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Dos Pebrots

Un antro di delizie

Albert Raurich, con trascorsi a El Bulli, dopo il Dos Palillos apre il Dos Pebrots, un locale che per fattezze e atmosfera potrebbe superficialmente essere classificato come un semplice, spartano tapas bar. A un occhio più attento, invece, si rivela quasi subito la sua vera essenza di una fucina dedicata a un febbrile e filologico studio sull’ingrediente, su come utilizzarlo al meglio e senza  snobbare il ricorso a vecchie ricette. Il risultato? Piatti efficaci, capaci di esaltarlo senza fronzoli.

Seduti ai tavoli o, meglio ancora, al bancone posto intorno ai fuochi, è possibile percepire quella tensione quasi tattile, propria di chi è al servizio di tale proposito. Non è un caso che questo sia anche uno dei posti prediletti dagli chef, fratelli Adrià in primis, che amano frequentare il locale in cerca di questa solidità, sintomatica di profonda conoscenza del territorio e della tradizione.

Una conoscenza che trasversalmente attraversa anche tutto il Mediterraneo, dalla casa madre Spagna passando dall’Africa e risalendo la Francia, senza farsi mancare nemmeno un’incursione in Italia, affermando sé stessa tramite cotture a fuoco vivo, nonché la riscoperta e l’adattamento di vecchi sapori, omaggio a grandi chef mediterranei: insomma, a una celebrazione della cucina tout court.

Così, in questo carosello, non c’è un solo ingrediente che non sia messo a fuoco (e non solo nel senso letterale del termine), in un susseguirsi di sollecitazioni golose e appaganti che, dall’inizio alla fine del pasto, marcheranno durevolmente il Dos Pebrots nella nostra memoria.

La galleria fotografia:

Il passo oltre di Adrià: il coinvolgimento attivo del cliente

Quale elemento – che non faccia parte della classica triade cucina-servizio-ambiente – potrebbe arricchire significativamente l’esperienza di un pasto? Qual è la next best thing in grado di fare davvero la differenza nel mondo dell’alta cucina? Tu; noi; insomma, in una parola, il cliente che siede a tavola.

Non è un caso che una delle più sorprendenti proposte, in questo senso, provenga proprio dalla geniale factory Adrià capace di trasformare una cena in un piccolo evento dove il livello, eccelso, della cucina svolge un ruolo essenziale ma non unico. Questa volta il cliente viene coinvolto, diventa elemento integrante di un processo dove entrambe le parti svolgono una funzione attiva. Come? Attraverso la partecipazione a un percorso itinerante che, dall’accoglienza fino al tavolo finale, e oltre, conferisce una nuova e assai ricercata sfumatura al concetto di coinvolgimento segnando, analogamente a molte esperienze compiute nei ristoranti dei fratelli Adrià, un prima e un dopo.

Performance e illusionismo

Albert Adrià è riuscito a sviluppare un’idea di ristorazione dove l’esperienza gustativa rappresenta una fase importante ma complementare all’interno di un più ampio concept che ha dei tratti non solo spettacolari ma persino ludici e quanto mai prossimi al puro e semplice divertimento. Nella fattispecie, l’eccezionalità del progetto prevede varie soste in un ambiente dai tratti labirintici sapientemente predisposto per creare un ancor più stretto rapporto tra cibo e fruizione di esso in cui differenti tipi di preparazioni vengono eseguite come performance, fino a un’emblematica tappa finale: “la cena” vera e propria. Qui, una serie di piatti presentano ingredienti sapientemente dissimulati, atti a esser decifrati attraverso l’unico ausilio dei sapori rappresentando, così, il fulcro della tanto evocata “enigmaticità” creativa e decisamente ricreativa: né più né meno che un viaggio intorno a ingredienti di impareggiabile qualità, cucinati espressamente ed esaltati attraverso sorprendenti associazioni che ne determinano e ne definiscono ancor di più la loro essenza.

Concretamente, siamo al cospetto di trenta e più assaggi, in un’altalena che varia dall’eccellente al sublime fino al buonissimo,  in un luna park di sensazioni che, in alcuni casi, riescono a lasciare persino stupiti. Come descrivere altrimenti uno splendido foie gras che, arricchito sotto sale della sapidità della colatura di acciughe, chiude un proprio ideale cerchio gustativo nella freschezza del recuit de fonteta che lo accompagna? O ancora, il bonito che col grasso di midollo affumicato è un vero e proprio boccone da re mentre la fragola alla brace con agnello al curry e schiuma di latte rappresenta picchi di verticalità gustativa esemplari. Umami mediterraneo e materia prima è poi  il carnoso – e definitivo – pomodoro della rioja con salsa di sesamo a ricordarci che la selezione è alla base di qualsiasi progetto gastronomico che si rispetti.

Assonanze dissonanti (o dissonanze assonanti) con l’indivia dolce-amara e mandorla amaro-dolce: dove finisce una e dove comincia l’altra? Qui si è in un territorio dove non ci sono confini, anzi, dove proprio l’idea di confine rappresenta un limite e non una delimitazione. Quando poi tutto sembra essere concluso arriva l’ultimo atto che, quasi clandestinamente ci introduce, attraverso un passaggio temporale, alla rievocazione del 41º, locale che fu una delle prime creature post Bulli degli Adrià e di cui questo Enigma è degno discendente, suggellando voluttuosamente una memorabile serata con cocktail di livello pari alla cucina provata.

Qui ci si trova davvero in un luogo immaginifico, interamente concepito per raggiungere vette di divertimento gastronomico di inebriante intensità.

La galleria fotografica:

“Cucina quotidiana, casalinga, ma elaborata con le tecniche attuali.”
“Cucina di mercato con spirito moderno.”
“Non si vuole far chiamare ristorante, ma casa de comida.”
Ecco, in tre righe, il Suculent, ben riuscito gioco di parole tra “succulento” e “sucar lent”, cioè immergere lentamente, sottinteso il pane, nelle salse onnipresenti nei piatti (la nostra “scarpetta”, per intenderci).
Un manifesto programmatico che potrebbe ridursi a fuffa, se non fosse accompagnato da sostanza vera. Ma qui, di sostanza, ce n’è a iosa: c’è tecnica, senso del gusto e quel pizzico misurato di inventiva che non guasta.
Il Suculent fa parte del piccolo Impero di Carles Abellan (padrone di numerose insegne, tra cui i famosi Comerç 24 e Tapas 24). Lo Chef è Antonio Romero, giovane ventottenne ma con già alle spalle esperienze importanti come El Bulli, Arzak e Maison Pic: cuoco intelligente, che ha capito in fretta come giocare di freno e acceleratore.
Il locale ha portato una ventata di freschezza al quartiere del Raval, fino a qualche anno fa davvero avaro di insegne meritevoli e ora invece sempre più in spolvero.
La sala è piccola ma carina, curata, facile sentirsi a proprio agio. E nella bella stagione è anche possibile godere dei tavoli all’aperto collocati nella piazza.
E’ il classico posto che non può non piacere a un appassionato in cerca di una tavola non troppo impegnativa (anche economicamente): per la piacevolezza del servizio, amichevole e preparato, per la qualità degli ingredienti, per la centralità gustativa di tutte le preparazioni.
L’obiettivo è la rotondità, più che il contrasto, l’equilibrio più che le spigolature, ma il tutto risulta estremamente coerente e convincente.
Ottimo locale, da segnare accuratamente sulla vostra mappa in caso di trasferta in terra catalana.

Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Pane e pomodoro.
pane e pomodoro, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Ceviche di gamberi.
Avocado, coriandolo, cipollotto.
ceviche, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Tartare di astice con crunch di pollo (pelle croccante).
Tatuate di astice, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
crunch di pollo, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Crunch di pollo, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Pomodori con mosciame di tonno, lingua di bue e mandorle.
mosciame di tonno, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Razza al burro nero: una ricetta tradizionale spagnola ottimamente interpretata ed eseguita.
razza al burro, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
razza, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Tonno con emulsione di pinoli.
tonno, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Calamaro con foie gras grigliato.
calamaro, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Un ottimo Rioja servito al bicchiere.
vino, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona

Il curioso lavandino in bagno.
Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
La sala interna.
sala, Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona

Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona
Suculent, Chef Antonio Romero, Barcellona

Paco Meralgo
Parco Meralgo, Barcellona
La rilettura in chiave “haute cuisine” del classico tapas bar. Tutto è addobbato a festa in questo locale che gioca con le parole “para – comer – algo”, tradotto “ per mangiare qualcosa”: dall’arredo, decisamente più fashion del medio tapas bar, alla presentazione dei piatti.
Tapas di buon livello, eppure qualcosa stride nel meccanismo: sembra mancare un’anima a questo locale che cerca di darsi un tono senza riuscirci fino in fondo. Gamberi di Palamòs non degni della loro fama, ostriche senza infamia e senza lode, da non perdere invece le favolose crocchette di seppia. Non basta una bella scatola a rendere interessante il regalo.
Parco Meralgo, Barcellona
Parco Meralgo, Barcellona
Parco Meralgo, Barcellona
Insalata Paco Meralgo.
insalata, Parco Meralgo, Barcellona
Patate bravissimes.
Patatas Bravas, Parco Meralgo, Barcellona
Crocchette di pollo e prosciutto e Crocchette di seppie “Obama”.
Crocchette, Parco Meralgo, Barcellona
Crocchette, Parco Meralgo, Barcellona
Pan y tomate.
Pan y tomate, Parco Meralgo, Barcellona
Asparagi verdi grigliati.
Asparagi, Parco Meralgo, Barcellona
Gamberi di Palamòs alla piastra.
Gamberi, Parco Meralgo, Barcellona
Ostriche galiziane.
Ostriche, Parco Meralgo, Barcellona
Cannoli alla crema.
Cannoli, Parco Meralgo, Barcellona
Crema catalana.
Crema Catalana, Parco Meralgo, Barcellona
Melone.
Melone, Parco Meralgo, Barcellona

Dry Martini
Dry Martini, Barcellona
L’indizio su cosa ordinare sta nel nome del locale stesso.
Questo cocktail bar di gran fascino fa parte dal 1996 dell’impero di Javier de las Muelas, ma è stato aperto nel 1978 da Pedro Carbonell. A quell’epoca veniva servito solo ed esclusivamente dry martini, e in questi 37 anni ne sono stati serviti più di un milione (c’è un conteggiatore alle pareti).
Dry Martini, Barcellona
Un dry martini eccezionale, difficile trovare di meglio.
Dry Martini, Barcellona
Buoni anche gli altri cocktail disponibili in carta, più o meno classici.
Kumquat Mojito.
cocktail, Dry Martini, Barcellona

Cala del Vermut
Cala del Vermut, Barcellona
Nonostante la posizione estremamente centrale e il conseguente afflusso turistico, questo locale mantiene una identità molto forte ed è anche frequentato da autoctoni.
Buona qualità delle tapas, semplici ma ben fatte, di impostazione decisamente rustica.
Pochi fronzoli, tanta sostanza, per un locale quotidiano
Una tortilla da urlo, ma è da provare assolutamente il vermut.
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
prosciutto, Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona
Vermouth, Cala del Vermut, Barcellona
Cala del Vermut, Barcellona

Negro Carbon
Negro Carbon, Barcellona
Davvero buono l’hamburger di questo locale a due passi dalla fermata della metro Barceloneta che, oltre ai panini, serve carne alla griglia di ottimo livello.
Bella atmosfera, servizio cordiale: un ottimo indirizzo per un pasto veloce di grande soddisfazione a poco più di 10 euro.
520
520
Negro Carbon, Barcellona
Negro Carbon, Barcellona
Don Pollo: petto di pollo con cipolla, lattuga e peperoni (con pane ciabatta).
Don Pollo, Negro Carbon, Barcellona
Don Pollo, Negro Carbon, Barcellona
Gringa: Bacon grigliato, formaggio cheddar e Emmental, cetriolo sottaceto, lattuga e pomodoro. Accompagnto da anelli di cipolla e salsa Barbacoa N.C.
Gringa, Negro Carbon, Barcellona

E, per finire, una carrellata di indirizzi segnalati come interessanti, purtroppo non testati direttamente da noi.

Bar Canete – Carrer de la Unió, 17 – aperto dalle 13 alle 24 1

Tossa –Carrer de Nàpols 291 tossabcn.com. Aperto lun-ven 7am-11pm, Sabato 7am-5pm

Quimet i Quimet
Carrer del Poeta Cabanyes 25, Aperto lun-ven 12-4pm, 7pm-10.30pm, Sabato 12-4pm

Maitea
Carrer de Casanova 157, maitea.es. Aperto lun.sab 11am-24

Casa Jacinta
Carrer de Tamarit 154, Aperto lun.sab 11.30am-4pm, 6.30pm-24, Dom 11.30am-4pm

Bar Bodega Quimet Carrer de Vic, 23

Morryssom, Calle Girona, 162

Dos Palillos, http://www.dospalillos.com/home.php?rest=1&lang=es ,Carrer d’Elisabets, 9

Casa de Tapes Canota http://casadetapas.com/contacto/
Carrer de Lleida, 7

Mundial Bar, Plaça Sant Agustí Vell 1, Aperto dal martedì alla domenica 13-16.30 e 21-23.30

Can Kenji, Carrer del Rosselló, 325,
http://www.cankenji.com/

Bacoa Universitat (hamburger)
Ronda de la Universitat, 31 oppure Carrer del Judici, 15

Barcellona

Gaudì, Leo Messi, Adrià, Mirò, Eusebi Güell, funivia del Montjuïc, mare, sole, tapas, Camp Nou, Sagrada Familia, paella, spiaggia, ramblas, divertimento, movida, colore, integrazione, ordine, caos, orgoglio: continuate voi con tutte le parole che vi vengono in mente, per etichettare questa meravigliosa città.
Tutto qui, tutto dentro Barcellona, così grande eppure così piccola, dove tutto sembra a portata di mano, una città vivibile come poche altre in Europa: la spiaggia e il mare a due passi da un centro storico vivo, il clima, le opportunità turistiche e non solo, rendono questa meta un unicum.

Così come la gastronomia: Barcellona è uno dei poli mondiali della cucina d’autore, le novità si succedono a ruota continua ed è davvero difficile scegliere gli indirizzi da provare.
Vi abbiamo parlato e vi parleremo di alcuni dei ristoranti più famosi, quegli indirizzi a cui dedicare più tempo e, a volte, anche più soldi.
In questo articolo e nel prossimo vorremo invece fare una carrellata veloce su alcuni locali meno impegnativi ma non meno soddisfacenti: pasticcerie, tapas bar, hamburgerie, tutte sotto il grande cappello della qualità e del divertimento assoluto.
Sì, divertimento: la caratteristica distintiva di tutti i locali di successo di Barcellona.
Perché il modo di mangiare o bere non può che essere lo specchio della società in cui ci si trova: è solo un altro modo di conoscere un luogo che si decide di vivere, un modo decisamente piacevole.
¡Buen Viaje!

La pastisseria Barcelona
La pasticceria Barcelona, Barcellona
Cominciamo questo tour da una grandissima pasticceria.
Josep Ma Rodriguez Gerola, campione del mondo pasticceria 2011 in team con Jordi Bordas e Julien Álvarez, a soli 29 anni stupisce con una serie di preparazioni incredibili.
Il locale ha anche dei tavoli per la degustazione, cosa per niente scontata in molte pasticcerie di successo. I dessert sono semplicemente meravigliosi, spesso costruiti con una base croccante e una morbida mousse sopra. Il Pur chocolate resterà a lungo nella nostra mente.
La pasticceria Barcelona, Barcellona
La pasticceria Barcelona, Barcellona
La pasticceria Barcelona, Barcellona
La pasticceria Barcelona, Barcellona
La pasticceria Barcelona, Barcellona
Mojito: mousse leggera di lime e menta con crema di lime e tenera torta di mandorle.
mousse al mojito, La pasticceria Barcelona, Barcellona
mousse al mojito, La pasticceria Barcelona, Barcellona
Pur chocolate: mousse fondente di cioccolato guanaja 70%, biscotto croccante al cioccolato, glassa nera lucida.
pur chocolate, La pasticceria Barcelona, Barcellona
pur chocolate, mousse al mojito, La pasticceria Barcelona, Barcellona

Escribà
Escribà, Barcellona
Escribà, Barcellona
Una istituzione della città catalana, fondata nel 1906 al 546 della Gran Via Corts Catalanes.
I tre figli di Antoni Escribà, il “mago del cioccolato” mancato nel 2004 all’età di 74 anni, continuano l’opera dell’illustre padre, sfornando dolci di altissimo profilo.
Escribà, Barcellona
Escribà, Barcellona
Anche in questa pasticceria sono presenti tavoli per la degustazione, anche se il locale non risulta particolarmente confortevole (incredibili le dimensioni lillipuziane della toilette).
A nostro avviso le preparazioni sono leggermente inferiori a quelle di Rodriguez Gerola, ma stiamo comunque parlando di assolute eccellenze.
Da Escribà si preferisce l’abbondanza e la complessità, sovrapponendo ingredienti diversi. Tecnicamente siamo ad altissimi livelli.
E’ presente anche una succursale sulla Rambla nella splendida Casa Figueras.
pasticceria, Escribà, Barcellona
pasticceria, Escribà, BarcellonaIl pane.
pane, Escribà, Barcellona
pane, Escribà, Barcellona
Maduixots (fragole): pâte sucrée, crema di mandorle, crema leggera e fragole fresche.
maduixots, Escribà, Barcellona
Angie: spugna di cioccolato, gelatina di lampone, croccante di nocciole, crema di vaniglia e topping al cioccolato nero.
angi, Escribà, Barcellona

Bar Pinotxo
Bar Pinotxo, Barcellona, Mercado de la Boquería
Posto numero 466, Mercado de la Boquería.
Non si può venire a Barcellona e non passare di qui. Non parliamo solo dello splendido mercato, ma anche di questo food-truck che, nonostante gli elevati numeri e le frotte di turisti, mantiene una altissima qualità del cibo.
Il Mercato.
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Juanito Bayen, sempre lì al suo posto da tempo immemore, e suo nipote Jordi Asín portano avanti la tradizione della grande cucina di mercato. Aspettate il vostro turno e prendete posto nei pochi sgabelli disponibili (meglio evitare gli orari di punta), quindi lasciatevi guidare dalla vostra fame o, meglio, dalla vostra curiosità.
Tutto eccellente, una sosta che vi divertirà e vi farà aprire gli occhi sul significato della parola “ristorazione”.
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Barcellona, Mercado de la Boquería
Calamaretti con fagioli.
calamaretti con fagioli, Barcellona, Mercado de la Boquería
Ceci: cipolla, uvetta, pinoli, butifarra negra e aceto balsamico.
ceci,cipolla, Barcellona, Mercado de la Boquería
Crocchette di formaggio e di prosciutto.
crocchette di formaggio, Barcellona, Mercado de la Boquería
Crocchette di formaggio, Barcellona, Mercado de la BoqueríaGamberi.
Gamberi, Barcellona, Mercado de la Boquería
Aragosta.
Aragosta, Barcellona, Mercado de la Boquería
Funghi.
Funghi, Barcellona, Mercado de la Boquería
La coda stufata.
Coda Stufata, Barcellona, Mercado de la Boquería

Tapas24
Tapas24, Barcellona
Uno dei locali di maggior successo di Carles Abellan, lo stesso proprietario del Suculent e di altre insegne della città catalana. Su quale sia il protagonista, il nome del locale è molto chiaro: tapas, a volte tradizionali, altre volte più creative, ma sempre rilette in chiave gourmet.
Tutte di buone qualità, non si urla al miracolo (se non per il mc-foie burger, preparazione da grande ristorante) ma si sta molto bene spendendo in ogni caso il giusto.
Tapas24, Barcellona
Bravas.
Bravas, Tapas24, Barcellona
Pan y tomate.
pan y tomate, Tapas24, Barcellona
Ceviche di corvina.
Ceviche, Tapas24, Barcellona
Crocchette di prosciutto.
crocchette di prosciutto, Tapas24, Barcellona
crocchette di prosciutto, Tapas24, Barcellona
Crocchetta di pollo.
Crocchetta di pollo, Tapas24, Barcellona
Mc-foie Burger: burger con ganache al foie gras.
Mc- Foie Burger, Tapas24, Barcellona
Bikini comerc 24: sandwich con prosciutto, tartufo nero e mozzarella di bufala.
Bikini Comerc 24, Tapas24, Barcellona
Calamaretti fritti.
Calamaretti fritti, Tapas24, Barcellona

Continua…