place, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Dettagli delle pareti.
dettagli delle pareti, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
tavolo, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
Il palazzo in cui è ospitato, al piano superiore, lo Steirereck.
Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien
PS:
Ah, se siete in città…
sacher torte, wien
e se il dolcetto finale non vi ha soddisfatto, potete comunque ripiegare con una bella fetta della torta locale.. Sacher Torte, l’originale.
Sacher Torte, Meierei im Stadtpark, Chef Heinz Reitbauer, Wien