Passione Gourmet Giovanni Lagnese Archivi - Passione Gourmet

Friday Five #15

Quindicesimo appuntamento con il Friday Five! Continuate a mandarci le vostre segnalazioni: brevi, incisive, precise, nel puro stile Friday Five!
Scrivete all’indirizzo fridayfive@passionegourmet.it, vi invieremo le specifiche per la compilazione e il vostro pezzo sarà pubblicato nel Friday Five!

Antica Trattoria del Reno

Ritorno al presente. Vincenzo Vottero Ventrella, un curriculum internazionale lungo così, esperienze professionali e di vita ai quattro angoli del mondo, protagonista del successo di diversi ristoranti bolognesi del passato nei loro momenti migliori, recupera nome e insegna originali degli anni ’30 di un antico “posto da rane” della periferia bolognese per un locale dal raffinato gusto liberty.
Rifugge il km 0 a tutti i costi e qualsiasi genere di etichetta, definisce la sua come una cucina “divertente” che ama giocare sui contrasti: di sapori, di profumi, di temperature e di consistenze.
Piatti parecchio strutturati, studiati accuratamente come la mela marinata e gamberi rossi, quasi rassicuranti come il tonno crudo e frappè caldo di seppia fino ai più arditi, come i ravioli di luccio in brodo di cervo affumicato o il controverso cubo di gamberi crudi in brodetto caldo al mandarino. “Only the brave” ma sempre con un sottile filo logico a tenere legati i singoli elementi.
(Cristiano “Gillo” Giliberti)

Via del traghetto 5/3 Bologna
Tel: +39.051.4129341

Coi

Una delle migliori cucine d’America: raffinata, intelligente, moderna, elegante. Entusiasmanti i piatti giocati sulle nuance delle sensazioni grasse e dell’insapore, così come quelli basati su contrasti, sulle regioni gustative e olfattive dell’aceto spinte al limite, su una millimetrica piccantezza, su ispirate suggestioni fusion orientali-sudamericane. In definitiva, una gran cucina di testa e di palato, che non sfiguererebbe in Europa.
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

373 Broadway
San Francisco, CA 94133
Tel: +39.(+1)415-393-9000

www.coirestaurant.com

Le Calandre

Entri alle Calandre oggi e respiri aria di grande fermento.
Il più giovane chef ad aver conseguito le tre stelle della guida Michelin al mondo non si è seduto affatto. E’ in piena e continua, inarrestabile evoluzione creativa.
Una cucina ricercata, personale, di grande carattere ma al contempo trasversale, riconoscibile e di facile lettura. La sofisticazione della semplicità, parafrasando il maestro Marchesi.
Un piatto su tutti, che rivisitando i grandi prodotti alla base della cucina francese (caviale, Tartufo, Capesante) trova un nuovo versante interpretativo, un nuovo paradigma gustativo nella crema di cavolfiore e tartufo, estratto di rapa rossa, capesante, caviale ed essenza alla rosa.
Eleganza, persistenza, profondità. Un grandissimo piatto al servizio di un grande ristorante, con una sala tra le più moderne ed intriganti oggi in Italia, con un servizio professionale, attento, spiritoso e divertente. Le Calandre, Rubano, Padova.
(Alberto Cauzzi)

Via Liguria, 1, 35030 Sarmeola di Rubano, Padova
Tel. +39.049.633000
www.alajmo.it/sezione.asp?pagina=calandre

Zur Rose

La “forza tranquilla di Herbert Hintner”.
Lo slogan è quello che il geniale Jacques Seguela coniò per Francois Miterrand, ma si sposa perfettamente con l’attuale fase di forma (e luna) gastronomica di Herbert e Margot Hintner, che da San Michele Appiano sono stati co-protagonisti dell’arrembante rincorsa altoatesina e tirolese verso l’eccellenza.
I Baumgartner, le Siriole, i Saint Hubertus.
Certo, ma molto si deve ed è passato anche da qui, da questo simpatico cuoco teuotonico che ha cavalcato l’onda dei Giovani Ristoratori (negli anni del pionierismo) e che oggi gestisce un locale dove si sta davvero bene, molto bene.
La pernice al foie gras, ingentilita da un letto di verza e da una salsa di rara leggiadria, vale il viaggio. Poi, certo, il divertissement del cappuccino di zucca con crema al gorgonzola (Alajmo rules) stuzzica, i ravioli di patate al tartufo nero sono l’epitome dell’opulenza espressa dalla cucina povera.
I sorbetti alla frutta sono deliziosi, la carta dei vini dispensa emozioni, gli amanti dei bianchi d’annata troveranno perle terlanine (e non solo).
Cucina solida, quanto le mura spessissime di questa bella casa del centro di San Michele. Dov’è tutto piacevole e leggiadro, niente di artefatto. Succede, quando la forza è tranquilla.
(Fabrizio Provera)

Via Innerhofer 2, San Michele Appiano (Eppian), Bolzano
Tel.: +39.0471.662249
http://www.zur-rose.com/

Pascucci al Porticciolo

Trovarsi a Fiumicino e non recarsi da Gianfranco Pascucci? Un po’ come essere a Milano e non andare in piazza Duomo… La crescita dello chef, suggellata dalla conquista della “stella” nel 2012, ormai e’ una certezza: il “culto” del pesce emerge chiaramente durante tutto il percorso, all’insegna di una efficace semplicità con cui la materia prima di eccellenza viene valorizzata, grazie anche a tecniche di cucina che si sono evolute con un tocco di estro e creatività.
Un esempio? Gamberi rossi al sale, profumi di erbe bruciate e agrumi: un piatto che, soprattutto nel momento in cui la cloche viene sollevata, ci catapulta all’interno di un tempio sacro. Gamberi “cotti” per induzione su una mattonella di sale portata alla temperatura di 40 gradi e contemporanea leggera “combustione” di finocchiella, timo e rosmarino selvatico. Il delicato fumo che per un attimo ci avvolge, ci ricorda l’incenso; i gamberi danno una sensazione al palato davvero unica, sia come consistenza che come gusto.
Domanda: cosa abbinare ad un piatto tanto complesso? Ho provato una birra artigianale, prodotta nel Lazio, che si caratterizza per i sentori di carciofo ma soprattutto di rosmarino, ingredienti aggiunti durante la fermentazione: direi che definirla una ideale prosecuzione del piatto non e’ per nulla eccessivo…
Per chiudere: servizio sempre attento senza essere invasivo, carta dei vini completa, prezzo adeguato (vini esclusi: 65-90€ in degustazione, circa 70€ “a’ la carte”): con una location maggiormente d’impatto, nessun ulteriore traguardo sarebbe impossibile da raggiungere!
(Marcello Stasi)

Viale Traiano 85, Fiumicino, Roma
Tel: +39.06.65029204
www.pascuccialporticciolo.com

Friday Five 15
(Antica Trattoria del Reno – Bologna)

Friday Five 14
(Mong Kok – Milano)

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Mong Kok

Un ristorante cinese diverso dal solito. L’ambiente è minimalista, con file di mattoni in cemento a dividere la sala e lampadine a sospensione per illuminare. I piatti sono la summa delle quattro correnti della cucina cinese. Nel menù, bilingue e scritto in parte su fogli di carta volanti, non troverete mai “involtini primavera” e “pollo alle mandorle”, ma “pentole di fuoco”, zuppe brucianti servite al tavolo in mini wok, “melanzane saltate con carne” e una golosa “anatra arrosto”, che in pratica è un’anatra laccata. Il piatto più rinomato. I pochi italiani che occupano i tavoli vengono qui (quasi) solo per lei. Il resto degli avventori sono cinesi. Allora tutto bene? Non proprio: il personale, asciutto nei modi, rasenta spesso la scortesia. Alla sera meglio prenotare perché è preso d’assalto!
(Miriam De Rubeis)

Via Padova, 3, Milano
Tel: +39.02.2613224

Melisse

Probabilmente il miglior ristorante di cucina “occidentale” di Los Angeles. Nessun volo pindarico, ma una cucina affidabile, varia e caratterizzata da un buon controllo dell’acidità: per un locale di impostazione “europea” a Los Angeles è già tanto, tantissimo. Certo, siamo nel regno della retroguardia, ma le materie prime sono buone e le preparazioni (con qualche riferimento alla contemporaneità che si ferma alla pura superficie) non le mortificano. Ambiente stereotipato, servizio alberghiero.
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

1104 Wilshire Blvd. Santa Monica CA 90401
Tel: +39.(+1)310.395.0881

www.melisse.com

Petit bistro

“Lui circospetto guarda in giro e mette via” raccontava una nota canzone del grande Jannacci. E ci pare di esser tornati alla Milano da bere dei tempi che furono, aggiungiamo.
Starlette circondate dal loro codazzo, un trittico di modelle che parla rigorosamente Inglese, un gruppo di MILF in serata libera a dar sfogo ai più bassi istinti, un tavolo di allampanati e fuori luogo clienti normali, forse giunti qui più per guardare che per mangiare.
Già perché il fil rouge della nostra serata – e la domanda che ci ha attanagliato la mente – è stata proprio questa: ma perché qui, così affollato di gente, tutti si ostinano a mangiare?
Qui non si viene evidentemente per mangiare, sennò la pizza gourmet, che è più una ciabatta arrostita e mal rigenerata o il pollo di cascina mal cotto, mal salato e, oseremmo, dire anche mal selezionato, sarebbero preparazioni saltate subito all’occhio, non solo dello scafato gourmet.
La milano da Bere è rinata, evviva!
(Alberto Cauzzi)

Via Amerigo Vespucci, 5, 20124 Milano
Tel. +39.02.89690870
www.petitbistrogroup.it

Devero

Se siete appassionati di calcio lo paragonereste a Gigi Meroni, se amate il basket è un incrocio tra Magic Johnson e Steve Nash, se siete cinefili potreste associarlo a Fernando Di Leo. Se vi piace la musica, rassomiglia- a questo punto della carriera- a un incrocio tra Charlie Parker e Frank Zappa.
Enrico Bartolini, lasciati sui colli (bellissimi) di Montescano l’impeto e l’ansia da prestazione della fase di passaggio dai 20 ai 30, ha trovato nel Devero di Cavenago la pace che deriva dalla (quasi) perfezione.
Il contesto è tra i più brutti che tocchi in sorte ai gastromaniaci, forse addirittura peggio dei 10 km di capannoni che precedono le Calandre di Rubano. Ma la successione dei piatti ripaga occhi, testa e cuore.
Se la crema di patate, uovo e uova è il classico 2.0, pronto ormai a soppiantare il riso rape e Gorgonzola, gli scampi panati con fragranza e succo di pompelmo, il manzo piemontese con lamelle di foie gras, gli asteroidali bottoni di lime e olio in salsa di cacciucco e polpo cotto alla brace ci hanno condotto ai confini dell’estasi. Per chiudere, lamponi freschi e fragranti farciti di liquirizia: divertono, seducono, spiazzano e poi ti fanno risedere. Come Bartolini.
La squadra (anzi, l’orchestra) sembra tenere il ritmo compulsivo del vocalist, come quando Lou Reed registrò a New York in presa diretta. L’empireo è ormai alla portata di Enrico. Ma lui potrebbe anche fintare e scartare di lato. Perché quel sorriso porta con sè l’imprevedibilità..
(Fabrizio Provera)

Largo Kennedy 1, Cavenago di Brianza (Monza)
Tel.: +39.02.95335268
http://www.deverohotel.it/

I Pupi

Bagheria, pochi km da Palermo. Un ristorante in cui ci si sente “a casa”: 25 coperti, clima familiare che pervade il locale senza però rinunciare ad una grande ricercatezza del menu, un mix sapiente di ingredienti che richiamano costantemente il territorio (nel senso più profondo e sentito del termine) ma rivisitati con grande maestria dallo chef Tony Lo Coco, che in compagnia della moglie Laura, delizia coloro che non a caso chiama i suoi “amici-ospiti”.
Un servizio curato, molto attento ma mai invasivo, una carta dei vini completa a prezzi finalmente ragionevoli. Il variegato crudo di pesce con sali dal mondo e oli affumicati (notevole quello alla carbonella), il raviolo di seppia cotto a bassa temperatura su crema di sedano, ripieno di crema di patate e datterino, accompagnato da uno spettacolare gelato ai ricci, la millefoglie di “Russello” (grano locale) con sarde e finocchietto (trionfo di equilibrio e sapori), la “stigghiola” di tonno (street food made in Palermo in una originale declinazione a base di pesce).
Insomma, la meta ideale per portare con sé un pezzo di questa magnifica terra bagnata dal mare e baciata dal sole.
(Marcello Stasi)

Via Del Cavaliere, 59 – 90011 Bagheria (PA)
Tel: +39.091.902579
www.ipupiristorante.it

Friday Five 14
(Lamponi freschi e fragranti farciti di liquirizia e yogurt soffiato.: un piatto di Enrico Bartolini- Devero)

(Una portata del Ristorante Sumire – Milano)

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Daniel

Daniel Canzian dopo tanti anni alla corte del Divino Marchesi ha fatto il grande passo ed ha aperto il suo ristorante. L’ambiente è accattivante, in una delle zone più belle di Milano: un ampio open space con cucina a vista, arredamento contemporaneo, molta vivacità con i giovani cuochi che sostituiscono i più tradizionali camerieri (diventeranno una rarità?) e fanno la spola dai fornelli ai tavoli. L’estrema cortesia e buona volontà, però, non riescono a celare i limiti indiscutibili della cucina attuale del “Daniel”: piatti sulla carta minimali e ben definiti, ma ogni preparazione è priva di equilibrio (“minestrone alla milanese” e “quaglie laccate al limone”), complessità (“risotto al profumo di crostaceo” e “coregone alla saltinbocca”) o cotture a regola d’arte (“sella di coniglio ripiena con i suoi fegatini”). Certo sono passati solo due mesi dall’apertura, però i 18 euro per un “assaggio” di carciofi alla giudia, molto poco convincente per concezione e fattura, sembra già una caratteristica pretenziosa da ristorante navigato. La carta dei vini non consente di raddrizzare la serata. Peccato.
(Bruno Petronilli)

Via San Marco angolo Castelfidardo 20121 Milano
Tel: +39.02.63793837
www.danielcanzian.it

Massè

L’eccezionale maestria di Ciro Salvo ha reso questo locale nella splendida Torre Annunziata la Mecca degli appassionati di pizza napoletana di tutto il mondo. A soli 36 anni Ciro Salvo è già il re dei pizzaioli: il più preparato, il più talentuoso, il maestro indiscusso. Che classe! Ogni considerazione tecnica sarebbe inopportuna da parte nostra: sarebbe come se un appassionato di pianoforte ciarlasse della tecnica di Arturo Benedetti Michelangeli. Non c’è da parlare: bisogna solo assaggiare, ammirare e stare zitti. Ciro Salvo è La Pizza!
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

Corso Vitt. Emanuele III 429, Torre Annunziata
Tel: +39.081.5363382

Sumire

Un giapponese pieno di clienti giapponesi? Un gran bel segno. A prezzi concorrenziali, molto competitivi, una trattoria-sushi bar frequentatissimo e sempre fully booked. E’ fondamentale prenotare qui, in una traversa di largo la Foppa, in pieno centro di Milano.
Un sushi molto buono e ben fatto, in particolare il riso cotto e condito alla perfezione, con un unico neo: agli europei lo confezionano senza wasabi (ricordatevelo quando ordinerete). Gli Udon ottimi, solo forse un po’ troppo addolciti per i gusti occidentali, e tanta cordialità, gentilezza e dedizione, qualità tipiche del servizio giapponese. Buona selezione di sakè, immancabile trittico di birre giapponesi e ottimo the, sia verde che tostato a richiesta. Da non perdere, semplice ma di ottima qualità.
(Alberto Cauzzi)

Via Varese 1, 20121 Milano
Tel. +39.02.91471595
www.ristorantesumire.it

Moma

Roma, Via Veneto, luogo che non ha bisogno di presentazioni: a due passi dall’Ambasciata USA c’e’ il Moma, un locale in cui si può assaporare la cucina tradizionale romana ma anche una cucina intelligentemente creativa che rende merito agli chef Alessandro Cannata e Francesca Fucci, due giovani “emergenti” che da anni hanno manifestato il loro talento, impressionando di recente anche in occasione dell’evento Taste of Roma 2013.
Ricerca delle materie prime e realizzazione dei piatti con approccio originale e innovativo: ne sono un esempio gli ottimi bottoni di pasta fresca farciti di agnello e mantecati con uovo di Parisi e carciofi, una esplosione di sapore e la dimostrazione che in cucina non manca la personalità.
Il tutto è abbinato a una location raffinatamente semplice, a un servizio curato e a una ottima carta dei vini. Una meta da tenere in assoluta considerazione.
(Marcello Stasi)

Via San Basilio, 42 – 00187 Roma
Tel.: +39.06.42011798
http://www.ristorantemoma.it/

Villa Crespi

C’è il tempo della rincorsa, dell’esuberanza e quello della Maturità. Tonino Cannavacciuolo è decisamente nella terza fase, che definiremmo però più dinamica, in continua evoluzione positiva. Preparazioni come le lumache in salsa inglese o l’imperioso piccione vi faranno sobbalzare sulla sedia. Goloso, persistente, elegante ma concreto. Una cucina ed un luogo, Villa Crespi, in cui dopo essere uscito sogni già di tornare un attimo dopo. Per rivivere un’esperienza folgorante ed illuminante. Una piacevolezza complessiva che passa anche attraverso un servizio di sala di livello assoluto, uno tra i migliori di casa nostra, supportato dalle figure chiave del maître Paolo Ciaramitaro e del sommelier Matteo Pastrello. Strasuperconsigliato!
(Alberto Cauzzi)

Via Fava, 18, 28016 Orta San Giulio Novara
Tel: +39.0322.911902
www.villacrespi.it

520
(Tonno … “vitellato”: un piatto di Cannavacciuolo – Villa Crespi)

(Riso al latte di capra con semi di sedano, polvere di caffè e crema di vongole: un piatto di Piergiorgio Parini – Osteria del Povero Diavolo – Torriana)

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Osteria del Povero Diavolo

Attraversando acqua fermentata, cicoria, noci, semi, camomilla, radicchio, pompelmo – “Gelosia”: polemizziamo? – e cardamomo, patate, bergamotto – prolessi: Pan Pepato! – e ginepro, rosa canina, mandorle e nocciole (sì, nocciole), si vien quasi a rintracciare l'”etere” logico di uno spazio gastronomico in cui baccalà, rombo, piccione e beccaccia – ma anche il topinambur – si decentrano quanto più sembrerebbero occupare il “campo di battaglia”, a riprova della natura intrinsecamente non essenzialistica e non identitaria della grande cucina d’autore: è il gourmand che vuole “il(lo)” prodotto e goderselo, laddove il gourmet è goloso di relazioni, declinazioni, centri decentrati e allegre capriole dell’intelligenza. Quella di Parini è una cucina che sa parlare al gourmet, che certamente potrebbe essere più spinta e “astratta”, ma che è espressione di un talento unico – nella composizione e nell’esecuzione – che “gira” a una velocità che ha pochissimi eguali in tutto il mondo. Il vero Mozart dei fornelli? Potenzialmente sì. Certo, se prendesse qualche rischio in più, se in qualche curva spingesse un po’ più l’acceleratore osando qualche chilometro all’ora in più (senza aver paura delle derapate), probabilmente salirebbe alla ribalta mondiale e non esisterebbero più problemi di conti o di confronto con una sorda realtà provinciale d’ignoranza e d’indifferenza. Per dirla più concretamente: secondo noi, un Parini con un pizzico di follia in più potrebbe occupare una delle primissime posizioni della classifica dell’acqua minerale, ma solo il coraggio di rischiare la “morte” (Hegel docet) può condurlo a tale traguardo. Per il momento, ci limitiamo a fruire di una cucina sartoriale, quasi su misura, e forse delle più raffinate cadenze armonico-olfattive che si possano incontrare in giro per il mondo. Parini trova la sua poesia non in una spiritualità “severa” à la Lopriore, né tantomeno in un’ironia surreale à la Adrià, ma nelle piccole cose, nelle piccole meraviglie che solo uno spirito candido e sereno sa scovare. Certo, quel petto di piccione “in bianco” era proprio buono…
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

Via Roma 30, Torriana (RN)
Tel: +39.0541.675060
www.ristorantepoverodiavolo.com

FrankRizzuti – Cucina del Sud

Non Frank Rizzuti ma Frankrizzuti, un neologismo da leggersi tutto d’un fiato e che, da pochi giorni, è sinonimo di prima stella Michelin della Basilicata.
Dopo vent’anni di duro lavoro, in una zona che fino al suo arrivo non pareva particolarmente vocata all’alta gastronomia, il quarantacinquenne Francesco sta finalmente raccogliendo i frutti di tanti sacrifici.
A metà anni Novanta con L’Osteria Marconi diede il primo scossone alla cucina lucana rinnovando, senza stravolgere, i piatti della tradizione locale. Con l’arrivo del nuovo millenio, varcato il confine con la Calabria, si accasò alla corte dell’Azienda Agricola Ceraudo per gestire il ristorante Dattilo (sulla sua scia lascerà una Stella Michelin). Dal 2012 il figliol prodigo è rientrato nella natia Potenza con la volontà di ridare il meritato lustro all’arte culinaria locale.
La Cucina del Sud è la premessa ma i luoghi comuni e le banalità sono banditi, Frank ha smesso di specchiarsi nel passato e di rimpiangerlo già da tempo ed oggi fa sfoggio di una proposta gastronomica tra le più moderne e suggestive del Sud Italia.
I riferimenti sono da trovarsi in maestri come Ferran Adrià, Gennaro Esposito ed Alfonso Iaccarino.
Le materie prime del territorio, dalle carni alle verdure passando per una buona materia ittica e sorprendenti vini lucani, trovano rinnovata nobilitazione in questo locale moderno e di prospettiva.
Doppio thumbs up e semaforo più che verde.
(Kid & Fancy)

www.rockersgotorestaurant.com

Largo Pasquale Uva / Via Potito Petrone, 42 85100 Potenza
Tel: +39.0971.45506
www.frankrizzuti.com

Giuda Ballerino

In zona Cinecittà, fuori dai tradizionali circuiti turistici della Capitale, Andrea Fusco propone il suo locale multitasking: wine bar, osteria e ristorante in una manciata di metri quadrati. L’ambiente è colorato ed informale, il personale preparato e cortese ma il dover in cucina seguire con un occhio la saletta gourmet e con l’altro quella dell’osteria si traduce in tempi d’attesa un po’ lunghi. A tavola optando per “I Classici” vengono proposti i 5 piatti più rappresentativi del locale. Il filo conduttore è una nota dolce, fin troppo a essere sinceri, che accompagna la degustazione dall’antipasto al dessert. La sensazione alla fine è che ai piatti manchi sempre qualcosa: un po’ di sapidità ad uno, un po’ di acidità all’altro, un po’ di speziatura all’altro ancora. Sopra la media gli spiedini di gamberone in pasta fillo con spuma di mortadella ed i ravioli di burrata, scampi e zucchine. Nel baccalà in oliocottura, invece, la polvere di olive nere non ce la fa a bilanciare l’abbondante crema di cavolfiore e vaniglia per un risultato complessivo che lo fa assomigliare più ad un pre-dessert che ad un secondo. Le materie prime ci sono, la tecnica non manca, da mettere a fuoco la scelta ed il dosaggio di alcuni ingredienti per raggiungere una maggior piacevolezza gustativa.
(Giuseppe Malvetani)

Largo Appio Claudio, 346 – 00174 Roma
Tel. +39.06.71584807
www.giudaballerino.com

Ristorante Patelli

Trento è piena di osterie dal menù sempre uguale: si distingue questo famoso locale del centro storico, che ci ha attratto per la fila chilometrica all’ingresso, costituita per lo più da abitanti del luogo. Se siete in cerca di un locale semplice e genuino, di un’alternativa alla cucina di casa, il Patelli non delude: piatti sinceri, nulla di trascendentale per carità, ma comunque buoni. Impressiona il servizio di una celerità incredibile, la cortesia e soprattutto i prezzi nettamente al di sotto della media, senza sacrificare la qualità. Una buona fettuccina ai finferli e un filetto di puledro alla griglia cotto correttamente consentono un piacevole pranzo domenicale. Ecco la dimostrazione che con professionalità e impegno è possibile avere successo anche in tempi di crisi. Complimenti.
(Bruno Petronilli)

Via Dietro le Mura A 1/5 38100 Trento
Tel.: +39.0461.235236
http://www.ristorantepatelli.it/

Ristorante Manna

Mente sottile e mano tecnicamente capace quelle di Matteo Fronduti, cuoco il cui physique du rôle è fuori discussione. Il suo Manna, defilato da ogni tendenza modaiola milanese, è un ristorante che unisce la sana concretezza di uno stile di cucina moderno e semplice ma mai banale ai divertenti giochi di parole che danno il nome ai singoli piatti in menu. Allora ecco la freschezza di “ma è un aspic?” a base di gamberi rossi serviti con verdure e coriandolo nel loro brodo rappreso. Bello l’impatto di “incendio nel porcile” dove la pancia di maiale affumicato bilancia la sua grassezza con un’incisiva crema di rafano e qualche foglia di cicoria. Da non perdere “Aldo Fabbbbbrizi”: bucatini cacio e pepe con il ghiotto tocco del fegato d’abbacchio. Spazio anche per i non carnivori con “Veggie”, il burger di zucca con nocciola e senape. Si termina in dolcezza con “Ficata”, una fragrante tartelletta di mandorle con fichi e gelato alla cannella. Si spendono in media 45 euro, divertendosi.
(Marco Colognese)

Piazzale Governo Provvisorio 6 Milano
Tel: +39.02.2680915
www.mannamilano.it


(Osteria del Povero Diavolo – Torriana)


(Un piatto dello chef Claudio Ruta – La Fenice – Ragusa)

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Il Falconiere

A due passi da Cortona, all’interno dell’omonimo suggestivo relais che si affaccia sulla campagna toscana, il Falconiere è uno di quei ristoranti gourmet per i quali la parola “tradizione” ha un senso preciso all’interno della cucina, andando oltre la mera esigenza di marketing. Il menù degustazione porta in tavola materie prime, contorni, guarnizioni, aromi e profumi all’insegna di una profonda, sentita toscanità. Tra le cose da ricordare la pralina di fegatini di pollo ai pistacchi con susine al vinsanto, le pappardelle farcite di pecorino con fagioli dall’occhio ed il coniglio arrostito ai sapori toscani con patate, olive e composta di sambuco. Tra quelle da rivedere la pappa al pomodoro, troppo asciutta e non al livello delle altre portate e la zuppa inglese proposta come dessert, una rivisitazione in cui la pera cotta nell’alchermes, più appagante alla vista che al palato, è la cosa che resta più impressa (e non in positivo) facendo passare in secondo piano il resto del piatto. Ci si alza abbastanza soddisfatti ma con la sensazione che sarebbe potuta andare meglio.
(Giuseppe Malvetani)

Località San Martino, 370 – 52044 Cortona (AR)
Tel: +39.0575.612679
www.ilfalconiere.it

La Fenice

Lo chef Claudio Ruta conferma la sua solidità. Cucina ben eseguita, rotonda, appagante. Forse qualche reiterazione stilistica di troppo (troppi e onnipresenti i gelati) a far da contraltare ad una cucina di materia prima buona e di realizzazione tecnica di alta qualità. Il servizio, presente, costante e molto curato viene supportato anche da una cantina di tutto rispetto che, a saper scegliere, offre qualche perla importante a prezzi da discount, per un ristorante di questo tono. Il luogo ameno è compensato da una sala di eleganza e di qualità e dalla cucina piacevolmente golosa. Una tappa da tener presente, al di fuori dai soliti nomi noti.
(Alberto Cauzzi)

Via Gandhi 3, Ragusa
Tel: +39.0932.604140
www.lafeniceristorante.com

Pizzaria La Notizia 94

Questo locale ha fatto da apripista alle varie pizzerie gourmet (e finalmente al passo con i tempi) che sono nate in Campania negli ultimi quattro anni. Vi si trova sempre qualcosa di interessante, come nella nostra ultima visita. Certo, oggi c’è più concorrenza che nel 2010, ma questa pizza, quando è al top, ha sempre il suo perché. Da non far mancare in un tour delle più importanti pizzerie napoletane.
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

Via Caravaggio 94, Napoli
Tel. +39.081.19531937

Lemokò – Pesce e Vino.

Varcate la soglia del giardino di Palazzo Spisani, un piccolo tesoro verde nel cuore del centro storico di Ferrara. Nell’antica limonaia Guido Mascellani, orgogliosamente autodidatta, un passato da agente immobiliare e chef a domicilio, ha incastonato il suo Lemokò: 25 posti all’interno della sala-gioiello e un’altra ventina nel dehors estivo serviti da una cucina talmente “a vista” che si potrebbe dire “Live”. Il bancone sul quale Guido compone i piatti è l’unico elemento di separazione tra se e la sala: niente porte, né tantomeno asettiche vetrate che fanno somigliare certi ristoranti ad acquari o a reparti maternità. E niente gas, nello storico magazzino dei limoni: solo due forni, due piastre a induzione e un affettatrice. Il risultato è una cucina raffinata, fantasiosa, fresca e dinamica, ricca di spunti inusuali, come la Trippa di coda di rospo patate e parmigiano o la Lasagna al pesto di basilico mozzarella e mazzancolle. Conto più che ragionevole, si sta dentro ai 40 euro anche con una bottiglia di bollicine rosa. Carta dei vini al momento affidata a un unico produttore, si potrebbe fare qualcosa di più.
(Cristiano “Gillo” Giliberti)

Via G. Byron, 10 (Palazzo Spisani) 44121 Ferrara
Tel.: +39.335.7407628
http://www.lemoko.it/

http://www.facebook.com/lemoko/

Era Ora

L’inizio era stato eccellente. Una Montanara fritta davvero fantastica. Fragrante e asciuttissima che ci aveva disposti al meglio.
Ma nel prosieguo la cucina del giovane e ambizioso Pietro Parisi non ci ha convinto. Piatti nell’insieme poco armonici, slegati. A volte è la stessa concezione del piatto a lasciare perplessi ma anche l’esecuzione in un paio di passaggi ci è sembrata non perfetta. E il gusto latita.
Resta una imponente operazione di marketing con un menu che sembra una rivista, tante notazioni sulle materie prime utilizzate e riferimenti a Ducasse – da cui Parisi racconta di aver studiato – Vissani e Marchesi nelle cui cucine il giovane cuoco vanta le proprie esperienze.
Abbiamo il giusto rispetto e anche una buona dose di ammirazione per un giovane cuoco che abbraccia una nuova difficile sfida in un contesto non facile come la provincia di Napoli. Proprio per questo non siamo qui a bocciare nessuno. Però ci tocca rilevare che in cucina c’è da lavorare e molto, soprattutto se si hanno certe ambizioni. Ci torneremo.
(Giovanni Gagliardi)

Via Trieste 147, Palma Campania (NA)
Tel: +39.339.8587591
www.pietroparisi.it


(Esterni e interno di Lemokò, nuovo ristorante nel centro di Ferrara)