Passione Gourmet StreetXo London, chef David Muñoz, Londra - di Leonardo Casaleno

StreetXO – London

Ristorante
15 Old Burlington St, Mayfair, London W1S, Regno Unito
Chef David Muñoz
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Un concept di ristorazione davvero personale, dove è difficile non divertirsi.
  • Cocktail di notevole concezione.

Difetti

  • Alcuni piatti mettono a dura prova il palato.
  • Se ci si lascia prendere la mano, considerate alcune porzioni da "degustazione", si arriva a spendere una cifra importante.
Visitato il 02-2017

“Street Fusion o Muerte. Match di sapori contaminati tra Spagna, Asia e Sud America nella Metropoli di Londra”.

“No pain no gain”. Non c’è guadagno senza sofferenza. Fisica e mentale, aggiungiamo noi.
David Muñoz è orgoglioso di trasmettere, con questo motto, l’idea della sua cucina vincente. Una crasi figurativa tra la fatica plateale e la frenesia che contraddistingue la sua vita lavorativa, tra successi raggiunti bruciando le tappe e ossessione nel mantenere a livelli costanti tutto quanto creato.
L’olimpo dei cuochi l’ha raggiunto a 33 primavere, con una impressionante velocità: da zero a tre stelle in tre anni. Come lui ben pochi nella storia.

Sarebbe stato un insulto per un cuoco madrileno non mettere la sua firma su una città come Londra, l’ombelico d’Europa, sua seconda casa dopo ben cinque anni trascorsi a bruciare wok in una cucina cinese di grande richiamo come quella di Hakkasan o, ancor prima, in quello che fu il miglior Nobu d’Europa.
Muñoz descrive quella di StreetXO come un’esperienza gastronomica selvaggia e brutale, di “haute cuisine”. Una commistione di sapori che parte dalla grande tradizione spagnola, per poi inebriarsi di sentori asiatici e sudamericani assemblati in piatti dal gusto vivace e colorati.
Questo spin-off dell’originale StreetXO di Madrid è il frutto di un ingente investimento, con apertura prevista nel 2014, che ha visto la luce nel cuore di Londra, a Mayfair, solo lo scorso anno.
Ma l’attesa sembra ampiamente ripagata: il luogo è molto affascinante, con ampio bar e bancone per mangiare direttamente a ridosso della cucina, più una sala che arriva a servire oltre cento coperti.
La cucina si appresta a diventare uno dei posti caldi della capitale inglese. Merito della personalità della cucina “fusion” di Muñoz, che si fa carico di rischi non banali nel servire ingredienti provenienti da tutto il mondo, utilizzare tecniche che alternano avanguardia a schiette cotture da cibo da strada, miriade di salse che fanno a pugni ma, alla fine, vengono dosate con perizia. Muñoz è un perfezionista ben oltre i limiti del maniacale, tutto è dosato col misurino. Un grande cuoco si vede anche da come forma la sua squadra. Nessuno tra i ragazzi in cucina dello StreetXo di Londra aveva mai lavorato con Muñoz, eppure ogni elemento si muove a memoria tra una postazione e l’altra, svolgendo un lavoro che erge il servizio ad un livello decisamente alto per il numero di coperti.
Da StreetXo vi aspetta un’esperienza divertente e per certi versi dissacrante. Appagante, ma non banale. Come la complessità dei sapori racchiusi nello Steamed Club sandwich, in cui le tante componenti grasse (ricotta, maialino, uovo e maionese), dopo ogni boccone, vengono riequilibrate semplicemente dalla menta, o come la cottura dell’eccellente piccione il cui sapore spicca nitido tra una serie toni spezziati.
La carta dei dessert è ancora in progress, ma in alternativa troverete straordinari cocktail “mangia e bevi”, studiati anche per chiudere il pasto. Non tutte le preparazioni sono immediate, ma in un solo caso (con i ravioli di gamberi) il nostro palato si è saturato con celerità; del resto a questo cuoco piace rischiare, sempre.
Il personale numeroso vi inviterà a ordinare non più di 4 piatti a coppia: in realtà le porzioni sono contenute (a differenza del prezzo) e l’ampia scelta, dopo i primi assaggi, vi porterà ad ordinarne all’atto pratico almeno il doppio.

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Mise en place al bancone.
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Alcuni cuochi all’opera.

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“Steamed Club sandwich”.
Si tratta di un bun al vapore farcito con maialino da latte, ricotta fresca, menta, uova di quaglia fritte e maionese al chili. Il consiglio è di capovolgere l’uovo rompendo il tuorlo sul panino. Attenzione: può creare dipendenza!
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Carpaccio di gamberoni imperiali “upside-down fried”.
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Un piatto completato davanti al commensale. Si tratta di un battuto di gamberi con una consistenza da raviolo sui quali viene adagiata una maionese calda…
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…e yuzu. Si chiude il tutto come un raviolo e si mangia in un boccone (un piatto un po’ complesso nei sapori, ma alla fine sempre e comunque gustoso).
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Uno dei bocconi migliori: petto e coscia di piccione cotto sul robata (uno spiedo verticale sui carboni, sorta di barbecue giapponese) macerato nell’achiote (una pianta sudamericana) “migas manchegas” con chorizo e lily bulbs.
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Uno dei signature di Munoz: “La Pedroche”, dedicato alla sua compagna (attrice spagnola).
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Croquettes liquide con kimchi, latte di pecora, ventresca di tonno, bottarga e Lapsang Souchong.
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“Peckinese dumpling”: dumpling farciti con orecchio di maiale croccante, salsa hoisin alle fragole, salsa aioli e sottaceti.
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La rivisitazione della carbonara. “Almost a carbonara Xo style??”. Salsa civet di cinghiale e cocco. Udon saltati nel wok, bacon affumicato, uova fritte e olive nere. Complesso ma intrigante. In una forchettata si va dall’Asia all’Europa con disinvoltura.
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Black Rossejat Paella. Paella di fideua con Ama Ebi (gamberetti boreali) e seppia saltata con kimchi e salsa aioli alle erbe. Una paella in stile catalano, con fideua al nero di seppia, ricci di Hokkaido, seppia cruda e gamberetti fritti.
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L’unico dessert, definibile tale, chiude il nostro pranzo.
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Un signature del DiverXo: la Coda della Pantera Rosa (rabarbaro, pepe rosa, latte di pecora e caramelle Peta Zeta).
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Uno dei fantastici cocktail provati: Ananas cotto lentamente sulla carbonella, rum invecchiato, lime e infusione di fava tonka.
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Passion red!!!!! Ossia gin, Campari, rabarbaro e aria di pomodoro piccante.
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Il counter.
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L’ingresso.
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