Passione Gourmet Varoulko Seaside, Chef Lefteris Lazarou, Atene - di Leonardo Casaleno

Varoulko Seaside

Ristorante
Akti Koumoundourou 52 Mikrolimano, Piraeus, Athens
Chef Lefteris Lazarou
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • L'ambiente luminoso e rilassante.
  • E' sempre aperto, a pranzo e cena.

Difetti

  • Poco pratico da raggiungere, in quanto distante dal centro di Atene.
  • Alcuni piatti con qualche eccesso lipidico.
Visitato il 05-2017

La più rinomata tavola marinara del porto di Atene

Una mezz’ora di taxi dall’Acropoli, traffico permettendo, e ci si ritrova nella baia di Mikrolimano, a due passi dal Pireo, principale porto di Atene, dal quale salpano i traghetti diretti verso le isole greche. È qui ubicato, tra una schiera asimmetrica di edifici, il Varoulko, uno dei ristoranti più rinomati della città, specializzato in pesce e frutti di mare, tra le primissime tavole greche a fregiarsi del macaron della Rossa.

Un ristorante che piace e lavora dal 1987, anno in cui lo chef Lefteris Lazarou, famosissimo in patria, lo fondò. In una bellissima domenica soleggiata, sedersi a questa tavola, lato mare, con le barche ormeggiate a ridosso del tavolo e una flotta di vele in lontananza, mette di buon umore.

Un meraviglioso olio di Sparta e delle buonissime olive kalamata sembrano ampliare la dose di felicità. Ma è alla cucina, invece, sebbene curata ed elaborata, che manca quel picco di eccellenza che meriterebbero questi ingredienti, molto affini, a dire il vero, a quelli del nostro sud. Le preparazioni sono piacevoli e le cotture eseguite correttamente; e se non fosse per qualche eccesso di grassi ridondanti, condimenti e nuances dolci troppo presenti, la freschezza della materia prima ne uscirebbe vincitrice. La trama di questa cucina sembra già vista: le ricette della tradizione, in questo caso ellenica, sono poste sotto la lente gourmet che conferisce quel tono internazionale e trendy a cavallo tra cultura gastronomica francese e italiana. I gusti sono decisi, come nel caso della taramosalata, famosa mousse fatta con uova di pesce, olio e limone, sorta di maionese dal sapore molto intenso.

I piatti migliori saranno l’ineccepibile tagliatella di calamari al pesto di basilico e pomodoro, dalla consistenza, freschezza e temperatura perfetti e un filetto di San Pietro con variazione di topinambur, servito in quantitativo abbondante, in cui spiccano l’intensità del tubero e la qualità del pescato del giorno. Col senno di poi, la nostra scelta sarebbe, probabilmente, ricaduta su una più semplice cottura alla griglia, caldamente consigliata dal solerte personale di sala. Molto più impegnativi, anche perché abbondati e con una mantecatura opulenta, il risotto al nero di seppia, dall’esecuzione comunque molto soddisfacente, e la rivisitazione del risotto fatto con il kritharáki greco (i risoni), perfettamente al dente, sfumati con il vino Limnio e gamberoni. Abbiamo poi avuto non poca difficoltà a capire la concezione di uno degli antipasti più gettonati in sala, patate fritte servite con una sorta di ragout di gamberi -in verità ottimo quest’ultimo- in cui non abbiamo trovato un effettivo equilibrio.

Si arriva al dessert davvero satolli, pertanto ci siamo limitati ad assaggiare i sorbetti del giorno, soddisfacenti.

Servizio celere ma distaccato. La sala fronte mare resta un valido valore aggiunto.

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