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Il dramma del terremoto a Montemonaco

Questo articolo esce in contemporanea con Luciano Pignataro Wineblog.

Troppe speculazioni si sono fatte sulle recenti tragedie. Noi vogliamo solo raccontare una storia, una storia di ristorazione ma anche di imprenditoria. Enrico Mazzarroni, chef di talento in quel di Montemonaco -sui monti sibillini- e il suo braccio destro nonché maître Gian Luigi Silvestri, si sono svegliati i giorni scorsi con una bruttissima sorpresa.

Il loro Tiglio è stato dichiarato inagibile, dopo le recenti scosse del 30 Ottobre. Dopo aver speso decine di migliaia di Euro quest’estate per ristrutturare sala e cucina. Dopo aver creduto e continuato a crederci, a dispetto del terremoto e delle difficoltà vissute in quella zona, già di per sé difficile da raggiungere, perché lontano dalle rotte canoniche.

Un colpo duro al cuore, diretto, che arriva a tutti noi. Si osservano i fatti che stanno succedendo in questi giorni, terremoto e terremotati, spesso con un cortese distacco. Abusando di retorica e falsità diciamo di sentirci vicini alle popolazioni colpite. Ma quando questa brutta bestia arriva così vicino a noi ci si risveglia di colpo.

Un in bocca al lupo, di cuore, a Enrico e Gian Luigi. Che ci auguriamo di rivedere presto in una nuova avventura, a cui non mancheremo di far avere il nostro sostegno e, come sempre, le nostre critiche costruttive.
E un in bocca al lupo a tutti quelli, saranno purtroppo molti, nella loro stessa situazione. Scriveteci! La nostra porta e il nostro sito sono aperti a tutti voi.

Forza ragazzi, che questa disgrazia non vi pieghi!

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Recensione Ristorante

Le tracce lasciate dal terremoto del 2009 nel tessuto della città e nello spirito degli aquilani sono evidenti, profonde e chissà quanto indelebili.
La vista della basilica di Collemaggio, ad esempio, cuore pulsante della locale comunità di credenti è un tuffo al cuore per come cela dietro l’apparente integrità dell’aspetto esteriore le profonde cicatrici del trauma subito.
Il brulichìo, però, delle spensierate flotte di ragazzini che imperversano per le vie e per le poche attività commerciali che fungono da ritrovo nel centro cittadino riscaldano il cuore e, agli occhi di un visitatore come me, rappresentano il viatico in vista di una futura e, si spera, tempestiva rinascita che cancellerà la desolazione che oggi caratterizza queste strade.
Una delle storie aquilane di questo infausto evento riguarda la famiglia Moscardi che, attraverso la mamma Elodia e l’omonimo ristorante, dal lontano 1974 rappresenta uno dei punti di riferimento gastronomici della cittadina.
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