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Parigi di zucchero – Seconda parte

Completiamo il nostro viaggio tra le grandi pasticcerie parigine, con l’aggiunta della lista degli “imperdibili”.

Jacques Genin

Jaques Genin, Parigi di zucchero

Il primo grande pregio è la presenza di tavoli dove potersi godere le preparazioni di quello che è indiscutibilmente uno dei migliori pasticceri del mondo. Nonostante da tempo si sia concentrato sul cioccolato (e che cioccolato!), si possono ancora ordinare in monoporzione le creazioni che hanno decretato il suo grande successo: millefoglie e tarte au citron. Fantastici, come già ben sapete.

milelfoglie, Parigi di zucchero, Jacques Genin

tarte au citron, Parigi di zucchero, Jacques Genin

Ma, a nostro avviso, quello che veramente non ha nessun eguale è il bricco di cioccolata calda: semplicemente perfetta per gusto, consistenza e dolcezza. Un capolavoro liquido da 19,99/ventesimi.

cioccolatimi, Parigi di zucchero, Jacques Genin

cioccolata, Parigi di zucchero, Jacques Genin

E le pâtes de fruit, vogliamo parlarne?

pates de fruits, Parigi di zucchero, Jacques Genin

Sadaharu Aoki

Avevamo trovato alcune sue boutique a Tokyo. Anche a Parigi questo pasticcere ha riscosso da subito un grande successo. Un mix di pasticceria francese e ingredienti (e sensibilità) giapponesi. Famosi i suoi dessert al tè matcha o con Azuki beans.
Ma anche la tarte caramel salè merita il viaggio: mousse al cioccolato, tarte al burro, caramello salato. Da volare via.

Carl Marletti

Carl Marletti, Parigi di zucchero, Jacques Genin

Paradis Latin: zabaione di vaniglia ai frutti rossi con biscotto agli agrumi nappato da confit di lampone alla rosa. O la Marie-Antoinette: macaron al lampone, lamponi confit e freschi e cremoso alla rosa. O ancora il Caraibi: mousse di cioccolato al latte, cremoso al frutto della passione su un pralinato alla noce di cocco. Capolavori in miniatura, disponibili anche in monoporzioni di taglia ridotta per spaziare di più nella gamma, composta da “classici” (millefoglie, tarte au citron ecc.) e creazioni originali del pasticciere.
Un passato alla guida del reparto pasticceria di un grande albergo parigino, poi la decisione di aprire una propria insegna. Dal dicembre 2007, Marletti ha scalato le preferenze del pubblico parigino ed oggi è considerato indiscutibilmente uno dei migliori sulla piazza.
La sua missione: modernizzare la pasticceria classica francese riducendo la quota di zucchero.
La sua “bijouterie à gâteaux” oggi vende circa 600 mono-porzioni in settimana e 2500 il w-end.
Una deve essere vostra.

Carl Marletti, Parigi di zucchero
Carl Marletti, Parigi di zucchero

Pierre Hermé

Pierre Hermè, Parigi di zucchero

Come non nominare il Maestro, il Re dei macarons. I suoi punti di vendita in giro per Parigi non si contano in più, ma è sempre un piacere rimettere piede nel posto da cui tutto prese forma a Parigi: la boutique di Rue Bonaparte (anche se il primo punto vendita fu aperto a Tokyo!).
Il pasticcere Alsaziano, insignito anche della legione d’Onore, rimane un punto di riferimento assoluto. I suoi macaron sono sempre i più eleganti. Prima la delicata crosticina dell’esterno, poi l’affondo nella morbidezza del ripieno: ogni ingrediente è perfettamente dosato. L’infiniment Rose merita un viaggio da molto lontano.
C’è anche una boutique on line: maneggiare con cautela!

Pâtisserie Ciel

Pâtisserie Ciel, Parigi di zucchero

Altra insegna franco-giapponese. Locale di semplice eleganza tutta nipponica, dove sedersi per un ottimo tè e una torta, ma anche per gustare la sera le tapas create da Yoshitake Hiroki, chef del ristorante fratello, “Sola”. Il protagonista principale, però, è uno: Angel Cake. La torta è nata negli Stati Uniti ma poi ha avuto una grande diffusione in Giappone durante l’occupazione americana della seconda guerra mondiale. Una génoise molto soffice e ariosa, con una guarnizione di crema chantilly. I gusti sono svariati: molto buona quella allo yuzu e da provare anche quella al té verde. Possibilità di gustare un té matcha preparato con tutti i crismi.

Pâtisserie Ciel, Parigi di zucchero
Pâtisserie Ciel, Parigi di zucchero

Angelina

Angelina, Parigi di zucchero

La storica maison della Rue de Rivoli si è allargata in lungo e in largo per la città (dalla Rue du Bac, in cui dista 100 metri da Conticini, al Bois de Boulogne, dal Musée du Luxembourg al Louvre) e all’estero (Dubai, Giappone, Cina). L’impulso al rinnovamento portato alla fine degli anni duemila da Sébastien Bauer, alsaziano cresciuto alla corte di Hermé e oggi volato a Macao, ha fatto fare un salto di qualità all’offerta di questa corazzata. Su tutto svetta il mont-blanc, eccellente (a parte il prezzo che da queste parti è superiore alla già alta media locale).

Rue de Rivoli 226, Parigi
Tel.+33.1.42.60.82.00
http://www.angelina-paris.fr/
Metro: Tuilerie
Aperto: in settimana dalle 7.30 alle 19h, week-end e festivi dalle 8.30 alle 19h

Angelina, Parigi di zucchero

Pâtisserie Des Rêves

Pâtisserie Des Rêves, Parigi di zucchero

Ultimo, ma non ultimo : Philippe Conticini. Non possiamo nascondere una particolare predilezione per questo pasticcere che amiamo da tanti anni. Entrare qui dentro è come una gita nel Paese dei Balocchi: ogni volta una scoperta, ogni volta una emozione.
La sua Saint-Honoré è l’essenza stessa della grande pasticceria: elegante, gustosa, tecnicamente perfetta. Davvero difficile fare meglio di così.

Rue du Bac 93
Tel. +33 1 42 84 00 82
http://www.lapatisseriedesreves.com/
Metro: Rue du Bac
Aperto dal martedì al sabato 9-20h, domenica 9-16

paris brest, Pâtisserie Des Rêves, Parigi di zucchero

Gli imperdibili:
1. La Millefoglie e la cioccolata calda di Genin
2. La Saint Honoré di Conticini – Pâtisserie Des Rêves
3. La Paris Brest di Thoumieux
4. La Marie-Antoinette di Marletti
5. Il Baobab di Pain de Sucre
6. L’Infiniment Rose di Pierre Hermé
7. L’Angel Cake allo yuzu di Ciel

Parigi di zucchero
Parigi di zucchero

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Recensione .

Simone Padoan è come il sussidiario delle elementari.
E’ quella enciclopedia che tenevi in bella posizione nella libreria, la tua prima fonte di conoscenza. Io ci tenevo il “Conoscere” in quella posizione, con quella sua bella copertina arancione. Altri tempi, ora c’è Wikipedia.
La definizione da cercare sarà “ alta gastronomia per tutti “ e non pizzeria.
La pizza è un pretesto. Il nome pizzeria all’esterno serve a richiamare i fortunati viandanti, come il canto di una sirena.
Ma è tanto altro quello che li aspetta, è un piccolo pezzetto di cielo.
Il protettore dell’alta cucina sana e di qualità ha in Simone un grande alleato.
Il gusto per tutti, popolare, democratico , proposto sotto forma del prodotto più popolare che c’è.
Sotto mentite spoglie, come faceva Conticini a La Table d’Anvers di Parigi, prendendo un po’ in giro Jacques Chibois e riproponendo un suo classico fatto di scampi, fagiolini verdi e basilico sopra una base croccante e cornicione morbido denominata “Pizza des Langoustines…” Voilà! Forse la prima pizza etoilèe?

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