“Cucina quotidiana, casalinga, ma elaborata con le tecniche attuali.”
“Cucina di mercato con spirito moderno.”
“Non si vuole far chiamare ristorante, ma casa de comida.”
Ecco, in tre righe, il Suculent, ben riuscito gioco di parole tra “succulento” e “sucar lent”, cioè immergere lentamente, sottinteso il pane, nelle salse onnipresenti nei piatti (la nostra “scarpetta”, per intenderci).
Un manifesto programmatico che potrebbe ridursi a fuffa, se non fosse accompagnato da sostanza vera. Ma qui, di sostanza, ce n’è a iosa: c’è tecnica, senso del gusto e quel pizzico misurato di inventiva che non guasta.
Il Suculent fa parte del piccolo Impero di Carles Abellan (padrone di numerose insegne, tra cui i famosi Comerç 24 e Tapas 24). Lo Chef è Antonio Romero, giovane ventottenne ma con già alle spalle esperienze importanti come El Bulli, Arzak e Maison Pic: cuoco intelligente, che ha capito in fretta come giocare di freno e acceleratore.
Il locale ha portato una ventata di freschezza al quartiere del Raval, fino a qualche anno fa davvero avaro di insegne meritevoli e ora invece sempre più in spolvero.
La sala è piccola ma carina, curata, facile sentirsi a proprio agio. E nella bella stagione è anche possibile godere dei tavoli all’aperto collocati nella piazza.
E’ il classico posto che non può non piacere a un appassionato in cerca di una tavola non troppo impegnativa (anche economicamente): per la piacevolezza del servizio, amichevole e preparato, per la qualità degli ingredienti, per la centralità gustativa di tutte le preparazioni.
L’obiettivo è la rotondità, più che il contrasto, l’equilibrio più che le spigolature, ma il tutto risulta estremamente coerente e convincente.
Ottimo locale, da segnare accuratamente sulla vostra mappa in caso di trasferta in terra catalana.
Pane e pomodoro.
Ceviche di gamberi.
Avocado, coriandolo, cipollotto.
Tartare di astice con crunch di pollo (pelle croccante).
Pomodori con mosciame di tonno, lingua di bue e mandorle.
Razza al burro nero: una ricetta tradizionale spagnola ottimamente interpretata ed eseguita.
Tonno con emulsione di pinoli.
Calamaro con foie gras grigliato.
Un ottimo Rioja servito al bicchiere.
Il curioso lavandino in bagno.
La sala interna.
Gaudì, Leo Messi, Adrià, Mirò, Eusebi Güell, funivia del Montjuïc, mare, sole, tapas, Camp Nou, Sagrada Familia, paella, spiaggia, ramblas, divertimento, movida, colore, integrazione, ordine, caos, orgoglio: continuate voi con tutte le parole che vi vengono in mente, per etichettare questa meravigliosa città.
Tutto qui, tutto dentro Barcellona, così grande eppure così piccola, dove tutto sembra a portata di mano, una città vivibile come poche altre in Europa: la spiaggia e il mare a due passi da un centro storico vivo, il clima, le opportunità turistiche e non solo, rendono questa meta un unicum.
Così come la gastronomia: Barcellona è uno dei poli mondiali della cucina d’autore, le novità si succedono a ruota continua ed è davvero difficile scegliere gli indirizzi da provare.
Vi abbiamo parlato e vi parleremo di alcuni dei ristoranti più famosi, quegli indirizzi a cui dedicare più tempo e, a volte, anche più soldi.
In questo articolo e nel prossimo vorremo invece fare una carrellata veloce su alcuni locali meno impegnativi ma non meno soddisfacenti: pasticcerie, tapas bar, hamburgerie, tutte sotto il grande cappello della qualità e del divertimento assoluto.
Sì, divertimento: la caratteristica distintiva di tutti i locali di successo di Barcellona.
Perché il modo di mangiare o bere non può che essere lo specchio della società in cui ci si trova: è solo un altro modo di conoscere un luogo che si decide di vivere, un modo decisamente piacevole.
¡Buen Viaje!
La pastisseria Barcelona
Cominciamo questo tour da una grandissima pasticceria.
Josep Ma Rodriguez Gerola, campione del mondo pasticceria 2011 in team con Jordi Bordas e Julien Álvarez, a soli 29 anni stupisce con una serie di preparazioni incredibili.
Il locale ha anche dei tavoli per la degustazione, cosa per niente scontata in molte pasticcerie di successo. I dessert sono semplicemente meravigliosi, spesso costruiti con una base croccante e una morbida mousse sopra. Il Pur chocolate resterà a lungo nella nostra mente.
Mojito: mousse leggera di lime e menta con crema di lime e tenera torta di mandorle.
Pur chocolate: mousse fondente di cioccolato guanaja 70%, biscotto croccante al cioccolato, glassa nera lucida.
Escribà
Una istituzione della città catalana, fondata nel 1906 al 546 della Gran Via Corts Catalanes.
I tre figli di Antoni Escribà, il “mago del cioccolato” mancato nel 2004 all’età di 74 anni, continuano l’opera dell’illustre padre, sfornando dolci di altissimo profilo.
Anche in questa pasticceria sono presenti tavoli per la degustazione, anche se il locale non risulta particolarmente confortevole (incredibili le dimensioni lillipuziane della toilette).
A nostro avviso le preparazioni sono leggermente inferiori a quelle di Rodriguez Gerola, ma stiamo comunque parlando di assolute eccellenze.
Da Escribà si preferisce l’abbondanza e la complessità, sovrapponendo ingredienti diversi. Tecnicamente siamo ad altissimi livelli.
E’ presente anche una succursale sulla Rambla nella splendida Casa Figueras.
Il pane.
Maduixots (fragole): pâte sucrée, crema di mandorle, crema leggera e fragole fresche.
Angie: spugna di cioccolato, gelatina di lampone, croccante di nocciole, crema di vaniglia e topping al cioccolato nero.
Bar Pinotxo
Posto numero 466, Mercado de la Boquería.
Non si può venire a Barcellona e non passare di qui. Non parliamo solo dello splendido mercato, ma anche di questo food-truck che, nonostante gli elevati numeri e le frotte di turisti, mantiene una altissima qualità del cibo.
Il Mercato.
Juanito Bayen, sempre lì al suo posto da tempo immemore, e suo nipote Jordi Asín portano avanti la tradizione della grande cucina di mercato. Aspettate il vostro turno e prendete posto nei pochi sgabelli disponibili (meglio evitare gli orari di punta), quindi lasciatevi guidare dalla vostra fame o, meglio, dalla vostra curiosità.
Tutto eccellente, una sosta che vi divertirà e vi farà aprire gli occhi sul significato della parola “ristorazione”.
Calamaretti con fagioli.
Ceci: cipolla, uvetta, pinoli, butifarra negra e aceto balsamico.
Crocchette di formaggio e di prosciutto.
Gamberi.
Aragosta.
Funghi.
La coda stufata.
Tapas24
Uno dei locali di maggior successo di Carles Abellan, lo stesso proprietario del Suculent e di altre insegne della città catalana. Su quale sia il protagonista, il nome del locale è molto chiaro: tapas, a volte tradizionali, altre volte più creative, ma sempre rilette in chiave gourmet.
Tutte di buone qualità, non si urla al miracolo (se non per il mc-foie burger, preparazione da grande ristorante) ma si sta molto bene spendendo in ogni caso il giusto.
Bravas.
Pan y tomate.
Ceviche di corvina.
Crocchette di prosciutto.
Crocchetta di pollo.
Mc-foie Burger: burger con ganache al foie gras.
Bikini comerc 24: sandwich con prosciutto, tartufo nero e mozzarella di bufala.
Calamaretti fritti.
Continua…