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L’Atelier du Vin di Alessandra Divella, nuove perle in Franciacorta

01-09-2018
di Alberto Cauzzi

“Io ballo da sola”. Ben si adatta il titolo del celebre film di Bernardo Bertolucci ad Alessandra Divella, giovanissima e indomabile vignaiola, che nel creare i suoi vini obbedisce solo alla Natura e al suo istinto, ma forte di una precoce competenza, derivante dal lavoro svolto come tutto fare in rinomate aziende vitivinicole. Il risultato sono delle bollicine che più naturali di così si muore. Eppure elegantissime, fini, seducenti e complesse. Dal Blanc de Blancs (Chardonnay, minimo 24 mesi sui lieviti) al Rosé Clo Clo (Pinot nero in purezza, 36 mesi sui lieviti) alla cuvée Ninì di Pinot nero e Chardonnay (48 mesi sui lieviti), tutti rigorosamente a dosaggio zero e senza solfiti aggiunti. Tre vini che nascono da vigneti sulle colline della Franciacorta orientale sopra Gussago, a conduzione rigorosamente biologica e che affinano in un vecchio casolare di pietra. Un vecchio casolare che più che una cantina è una casa laboratorio affollata da piccole vasche di cemento (impiegate per la fermentazione) e barriques e tonneau di tre e più passaggi dove affina il mosto.

Un “atelier du vin”, quindi, dove per lunghi mesi maturano in bottiglia gli spumanti artigianali in tutto e per tutto. E artigianale è innanzitutto la pressatura delle uve, eseguita da Alessandra con un vecchio torchio manuale. Roba da pazzi? Anzi, coerente con le idee e la pratica di questa coraggiosa artista delle bollicine, capace di accarezzare le uve con il suo piccolo torchio. Un’artista che ha ancora molto da esprimere. Infatti, ha rilasciato le prime bottiglie (6 mila o poco più) nel 2017 e ha alle spalle pochissime vendemmie, avendo cominciato appena cinque anni fa. Eppure, siamo certi, che la sua cantina protetta da alti alberi e i suoi vigneti diventeranno presto meta di pellegrinaggio di tanti appassionati curiosi di gustare in loco i suoi sorprendenti e personalissimi vini. Magari, direttamente dalle piccole botti che cullano lo Chardonnay e il Pinot Nero, ognuna imprimendo al vino un carattere diverso e unico, ma ugualmente intenso. Una visita da Alessandra Divella è, insomma, come compiere un breve e intenso percorso sensoriale nel mondo delle bollicine, dalla vigna al calice.