Passione Gourmet The Eight Macao Chef Cheung Chi Shing - Passione Gourmet

The Eight

Ristorante
2/F, Grand Lisboa Hotel, Avenida de Lisboa, Macau, Macao
Chef Cheung Chi Shing
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Una delle migliori cucine cinesi in circolazione.
  • Un servizio di sala meraviglioso.
  • La carta dei vini, imponente.

Difetti

  • La temperatura di servizio di alcuni piatti, troppo elevata.
Visitato il 08-2017

Preziosi ingredienti da tutto il mondo al servizio di una delle migliori tavole cinesi contemporanee di Macao.

Il numero otto nell’iconografia cinese significa buona sorte. Anzi, è il numero più fortunato per via della sua similitudine con il simbolo matematico dell’infinito e riverbera inoltre prosperità e ricchezza. Più otto ci sono, meglio è; emblematiche furono la data e l’ora di programmazione della cerimonia iniziale delle olimpiadi di Beijing: 8 agosto 2008 alle 8:08:08.

Al secondo piano del caotico e sfarzoso Grand Lisboa, hotel (e casinò), si cela un piccolo regno di grande cucina cinese contemporanea. Una porta automatica conduce ad una sala con pavimenti in marmo e tavolo con intarsi di madre perla, opera dello studio di Hong Kong Alan Chan Design (lo stesso del Robuchon au Dôme).

Il numero otto è ovunque ed è accompagnato da pesci rossi giganti, anch’essi simbolo di benessere economico.

Siamo al “The Eight”, ristorante consacrato da tre stelle Michelin che ha l’impressionante abilità di mantenere un livello elevato di tutte le preparazioni pur non rinunciando alla chilometrica scelta delle vivande che contraddistingue le tavole cinesi.

Il menù è presentato con le fotografie dei piatti di fianco al nome e al prezzo. Ci sono i classici della cucina cantonese suddivisi per ingrediente principale, e tra questi i piatti consigliati e i cosiddetti “signature”.

La cucina offre preparazioni della tradizione dello Huaiyang e del Guangdong, ma la peculiarità è la qualità degli ingredienti – spesso un tassello mancante di questa cucina – mista alla raffinatezza estetica delle presentazioni. Non mancano, inoltre, lievi concessioni creative dello chef Cheung Chi Shing, considerato da molti un maestro della cucina cantonese.

Alta cucina cinese: materica, precisa e segnata da grande equilibrio costante

Le materie prime provengono da tutto il mondo. Il wagyu, l’abalone o il tofu dal Giappone, il foie gras è francese, l’aragosta proviene dall’Australia, il granchio dall’Alaska, i pomodorini ciliegino sono italiani, gentilmente concessi dalle cucine del vicino Don Alfonso (succursale cinese del meraviglioso ristorante campano ospitato anch’esso all’interno del medesimo hotel/casinò e, attualmente, chiuso per ristrutturazione). Tutto ciò che può essere venduto senza grossi problemi per gli esigenti avventori nel paradiso del gambling.

Nonostante gli sforzi per reperire questa materia prima, il costo dell’esperienza al The Eight è assolutamente competitivo, considerata la location, il servizio di sala, semplicemente straordinario, e il livello eccellente della cucina.

Difficile fare meglio in termini di proporzioni e presentazioni estetiche. Partendo dalla pancia di maiale arrosto, equilibrata dallo spessore del taglio, tra pelle, carne e grasso, in piccoli cubi che esprimono goduria per il palato. La salsa XO è ottima, intensa e armoniosa, anche nel perfetto utilizzo del piccante. La buonissima chela di granchio, estratta dal carapace, riserva un profondo sapore salmastro, a sottolineare la bravura in cucina nel trattare ingredienti pregiati. Anche il reparto dolciario, affatto stucchevole, ci è sembrato molto armonioso rispetto ad altri ristoranti di cucina cinese.

Unica critica che possiamo muovere a questa cucina è la temperatura di servizio di alcune portare come le zuppe (praticamente roventi), capaci di mettere a dura prova il palato. A questi livelli, nonostante tutto venga cucinato o riscaldato in maniera “espressa”, tra wok e cestelli di bamboo, anche la temperatura di servizio perfetta è un dettaglio che non deve essere trascurato.

Si dice che qui facciano faville con la selezione di dim sum offerti a pranzo (circa una cinquantina, tutti fatti a mano ogni giorno), è un peccato che la nostra visita sia stata serale.

Ulteriori note di merito oltre al grandissimo servizio, a tutti gli effetti, trois etoiles, la bella selezione di te pregiati – un must per accompagnare il pasto – e l’inarrivabile cantina (in condivisione con il ristorante di Robuchon) che, tra le 16.800 etichette dalle principali nazioni del mondo, custodisce preziosissime ed introvabili verticali.

La galleria fotografica:

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