Passione Gourmet LadyBù, chef Riccardo Orfino, Milano di Leonardo Casaleno

LadyBù

Trattoria
Via Michelangelo Buonarroti 11, Milano
Chef Riccardo Orfino
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

Pregi

  • Una sorta di Aimo e Nadia alla portata di tutti.

Difetti

  • Tutto ruota intorno alla bufala e ai suoi derivati.
Visitato il 04-2013

L’attuale momento gastronomico è segnato da due paroline magiche: “low cost”. Siamo consapevoli che questo concetto sta diventando un luogo comune, ma pizzerie, trattorie e hamburgerie di città spopolano. C’è poco da fare, all’italiano piace uscire a cena e se riesce a contenere i costi, la soddisfazione è doppia.

La qualità però ha un costo spesso elevato e l’attenzione verso di essa è aumentata notevolmente negli ultimi anni. Qualità e prezzi contenuti sono dunque due concetti inconciliabili? Al ristoratore l’arduo compito di sapersi reinventare e pensare alla soluzione, che rimane difficile, ma non sempre.
Ad esempio a Milano, in uno dei quartieri più ricchi e trendy della città c’è LadyBù, ovvero la mozzarella di bufala campana DOP, nonché uno dei tre caseifici della mirabile azienda Anteo di Castrocielo.
L’intelligente mossa dell’azienda ciociara è stata quella di affidare la gestione del minuscolo bistrot-caseificio-salumeria a un gruppo di giovani che in fatto di cucina ne sanno davvero tanto. Ed è con grande piacere che scopriamo Riccardo Orfino, giovane chef che ha lavorato per un po’ di tempo al Luogo di Aimo e Nadia, e ritroviamo i più noti Alessandro Negrini e Fabio Pisani, attuali motori pulsanti del ristorante di via Montecuccoli. Il primo è l’artefice diretto di questa proposta culinaria che ci ha letteralmente conquistato a prima vista e che ricorda subito quella del suo maestro. I secondi sono la longa manus dell’ambizioso progetto. Il risultato? Alta qualità dei prodotti, ottima cucina, basso costo.
Il breve menù, oltre ai magnifici prodotti a latte di bufala dell’azienda, dà spazio ad altri grandi prodotti di qualità (la pasta del Pastificio dei Campi e le farine biologiche del Mulino Marino su tutti) offrendo una scelta ben definita tra piatti di pasta, risotti, focacce (eccellenti e leggerissime), insalate gourmet (vi diciamo subito che sono le migliori su piazza), salumi, formaggi, zuppe e dolci fatti in casa (e di stratosferica fattura tecnica). Il servizio spigliato e preparato al quale però bisogna dar tempo per terminare la fase di rodaggio sembra comunque all’altezza della cucina.
I pochissimi coperti e il ridottissimo numero di vini (ma c’è anche qualche birra artigianale, ricercata con perizia) ci fanno capire che non si può avere tutto dalla vita.
Il giudizio, considerati il concept informale del locale, il prezzo contenuto ed un menù non propriamente assimilabile ad una carta da ristorante, si concretizza in una valutazione “da trattoria”.

I vecchi e umili gesti di casa Moroni non si sono persi e già all’inizio un profumatissimo olio umbro (Mancianti) con sale di Mothia comparirà sotto gli occhi degli ospiti, con un buonissimo pane caldo

Un piccolo pre-antipasto: Ricotta infornata, cipollotto, crema di cime di rapa e pomodoro costoluto, fatto utilizzando i prodotti giornalieri del mercato di Wagner, praticamente di fronte.

Occhio alla fragrante Focaccia pugliese con la farina enkir di Mulino Marino con pomodorini, bufala e prosciutto di Langhirano 27 mesi, crea dipendenza.

Come quella fatta in casa: Parmigiana di melanzane viola al forno, basilico di Pra, provola affumicata, pomodori Pachino grigliati.

Carpaccio di mozzarella di bufala con pesto di erbe di campo, mandorle d’Avola e panzanella di pomodorini essiccati al sole. Unico disappunto per il nome del piatto, in verità vere e proprie fette di mozzarella.

Lo spaghetto cacio e pepe con composta al cipollotto di Tropea è l’omaggio più evidente ad Aimo. Una reinterpretazione originale. Due gusti distinti che si alternano senza soluzione di continuità.

Il top è il Carnaroli mantecato alla burrata di bufala, capperi di Pantelleria, limone della costiera e pomodorini Pachino. Sembra proprio di stare seduti ad una tavola… che conosciamo bene.

Intermezzo con radicchio tardivo, barbabietola marinata al sale, polvere di pane di Matera e un delicato dressing di yogurt di bufala e senape.

I dessert ci hanno lasciato a bocca aperta, per fragranza e tecnica: Soffice di cioccolato e mandorle con cremoso di yogurt di bufala, mela, noci e liquirizia.

Meringa al cioccolato bianco, limone, mosto cotto e fragole.

Sfoglia (friabilissima) con ricotta di bufala macerata nel mou. Bravi.

Prodotti esposti

 

15 Commenti.

  • Stefania17 Maggio 2013

    Il pranzo più buono di tutta Milano

  • jpjpjp17 Maggio 2013

    recensione molto positiva, perchè una sola cipolla?

  • Luca17 Maggio 2013

    Concordo, stessa cosa che ho pensato io

  • The Dark Knife17 Maggio 2013

    Osservazione legittima. È un voto precauzionale alla luce del fatto che è un locale di nuovissima apertura. È senza dubbio una delle aperture più interessanti dell'ultimo periodo a Milano. Un low cost di grande qualità.

  • Il Guardiano del Faro17 Maggio 2013

    Sul sito il menù è ancora in costruzione, comunque sia, questo è un indirizzo che mi interessa... per il prezzo, per la discreta finezza (non esasperata) e per la tematica del menù, perché non è per nulla facile pensare e realizzare al meglio una carta o un menù basandosi su un solo ingrediente e i suoi derivati senza annoiare il cliente. Il coefficiente di difficoltà così facendo si alza. Prossimo passaggio a Milano, come si dice, mò me lo segno.

  • Marco 50&5017 Maggio 2013

    Colazione alla storica Cremeria Buonarroti, spesa al mercato delle primizie e pausa pranzo con bufala...il triangolo si Marco 50&50

  • Tommaso Farina17 Maggio 2013

    Bella questa, segnata.

  • Il Guardiano del Faro17 Maggio 2013

    Così, a occhio, la bufala è la cipolla: un cipollotto tagliato fine sopra e sarebbero tre

  • Paolo17 Maggio 2013

    Ci ho già pranzato e cenato diverse volte, e lo ritengo uno dei locali "low budget" migliori in città, se non forse il migliore in assoluto. Concordo con quanto avete scritto, ma trovo assolutamente fuorviante ed ingiusto dargli una sola cipolla, ne merita tre. Inoltre il voto è in completa contraddizione con quanto da voi scritto nella recensione, Just my two cents.

  • andre17 Maggio 2013

    Moolto interessante. Se ne è fatto un gran parlare nei mesi scorsi ma mancava la rece "definitiva" di Passione Gourmet (almeno per me!). Unica cosa: potreste specificare prezzi indicativi delle portate ed un eventuale degustazione? Grazie mille

  • TMC19 Maggio 2013

    Costruire un menù cosi invitante ma allo stesso tempo semplice e low cost è da chapeaux,ottimo in questo momento! TMC

  • The Dark Knife20 Maggio 2013

    Gli antipasti vanno dai 7 ai 15 euro (per salumi pregiati) e c'è un interessante percorso degustazione a 20 euro. I primi vanno tra i 10 e gli 11 euro (risotto) e le insalate 9 euro. Dolci a 6,50 euro.

  • Emanuele Barbaresi20 Maggio 2013

    Ci ho fatto un salto, qualche settimana fa: prodotti di buona qualità, sì, però parmigiana di melanzane improponibile e risotto (quello fotografato) totalmente slegato. Carta dei vini - come detto nella rece - pressoché inesistente e ambiente claustrofobico. E poi non dire che non ti avevo avvertito...

  • andre20 Maggio 2013

    spettacolo, prenoto un tavolo! :) Grazie mille

  • ajk22 Maggio 2013

    a me sembra che ci siano dei primi a €7,50

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