Passione Gourmet Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano - Passione Gourmet

Fukurou

Ristorante
via Trivulzio 16, Milano
Chef Ninomiya Yoshikazu
Recensito da Alessandro Pellegri

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Uno tra i migliori ristoranti giapponesi d'Italia.
  • Ambiente curato e confortevole.
  • A pranzo il rapporto qualità/prezzo è inarrivabile

Difetti

  • A sala piena (= sempre), servizio lento e a tratti impacciato.
Visitato il 07-2014

E’ un dato di fatto che la cucina giapponese, come quella cinese e italiana, sia tra le più scopiazzate e stereotipate che si possano trovare al di fuori dei confini del paese d’origine. Ciò può essere imputabile alla difficoltà nel reperire, in luoghi remoti, le materie prime necessarie, o ad una questione prettamente nazional-culturale dei cuochi che la reinterpretano, o ancora al successo di espressioni fusion che meglio entrano nelle corde dei paesi di destinazione.
Fatto sta che più passa il tempo più fantomatici ibridi vengono via via maggiormente percepiti come “tradizionali” all’estero. A titolo d’esempio come dimenticare gli Spaghetti alla Bolognese, vero e proprio “must” della cucina italiana in giro per il mondo, ma inesistente in madrepatria.

Buona parte degli avventori occasionali arriva, paradossalmente, a inquadrare come “tradizionale” o “vera” una cucina che di tale ha solo il nome o addirittura a sentirsi presi in giro quando entrano in quei pochi locali che cercano di proporre piatti realizzati con criterio e aderenza alle origini.
La poliedrica Milano è senza dubbio la città italiana più sensibile alle mode: è infatti il luogo dove ormai da anni la moda del sushi è esplosa con più fragore e l’alta domanda ha certamente aiutato la diffusione di una proposta di bassa qualità. Cercando con il lanternino, però, anche a Milano è possibile scovare alcune espressioni davvero tradizionali di cucina giapponese, e quella di Fukurou è senza dubbio la migliore.

E’ sufficiente dare uno sguardo alla pagina Facebook del ristorante per comprendere che tutto quanto, qui, non è di vaga ispirazione nipponica ma bensì realmente del Sol Levante: a partire dallo Chef Ninomiya Yoshikazu (uno dei pochi in Italia, tra l’altro, ad ispirarsi ai principi Kaiseki), passando per tutto il personale di sala, fino ad arrivare alla proprietà, ovvero l’ex pilota di motociclismo Noriyuki Haga e sua la moglie Yurie. Da Fukurou non troverete folcloristiche riproduzioni italo-cinesi, ma un “vero” ristorante giapponese ed è facile rendersene conto appena varcata la tendina dell’ingresso.
C’è solo, onestamente, il Giappone: a cominciare dal tavolo e da tutto ciò che, in successione, vi arriva sopra, come l’estremo shiokara, calamari fermentatio o i gustosi yakitori, non solamente di pollo ma proposti in innumerevoli varianti, siano essi di carne, di pesce o di verdure, grigliati o fritti. Svariate le opportunità di scelta sulle zuppe, con Udon, Soba o Ramen, proposte sia tradizionalmente in brodo che nella versione più estiva asciutta (e fredda), tutte con pasta fatta rigorosamente a mano. Splendidi infine i Nigiri, dalle proporzioni pressoché perfette con in più, a cena, la possibilità di scegliere singolarmente la varietà dei pezzi desiderati.

Dopo ripetute visite la sensazione costante è che il tutto sia preparato con assoluto rigore e rara sensibilità, in maniera rispettosa e mai dozzinale: se Fukurou è, ad oggi, il miglior giapponese tradizionale di Milano, probabilmente è anche la massima espressione presente oggi in Italia. L’unico difetto tangibile è un servizio che, per quanto cordiale e volenteroso, va presto in affanno, dilatando non di poco i tempi di attesa.
Il voto è arrotondato per eccesso, ma vuol essere un encomio per la volontà di prendere completamente le distanze da quella diffusa realtà, da quel deprimente caledoscopio di locali finti giapponesi, che, con profonda tristezza, si arroga il diritto di rappresentare una delle più mirabili cucine del mondo.

Minimale la mise en Place, con tanto di oshibori confezionato.
m ise en place, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Il benvenuto dalla cucina…
benvenuto, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
…e il benvenuto dalla sala.
benvenuto, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Disponibile una carta dei vini con qualche referenza, una bella carta di Sake, alcune birre e del Tè. Noi optiamo per quest’ultimo, Tè secha.
Tè secha, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Partenza nella maniera più radicale possibile, con gli shiokara, i calamari fermentati.
calamari fermentati, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Eseguiti in maniera impeccabile i gyoza, con la pasta spessa e callosa al punto giusto, e dal ripieno deciso e ben presente.
gyoza, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Sfiziosissimi gli yakitori alla piastra, sia nella versione più tradizionale con pollo…
yakitori, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
…sia in quella con asparagi o con calamari. Innumerevoli altre varianti disponibili in carta.
yakitori, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Davvero di alto livello i nigiri: pesce di grande qualità che abbraccia interamente il riso, cotto al punto giusto (forse leggermente freddo), e con la giusta quantità di wasabi, che dovrete far presente qualora non lo vogliate, e non il contrario.
nigiri, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Udon Yamakake: Udon freddo, con igname yamaimo grattugiato e tuorlo d’uovo crudo.
udon yamakake, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Hiyashi Chiuka: Ramen freddo, con salsa di pesto di sesamo e bergamotto.
ramen freddo, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Ramen miso: Ramen in brodo di ossa di maiale, miso e macinato di maiale.
ramen miso, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Ramen shoyu: Ramen in brodo di ossa di maiale, polvere di pesce e salsa di soia.
ramen in brodo di ossa, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Dessert anch’essi tradizionali, un po’ semplici ma sicuramente molto buoni.
Daifuku. Mochi ben eseguito.
dessert, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Matcha pudding. Notevole la concentrazione, in pratica un budino di tannino.
matcha pudding, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
A pranzo disponibili diversi menù, sia Teishoku che Jubako, a prezzi clamorosamente convenienti.
Teishoku Sushi (a 16€, con caffé), stessa notevole qualità del sushi, pezzi lievemente più piccoli che a cena, e con l’unico vincolo di non poter scegliere le varietà. Zuppa di miso, contorno e oshinko (verdure salate) in accompagnamento.
nigiri, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Teishoku Sashimi (sempre a 16€, sempre con caffé). Spicca l’impiatto di rara grazia. Stessi accompagnamenti del sushi, con riso al vapore in aggiunta.
sashimi, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano
Teishoku Tempura. Stesso prezzo dei precedenti, sempre in menù. Tempura dalla pastellatura un po’ spessa ma perfettamente fritta, asciuttissima e croccante, che ingloba l’ingrediente fritto e ne mantiene gli umori. Notevoli il peperone, il gambero e la consistenza del fungo.
tempura, Fukurou, Chef Ninomiya Yoshikazu, Milano

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