Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui
La classe e la gentilezza non sono acqua.
Il Pellicano, splendido ristorante dell’omonimo Relais e Chateaux in quel di Porto Ercole, è chiuso a pranzo.
Lo apprendiamo al momento della prenotazione.
Rispetto all’anno scorso, neanche a maggio mantengono il servizio di mezzogiorno.
A quell’ora è aperto solo il bistrot con i piatti più semplici per gli ospiti dell’albergo e non solo.
Poffarre. Per noi è un problema venire di sera per poi rientrare a Roma.
Lo facciamo presente. Nel giro di un’ora, previa consultazione con lo chef, veniamo accontentati con nostro grande giubilo.
Mangeremo alle 13 in terrazza col menù del ristorante gourmet.
Recensione ristorante.
Ecco l’aggiornamento di Fabrizio Nobili della recensione del passato autunno che fu curata da Orson e che come consuetudine troverete dopo questa.
Il Presidente.
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Nicola Cavallaro ci mette nome e cognome, ci mette la faccia, ma non solo: Nicola Cavallaro mantiene le promesse.
Recensire un amico che conosci da oltre 6 anni e che hai seguito in tutto il suo percorso lavorativo prima ancora dell’apertura del ristorante che porta il suo nome senza essere eccessivamente benevolo o eccessivamente critico è per me estremamente difficile. Chi non vorrebbe sempre il massimo dell’impegno e dei risultati come una qualsiasi maestra educatrice teutonica con i propri alunni pur di non avere addossate responsabilità in caso di scarso rendimento?
Ciò non toglie che la valutazione precedentemente assegnata ora cominci a stargli strettina.
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Recensione ristorante.
La fuga dei cervelli fa faville.
Quando Giovanni Passerini ha lasciato Roma e il suo Uno e Bino qualche anno fa per approdare in Francia aveva un progetto chiaro in testa. Crescere come cuoco, confrontandosi con i migliori chef contemporanei, mettendosi in discussione proprio quando, nella sua città, aveva oramai un consolidato pubblico di fan (che ancora lo rimpiange). E non ha sbagliato un colpo, da allora, passando per le cucine di Passard, Inaki e Petter Nilsson, di cui è stato il secondo sino a pochi mesi fa nell’eccellente Gazzetta.
Oggi in questo Rino che spopola nelle riviste gastronomiche e nei blog d’oltralpe si ritrovano tutti gli elementi di quel sogno, reso possibile solo dal duro lavoro di questi anni: fare una cucina moderna, personale, che rifletta in pieno gli entusiasmi di quello che era un talento molto promettente ma ancora grezzo e ora è un cuoco maturo e consapevole.
Recensione ristorante.
E’ una bella scena gastronomica quella di Lione. A un’ora di distanza dal centro della città, diversi mostri sacri; in centro, qualche indirizzo di gran pregio (già recensito da queste parti) e un bel fermento di piccoli locali dove, a prezzi quasi ridicoli, si trovano cucine davvero interessanti.
Così questo “Ourson qui boit”, dove officia un giovane giapponese a fare una cucina francese moderna ma sapientemente golosa, proposta a pranzo a 17 (sì, diciassette!) eurini per il proverbiale entrée-plat- dessert, da una carta cortissima (2 scelte per portata), tutta del mercato, portata a tavola tra legno e plexiglass.
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Recensione ristorante.
– Una staccionata candida nella giornata di sole splendente, cielo azzurro, rose rosse
– la camionetta dei vigili del fuoco, con tanto di pompiere che saluta sorridendo con dalmata al fianco
– ancora fiori, gialli, stavolta, davanti a una staccionata
– bimbi wasp che attraversano la strada aiutati da un’anziana
– villetta a 2 piani, un uomo che innaffia il giardino,
– una donna (sua moglie?), dentro la casa, sorseggia un caffè lungo.
– ancora sull’uomo che innaffia sereno, la pompa si incastra, la tira con uno strappo…aaaahhhhhhhh, un dolore al collo, un attacco di cuore fulminante.