Ibiza è tristemente nota per essere un’isola dove è tutt’altro che facile trovare ristoranti dove mangiare bene ad un prezzo onesto. Il turismo che fa riferimento a questo tempio del divertimento, solitamente non si formalizza troppo su come impostare la propria serata prima e durante la cena, ma piuttosto concentra tutte le energie per trovare appagamento lungo il corso della notte.
Di certo però, per noi inguaribili gourmet sempre alla ricerca della peculiarità culinaria (che si può nascondere dietro l’angolo) è fondamentale andare oltre il luogo comune, rimboccandosi le maniche ed esplorando le terre che di volta in volta ci ospitano, con occhio critico e acuto in chiave gastronomica. Ed è in questo caso che, a dire il vero non senza fatica e dedizione, si possono scovare posti davvero interessanti.
A una ventina di minuti da Ibiza città, in località Es Cubells, si trova il Ses Boques, un locale spartano, semplice, posto direttamente sulla meravigliosa spiaggia. Un luogo di “perdizione alternativa”, che pare creato in antitesi alla movida appartenente al resto dell’isola: lo sguardo si perde nell’orizzonte celeste del mare, confondendosi con le sfumature di azzurro e blu che accarezzano delicatamente i ricordi e i pensieri, facendoli dissolvere in un sol momento, mentre i piedi si immergono nel candore della sabbia.
Un luogo da godere durante l’arco dell’intera giornata. Ideale per trascorrervi la mattinata appisolandosi su una delle sdraio messi a disposizione dei clienti del ristorante, facendosi piano piano irretire dai profumi che dalla cucina richiamano la voglia di alternare un bagno rinfrescante con un pranzo frugale. Unica controindicazione è l’impossibilità di mantenere fede alle promesse fatte alla propria coscienza; frugalità non pare essere infatti un lemma conosciuto al Ses Boques, dove in rapida successione i piatti proposti dalla cucina accrescono la golosità in un rapporto inversamente proporzionale con il buon senso.
Una cucina semplice fatta di passione e valori, veicolata da una materia prima notevolissima, cucinata con squisita semplicità. Così un pezzo di storia isolana, che trascende dall’anima trasgressiva etichettata ad Ibiza, viene raccontata attraverso l’utilizzo sapiente di ingredienti e cotture che si ergono ad ambasciatori di vecchie tradizioni e ricette dimenticate.
Piatti ormai introvabili, come le “espardenias”, un tempo cibo prediletto dai pescatori, rappresentano un ritorno alla normalità dopo una pausa al di fuori della vita reale contornata da luci stroboscopiche ed amplificatori tremanti. L’ottimo riso cotto nel brodo del bollito di mare è una coccola che accompagna metaforicamente al riposino post prandiale, mentre il servizio giovane, celere e accondiscendente si appresta a mostrare un conto con prezzi da encomio.
La brezza marina serale accompagna un ricordo che, in un rapido divenire, si trasforma in desiderio… quello di trascorrere un’altra giornata al Ses Bouques, una delle migliori cucine delle Baleari.
Le tovagliette didascaliche.
L’ottimo pane fatto in casa.
Accompagnato da olive e salsa aioli.
Patatine fatte in casa.
Sarde alla brace
Cozze.
Espardenias (Stichopus regalis), prelibatezza rara ormai, un tempo piatto povero dei pescatori. Qui in un intingolo d’aglio e olio pesante ma gustosissimo.
Scorfani in umido con patate…
Il buon fritto, forse solo un filo gommoso.
E il fantastico riso cotto con il brodo del bollito di mare in umido.
Ottimi i dolci.
Si finisce con il tradizionale ciupito di hierbas Ibicencas.
Nella scorsa puntata abbiamo raccontato l’esperienza, ora qualche breve cenno all’esperienza più direttamente culinaria.
Valutare questa come la cena da uno dei cuochi migliori al mondo sarebbe un errore, semplicemente perchè qui tutto è stato armonizzato e contestualizzato all’esperienza complessiva, e non soltanto circoscritto a quella strettamente gastronomica.
La curatissima mise en place, pensata e organizzata nei minimi dettagli per ogni portata, sottende un lavoro straordinario di ricerca e di unione tra contenitore e contenuto, tra cibo e suppellettili. Perchè l’aspetto visivo-scenografico ha un peso pari o superiore a quanto poi è portato a tavola.
Ecco quindi che in quest’ottica tutto viene letto e posizionato correttamente. Il cibo è comunque interessante, con alcune tapas davvero piacevoli, alternati a dire il vero a molti passaggi che sfuggono, anonimi e non particolarmente esaltanti. Ma nel complesso tutto quanto è al posto e al momento giusto.
E, ricordiamolo, mangiare così a questi prezzi ad Ibiza è tutt’altro che facile.
Un’esperienza quindi nel suo complesso, non ci stancheremo di dirlo mai, davvero unica e formidabile, da non perdere.
Lasciamo ora spazio alle preparazioni.
La mise en place.
Iniziamo con le tapas di aperitivo… anguria al Campari.
Sferificazione di olive.
Bloody mary gelificato e mango piccante.
Sablè al lampone e mostarda e frolla al Parmigiano.
La pizza.
Il fantastico Jamon.
Tonno.
Ogni dettaglio è curatissimo… il simpatico servizio delle ostriche.
Un discreto bianco bio.
Fantastica zuppa di avocado.
Carne tremendamente buona.
Cannellone avocado e granchio.
I dim sum.
Panini al vapore.
I gamberi di Ibiza.
Sferificazione di mais.
Gelatina di litchi e rosa.
L’astice.
Panini al vapore.
Tortillas.
Filetto alla salsa cafè de Paris…
..e i suoi accompagnamenti.
Crocchette di Jamon.
L’inizio della lunga sequenza di dolci.
I fratelli Adrià e le Cirque du Soleil: Heart, ad Ibiza, è la creatura innovativa e dirompente di questo duo fantasmagorico.
Da dove cominciare?
Sicuramente dal fatto che questo avveniristico locale traccia una linea indelebile, oltrepassata la quale sarà difficile tornare indietro.
Sicuramente dal fatto che ancora una volta i fratelli Adrià hanno reso tangibile e fruibile il concetto astratto di progresso.
Sicuramente dal fatto che in un luogo come Ibiza, pensato e creato in funzione della trasgressione, si sia riusciti a snaturare l’idea prima di ristorazione, plasmandola al ritmo isolano senza sminuirla, aprendo le porte ad una nuova concezione di cena, liberando i sensi, abbattendo barriere psicologiche, andando a creare uno spettacolo che trova nella sua iperbole la propria anima.
Il fatto poi di reiterare la negazione di tutto ciò che l’Heart si propone di offrire è un vero e proprio colpo di genio.
Non è un ristorante, non è uno spettacolo circense, non è uno show. E’ qualcosa di nuovo, avvincente, divertente ed avanguardista. E come tutte le avanguardie fa discutere.
Errato infatti aspettarsi la cucina degli Adrià e lo spettacolo circense più bello del mondo.
Ma il vero limite sta nel rimanere delusi dal compromesso, dolorosa chiave di successo di ogni rapporto. Minuziosa, maniacale, perfetta, l’attenzione ai dettagli che si susseguono durante le cinque ore che accompagnano l’evolversi di uno show creato esclusivamente con l’intenzione di stupire, lasciando gli ospiti ammaliati ed esterrefatti, in un ironico gioco di rincorsa all’ingenuità tardo ottocentesca, destinata a grandi e piccini, alla scoperta dello stupore, coinvolti ed entusiasmati dai colori, dalla musica, dalle danze e dal cibo. Oggi, come allora, posti di fronte a qualcosa di straordinario in quanto nuovo, inconcepibile per una mente comune e quindi motivo di dibattiti accesi, gli ospiti si lasciano trasportare dalle emozioni che gli Adrià e le Cirque du Soleil offrono.
Uno spettacolo multimediale davvero interessante, che ha anche il pregio di rendersi accessibile ai più, proponendo un menù bevande escluse intorno ai 200€ che, se paragonati (considerata l’offerta proposta) ad un ingresso al Pacha, la discoteca più trendy della località, non è affatto un prezzo spropositato, tutt’altro.
Nel prossimo appuntamento parleremo dei piatti e della cucina… intanto godetevi qualche immagine e liberate la mente cercando di contestualizzarvi con un locale che altro non è che la sintesi perfetta dell’idea di Ibiza, elevata alla sua massima potenza.
Il bancone del bar nella terrazza in cui viene servito l’aperitivo.
Coreografie per le tapas in aperitivo… come sempre tutto curato nei minimi dettagli.
Il menù.
Gli interni.
Il palco.
La cucina.
L’angolo bar.
Inizia lo spettacolo…
La dicotomia che caratterizza Ibiza è un tratto distintivo dell’isola.
Da una parte discoteche, movida, feste sfrenate e vita notturna. Un circolo trasgressivo animato da un pubblico che ama immergersi nella notte più profonda e nella mondanità più spinta, contornato da locali di tendenza e stravaganze in ogni dove.
Dall’altra invece l’Ibiza delle spiagge bianche e rilassanti, quella dei tramonti avvolgenti, del mare limpido e cristallino, della natura che sa di macchia mediterranea con tutti i suoi umori e i suoi rumori, delle affascinanti e romantiche calette, della solitudine e del relax.
In questa divergenza di scenari troviamo un punto di incontro assai poco piacevole.
Giunta l’ora di pranzo o quella di cena si necessita di indirizzi validi dove poter appagare i propri desideri gastronomici, riconciliandosi con se stessi, a prescindere dal genere di vacanza selezionato. Purtroppo Ibiza da questo punto di vista è davvero deficitaria, offrendo locali con un rapporto qualità prezzo decisamente sproporzionato, caratterizzati da una proposta culinaria molto modesta.
Ma siccome è nelle difficoltà che il vero gourmet tira fuori il meglio di sé, dopo un lungo peregrinare alla ricerca di un’acciuga all’altezza della situazione e di un jamon serrano degno di tale nome, segnaliamo di seguito due indirizzi interessanti, che ogni appassionato che si rispetti di passaggio ad Ibiza non può e non deve lasciarsi scappare.
Bar Sa Carroca
Cucina di terra ben eseguita e curata nei particolari, sopratutto negli ingredienti.
Ottime olive in salamoia.
Pan y tomate.
Jamon serrano di grande spessore.
Salsiccia piccante alla brace.
Fenomenali acciughe y tomate.
Grigliata mista di carne…
..e verdure.
Qualche scatto di Heart Ibiza, ristorante-show dei fratelli Adrià in collaborazione con il Cirque du Soleil.
Bide Bide
Tapas bar, per la precisione Pintxos Bar di origine Basca. Un luogo divertente dove assaggiare interessanti tapas, accompagnate da una Cerveza di qualità.