Passione Gourmet Eleven Madison Park Archivi - Passione Gourmet

The NoMad

All’incrocio tra la Fifth Avenue e Broadway, nella parte nord di Madison Square Park, da cui il nome NoMad, opera indisturbato il duo Daniel Humm e Will Guidara. Protagonisti e promotori dell’alta ristorazione made in USA ma soprattutto del concetto di accoglienza, preso, reinterpretato ed elevato al suo massimo potenziale, rappresentano un punto di riferimento, non solo entro i confini newyorkesi. Tutta la teatralità della cultura americana, scomodando un luogo comune piuttosto banale, si condensa e dona vita ad uno spettacolo in cui nulla è lasciato al caso, a partire dal sito internet del locale (spettacolari i video di presentazione) fino al compimento dell’atto del servizio, senza tralasciare la qualità della cucina.
Il loro NoMad è un hotel di lusso nel cuore della città. Le diverse sale che abbracciano il solarium centrale custodiscono un’atmosfera riservata e romantica, materializzata sotto forma di piccoli tavoli quadrati, assai ravvicinati tra loro, che, come canalizzando l’energia del pubblico, si rendono attori inconsapevoli dello svolgimento della serata. Il gioco di sguardi di una coppia, il sussurrio in sottofondo che copre la musica d’atmosfera della sala, lo strano perverso gioco di complicità che, come riflesso al contrario, si percepisce in maniera intima e propria, fanno parte di una sinfonia orchestrata perfettamente da un servizio di sala attento che fa da cornice ad una sala di per sé molto affascinante.
Tutto questo si traduce nell’atto pratico rendendo il NoMad uno dei locali più “in” di tutta New York.

La cucina, affidata ad Abram Bissel, mostra lampi di brillantezza, rimanendo assolutamente definita e decifrabile, facendo del comfort food neo americano il suo punto di partenza, per poi lasciarsi irretire di tanto in tanto da preparazioni più articolate. La chiave però è la concezione fusion delle suggestioni, in cui in particolare la cucina francese e quella italiana si incontrano fondendosi con la New American cuisine in maniera tanto riuscita da far sfuggire il paragone con un mostro sacro come Thomas Keller. Da segnalare, durante la nostra visita, una discrepanza tra la qualità e la raffinatezza della proposta lunch e quella invece della sera, ben più articolata e precisa. A tal riguardo a breve la formula del pranzo varierà, avvicinandosi coerentemente in maniera più decisa alla filosofia di cucina serale.
L’offerta è così poliedrica che durante l’arco di un solo pasto si potranno assaggiare preparazioni classiche di stampo internazionale come il pollo farcito con foie gras e tartufo (qui pare sia interpretato in maniera mirabile, universalmente considerato uno dei piatti migliori di tutta New York), piuttosto che un hamburger squisitamente americano o piatti che strizzano l’occhio alla sofisticatezza della cucina dell’Eleven Madison Park, fratello maggiore, come la tartare di carota con germogli e insalata.

Il NoMad, pur rimanendo lontano ponderatamente dal suddetto, risulta essere un ristorante accessibile, che al contempo si può tranquillamente definire “di classe”. Piatti curati con consistenze, cotture e salse da manuale, accompagnati e proposti da un servizio attento e premuroso e da una carta dei vini assolutamente riguardevole sono i colori utilizzati da Humm e Guidara per dipingere questo quadro dall’imprinting inconfondibile. Ancora una volta questa coppia di ristoratori ha saputo creare, seguendo un’idea coerente dall’inizio alla fine, un locale adatto ad ogni cliente in ogni situazione.

NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Arriva immediatamente al tavolo una buona focaccia con cipolle, patate e finocchietto.
NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Pomodori marinati con pesche, mandorle e ricotta salata (un must in città). Pomodori buoni ma non eccezionali. Piatto semplicissimo, sapori mediterranei.
pomodori marinati, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Tartare di carota con germogli e insalata (già un classico all’Eleven Madison Park). Sembra di mangiare una tartare di carne.
tartare di carota, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Con un uovo di quaglia crudo, stile steak tartare.
tartare, uovo, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Semplicissime e gustose lasagnette con melanzana affumicata, pomodori e emulsion di “parmesan”.
lasagnette, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Capesante scottate in padella con garganelli, fagioli e minestrone. Sorta di minestra in cui la pasta è un contorno (alla francese). Anche in questo caso le emozioni latitano, ma il sapore è fresco e compiuto.
capesante, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Molto buono il poulard, ossia pollo in padella (un grande prodotto cotto in maniera impeccabile) con taccole, fagiolini e fagioli. Non abbiamo amato la crema alla base. Sorta di maionese leggera, a lungo andare prevaricante.
poulard, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Per chiudere ci consigliano il signature: Milk & honey, Shortbread, Brittle & Ice Cream. Un grande dessert giocato sulle consistenze e declinazioni del binomio latte e miele. Ennesima conferma che il reparto dolciario d’oltreoceano è di livello ipertecnico.
dessert, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Ottimo caffè, selezione della casa.
caffè, NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Insegna.
NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Ingresso dell’hotel.
NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best
Il Flatiron Building.
NoMad, Chef Daniel Humm, Abram Bissell, Broadway, New York, 50 best

L’America è la patria dell’Hamburger, e a New York non può che esserci ampio spazio per il meglio del meglio di questo street food d’eccellenza a stelle e strisce.
Nonostante sia presente addirittura come piatto simbolo in due ristoranti stellati Michelin, noi abbiamo deciso di fare una scelta diversa dalle solite. Non ci siamo orientati verso i super atelier alla Superiority Burger, o le super tavole stellate di Minetta Tavern o The Spotted Pig.

Abbiamo cercato, nel rispetto della qualità, di rivolgerci più verso il lato pop, provando un paio di punti vendita di micro-catene che hanno fatto fortuna nell’ambito cibo da strada.

E ne abbiamo scelte due: Burger Joint, con filiali in mezzo mondo, e Shake Shack, più distribuito a macchia sul territorio statunitense. La nostra scelta, dettata anche dallo scarso tempo a disposizione (abbiamo dato più spazio ai ristoranti in questa nostra breve -ma intensa- ultima visita) ha riservato non poche sorprese.

La qualità media è eccelsa per quanto riguarda la carne, ovvero l’ingrediente principale. Scarse performance invece per il pane e gli altri condimenti. Insomma abbiamo compreso che probabilmente qui in Italia tendiamo a dare una visione più nobile di un cibo che, per l’America intera, è considerato a tutti gli effetti un cibo da strada, nel vero senso del termine… e nella maggior parte dei casi rispetta un rigore filologico che lo vuole un cibo semplice ed elementare, mai troppo complesso o ricercato.

Due esperienze comunque diverse e interessanti, a tratti divertenti, sicuramente da non perdere.

Burger Joint ha due avamposti a New York: lo storico al Greenwich, dove tutto partì, e quest’altro, ubicato nella Hall del Le Parker Meridien, uno degli alberghi più chic della Grande Mela. Qui troverete a pranzo una coda più o meno chilometrica che si inabissa in un vicolo cieco, di fianco ad un tendone, dove alla fine apparirà, quasi per magia, l’ingresso di un gastro-burger-pub con perlinato alle pareti ed immagini davvero trash. Un grande contrasto per un posto che vale la pena di essere sicuramente visitato.

La coda dietro la tenda della Hall del Meridien…
Hamburger, Meridien, New York
… preludio all’ingresso di Burger Joint.
Burger Joint, Hamburger, New York
Il Double Burger.
Double burger, Burger Joint, New York

Shake Shack nasce da un chiosco di street food in Madison Square Park -vicinissimo al pluristellato Eleven Madison Park e sua diramazione- che nel 2001 proponeva cibo da strada (burgers, hot dogs, frozen custard, shakes) di elevata qualità, con ingredienti selezionati da produttori locali in prevalenza biologici. Da lì l’esplosione,  con una catena che oggi conta circa 10 regioni degli Stati Uniti coperte da circa una 30ina di punti vendita. Ottima qualità per una catena di fast food.

Il locale.
Shake Shack, Hamburger, New York
Shake Shack, Hamburger, New York
Quando la vostra ordinazione è pronta l’aggeggio si illumina di rosso, e potrete alzarvi per ritirare il vostro fantastico burger.
Shake Shack, Hamburger, New York
Shake Shack, Hamburger, New York
Dettagli.
Shake Shack, Hamburger, New York
Shake Shack, Hamburger, New York
Shake Shack, Hamburger, New York

“The New York Times – Four Stars
 Michelin Guide – Three Stars
 Forbes Travel Guide – Five Stars
 AAA – Five Diamond Award
 S. Pellegrino – The World’s 50 Best Restaurants – 5th place
 Wine Spectator – Grand Award
 Les Grandes Tables du Monde”

What Else?

Parafrasando George Clooney, la nostra recensione potrebbe terminare qui. Con questa fila interminabile di riconoscimenti che proiettano la creatura di Daniel Humm, e del suo socio e co-proprietario Will Guidara, nell’olimpo dei migliori ristoranti al mondo, senza dubbio alcuno.
Un vero e proprio impero dei sensi, che non tradisce però lo stile di una impresa vincente. Perchè qui sarete coccolati e riveriti da un servizio impeccabile, anzi formidabilmente attento e premuroso. All’atto della prenotazione, oltre a chiedervi se ci sono allergie di sorta, visto l’obbligo di un menù a sorpresa pensato e costruito come unica opzione, vi chiederanno anche se avete particolari preferenze.

E dopo aver detto che vostra figlia, al tavolo con voi, adora gli Hamburger, eccovi recapitare a metà pasto, oplà, un gradito fuori pista. Hamburger e patatine, e un elenco,  personalizzato Eleven Madison Park, dei 4 migliori ristoranti di New York che offrono al top lo splendido cibo-icona statunitense.
Senza poi contare che, a metà pasto, a turno tutti i commensali sono invitati ad un passaggio in cucina. Per visitarle, per vedere la brigata all’opera in un lavoro incessante, chirurgico e preciso. E per deliziarvi con un intermezzo, per ogni cliente diverso. A due innamorati al tavolo a fianco è toccato un cioccolatino personalizzato, a noi delle caramelle di sciroppo d’acero cristallizzato.

Fantastico, come fantastica è l’accoglienza, l’accudimento costante, quasi stordente, del personale in sala che non vi lascerà mai solo un minuto. Non un bicchiere vuoto, non un calo di ritmo. E tutto questo per più di 3 ore di cena. Un vero modello da studiare.

Tutto questo, udite udite, per una ottantina di coperti seduti che, a ritmo vertiginoso ma apparentemente calmo, ruoteranno di fianco a voi dalle due alle tre volte. Quanto dovremmo imparare noi italiani da questi signori! Così si fa una impresa del lusso e del gusto, rendendo tutti felici e contenti, facendo trascorrere una esperienza più unica che rara, ma tenendo d’occhio i numeri.

Fascino assoluto. Solo qui sono capaci di queste cose, e sono molto, molto bravi a farlo.

Un impero dei sensi a portata di molti quindi? Nient’affatto, bensì comunque un luogo esclusivo per New York City, dato che riservare un tavolo è difficilissimo. Apertura delle prenotazioni la mattina di 28 giorni prima, e conseguente chiusura dei tavoli entro mezz’ora. Davvero folle -e pressoché impossibile- prenotare.

In questo turbine di fantastiche emozioni proverete anche un paio di intermezzi, davvero piacevoli, in cui avviene una sontuosa esibizione del servizio in sala. A noi è toccato con la fantastica rivisitazione dell’Insalata Waldorf. Perchè qui, come al Noma di Copenhagen, si riscopre la tradizione del luogo e la si rilegge, la si reinventa.
Si valorizzano i piccoli produttori (i cosiddetti farmers) della zona e dei dintorni, dando spazio ai loro gioielli ed alimentando un indotto davvero fantastico. Non manca anche qualche gioco, come quello finale dell’indovina-il-latte-nel-cioccolato.
Esperienza unica, immancabile, divertimento assicurato e riuscito in pieno. Non dimenticherete presto la vostra fantastica serata, e tutto contribuirà a ricordarvelo.

E la cucina? Ottima, centrata, divertente, stimolante. Ma solo uno dei punti, e neanche il più importante, di questa straordinaria esperienza gastronomica.

Eleven Madison Park… what else?

Il benvenuto… Savory black & White cookie with Apple.
Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Aperitivo, e… nettare alsaziano leggermente alcolico, diluito, per la minore. Bravi, incominciamo con le attenzioni.
aperitivo, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

La stupenda sala “New York” style.
sala, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Sala, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

sala, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Uova di storione e di gallina, erba cipollina.
uovo, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Tarteletta di ostriche e sua vellutata.
tarteletta ostriche, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Who are you? Bond… James Bond, ottimo Vesper Martini.
Vesper Martini

Scallops, Marinate with Black Truffle and leeks.
Scallops, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Benedict with Egg, cauliflower, and ham… e blinis in accompagnamento.

bendict with egg, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Foie Gras, seared with smoked Eel and Brussels Sprouts.
Foie gras, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Foie Gras marinated with cabbage and red apple.
Foie gras, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

L’ottimo pane.
pane, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Il burro con sale affumicato.
burro con sale affumicato, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

La fantastica preparazione dell’insalata Waldorf.

Salad with Apple, Celery, Grapes and Walnuts.
Salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Il primo servizio…
salad, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

…e, togliendo il coperchio, il secondo servizio.
Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Lobster poached with butternut squash and chestnuts.

lobster poached, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best
Il nostro vino in accompagnamento.

vino, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

La sorpresa incartata…sorpresa, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Le salse che fanno presagire il contenuto.
salse, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Ecco un ottimo hamburger… a 3 stelle!
hamburger, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Hen of the woods mushroom, roasted with horseradish.
Hen of the woods, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Duck…
duck, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

…roasted with collard greens and apple.Duck, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Chicken roasted with sunchoke and brown butter.
chicken, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Cato corner cheese fondue with squash and mustard.
Cato corner, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Botritys ice cream with bitter almond and ginger crumble.
botrytis ice cream, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

…with riesling of New York pairing.
vino, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Milk and honey.
milk and honey, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Taste of chocolate.

Quattro cioccolati con quattro tipi di latte differenti: capra, bufalo, mucca e pecora. Da indovinare.
Taste of Chocolate, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Un ottimo apple brandy del New Jersey.
apple brandy, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

E Bretzel dolci.
Bretzel, Eleven Madison Park, Chef Daniel Humm, New York, 50 best

Recensione Ristorante

Di pochi ristoranti al mondo si può dire che sono “unici” senza rischiare di rendersi ridicoli. Certamente, però, l’11 Madison Park, oltre a poter vantare un’eccellente cucina grazie al lavoro del bravissimo Daniel Humm, ha la fortuna di risiedere in un luogo di singolare bellezza, il Metropolitan Life North Building, straordinario grattacielo déco dalla storia travagliata (per i più curiosi).
Per intenderci, un locale nel quale non si rimarrebbe sorpresi a trovare seduti ai tavoli Cary Grant e la Hepburn (a scelta, quella delle due che preferite) o a veder entrare Fred Astaire e Cyd Charisse. E certamente sarebbero accolti con la stessa rilassata gentilezza, quella cordialità tutta newyorkese con cui siamo stati accolti noi in una magnifica giornata di primavera.
(altro…)

Img_2736

Recensione ristorante.

Seattle, bella e moderna città del north-west degli Stati Uniti, distesa lungo le sponde dell’Oceano Pacifico, è non solo efficiente e pulita ma offre anche spunti paesaggistici interessanti.
Come città di mare non può non offrire una vasta gamma di ristoranti con le più svariate proposte ittiche, dai numerosissimi giapponesi, mai vista una tale concentrazione, alle catene quali McCormick&Schmick’s.
Ma a chiunque chiediate, sia esso l’addetto alla concierge in albergo o il business man che passeggia per strada, quale sia “IL” ristorante di Seattle tutti vi risponderanno senza esitazione: “Canlis”.

(altro…)