Passione Gourmet Ristorante Gallura, Chef Rita Denza, Olbia (OT), di Norbert

Gallura

Ristorante
corso Umberto I 145, Olbia (OT)
Chef Rita Denza
Recensito da Presidente

Valutazione

12/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • La gentilezza dei camerieri

Difetti

  • La vicinanza tra i tavoli
Visitato il 09-2013

520

Olbia è la porta d’ingresso di quella celebre enclave in territorio sardo che risponde al nome di Costa Smeralda, luogo in cui il lusso sfrenato è status symbol e la bellezza assoluta della natura circostante il suo degno corollario. Ma orientarsi alla ricerca di indirizzi gastronomici di livello da queste parti non è impresa facile.
Alle meraviglie paesaggistiche, alla sublime qualità delle acque e alle risorse alberghiere che si susseguono in questa piccola porzione di paradiso non fa riscontro, purtroppo, un’altrettanto valida offerta nella ristorazione.
Proprio nel centro di Olbia, però, all’interno di un albergo a tre stelle, il ristorante Gallura rappresenta da decenni un punto di riferimento sia per la popolazione del luogo che per il turista di passaggio.
Il locale, dagli spazi a dir poco limitati, offre l’opportunità di gustare una cucina onesta, classica, semplice e per niente elaborata.
I camerieri, non essendoci un vero e proprio menù, hanno il compito ulteriore di elencare a voce i piatti presenti non disdegnando consigli sulle pietanze del giorno. Tale caratteristica fa il paio con la singolare presenza sulla tavola di amuse-bouche, nel nostro caso due formaggi, che fanno bella mostra di sé ancor prima di accomodarsi.
Altrettanto curiosa la presenza, a centro sala, di un mobile con vari contorni disposti ciascuno nel proprio contenitore, emblema di una modalità d’altri tempi di concepire la ristorazione.
Una volta fatta la scelta del pesce da consumare, opzionandolo da un vassoio opportunamente avvicinato al tavolo, comincia una successione di piatti rassicuranti portati, in verità, con un ritmo un po’ troppo sostenuto.
La materia prima ittica è di ottimo livello, elaborata il giusto e in modo diligente cercando di preservare il gusto attraverso preparazioni comprensibili e il più possibile familiari.
Non è certo il locale dove cercare il vezzo stilistico o l’elegante rifinitura ma l’offerta permette di trascorrere una serata, o parte di essa, vista la speditezza del servizio, in modo abbastanza soddisfacente.
La carta dei vini, incentrata quasi esclusivamente sulla Sardegna, offre l’opportunità di accompagnare il pasto in modo adeguato e con ricarichi abbordabili.

Mise en place con formaggi.
520
Ottimo pane carasau.
520
Impalpabile primosale con mandorle e olio.
520
Non meglio specificato “simil brie” con abbamele (derivato della lavorazione del miele).
520
Insalata di seppie e fagiolini.
520
Cozze e cannolicchio gratinato.
520
Affettuose linguine con arselle e bottarga.
520
Zuppa di scorfano.
520
Spigola alla vernaccia buona e sincera con tanto di testa servita a parte.
520
Sorbetto di mirto.
520
Torta di fichi con cioccolato (sic).
520
Un signor Vermentino in purezza.
520
Sala a fine servizio con il mitico mobile in evidenza.
520

14 Commenti.

  • Caporalgourmet18 Ottobre 2013

    Posso fare una domanda impertinente. A senso recensire un locale del genere su Passione Gourmet? Lo trovo fuori dalle corde di questo blog. Sinceramente vi seguo con attenzione da molto tempo e Vi ritengo decisamente competenti, tra l'altro le Vostre preferenze sono anche le mie. Ho trovato questa recensione inutile per chi Vi segue. Molto probabilmente sono io che sbaglio ma mi faceva piacere farvi sapere la mia opinione da assiduo frequentatore di questo lido. Grazie e Saluti

  • Piermario18 Ottobre 2013

    Però recensendo un posto del genere ti scrolli di dosso la fama di enosnob e gastrofighetto per le decadi a venire... :-)

  • stefano18 Ottobre 2013

    ah ecco, quindi dici che è premeditata?

  • Norbert18 Ottobre 2013

    Locali come il Gallura sono espressione del valore gastronomico territoriale generale di una regione come la Sardegna in cui esso è comunque, tutt'ora, un punto di riferimento. Come tale, sintomatico cioè della ristorazione di una regione intera, è degno di interesse. Nel caso specifico, poi, ricordo che 12/20 rappresenta, dignitosamente, quella sufficienza al di sotto della quale noi non pubblichiamo schede. Non può essere tutto rose e fiori.

  • Rosario18 Ottobre 2013

    Direi, ovviamente.

  • Rosario18 Ottobre 2013

    [Non può essere tutto rose e fiori] ...no ci sono anche di mezzo 70€.

  • Tommaso18 Ottobre 2013

    Ha senso porre domande da primi della classe sbagliando la grammatica?

  • Luca18 Ottobre 2013

    Anche io all'inizio avevo storto il naso, ma se questa è la ragione condivido pienamente la pubblicazione della recensione.

  • Alina19 Ottobre 2013

    Questo è un ristorante per tutti e tutti i giorni..... Altro che fenomeni sottovuoto e bassa temperatura.

  • Luca19 Ottobre 2013

    Per tutti e tutti i giorni a 70€ pax? beata te!

  • fabio19 Ottobre 2013

    Mi spiace ma l'interpretazione del Gallura come ristorante "schietto e sincero", d'altri tempi, non mi convince affatto. E' solo un pessimo ristorante, costos e decaduto. Gli antipasti restano tutto il giorno nel mobile centrale, quindi ho anche riserve sulla conservazione dei cibi. Se la zona non riserva ristoranti, non ci si va e basta.

  • Norbert20 Ottobre 2013

    Sostanzialmente d'accordo. Il fatto è, però, che la ristorazione d'albergo, anche di grandi hotel, può essere persino peggiore del Gallura, e allora per evaderla si praticano scelte dettate da considerazioni diverse(e speranzose: il Gallura fino a un paio d'anni fa era pure stellato).

  • Gigi Eporedia20 Ottobre 2013

    Recensione doverosa. E assai utile per quei tanti gourmet che, magari ricordandosi ancora del giudizio di “miglior ristorante d’Italia” che Veronelli diede per anni sulla sua Guida del Gallura, si aspettano da questo locale chissa’ quali manicaretti. Una cosa sola mi suona strana, ma forse anch’essa si spiega con l’affievolirsi della eco mediatica allora cagionata dalla stratosferica valutazione del fondatore del giornalismo gastronomico: i 70 euro di spesa media. Nel mio caso, infatti, nell’autunno di cinque anni fa pagai per una cena del tutto simile a quella di Norbert (un antipasto in piu’, ma niente primo e un Vermentino non del costo del Capichera) ben 255 euro in due, letti a fatica da un foglietto zeppo di incomprensibili scarabocchi.

  • Caporalgourmet21 Ottobre 2013

    Mi scuso per la grammatica. Per il resto non commento, si commenta da solo. Saluti

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