Passione Gourmet Paolo Teverini, Bagno di Romagna (FC) di Luca Canessa

Paolo Teverini

Ristorante
Piazza Dante 2, Bagno di Romagna (FC)
Chef Paolo Teverini
Recensito da Luca Canessa

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • La splendida carta dei vini

Difetti

  • La poca tensione positiva in cucina
Visitato il 02-2013

Bagno di Romagna è il luogo ideale per chi ha voglia di concedersi qualche giorno lontano dallo stress e dal traffico e lasciarsi sedurre dalle coccole delle sue acque termali, ma anche per chi ama i piaceri della tavola.
Il paese ha, infatti, ben due ristoranti conosciuti a livello nazionale e ben recensiti dalle principali guide.
Uno di essi è senza dubbio quello di Paolo Teverini, ospitato all’interno dell’Hotel Tosco Romagnolo, una bella struttura dotata di ogni comfort: piscina con acqua termale, rilassante beauty farm, camere di design e non ultimo tre interessanti proposte gastronomiche.
All’interno dell’albergo è possibile usufruire di tre differenti percorsi: un ottimo buffet, il ristorante Prèt a Porter giovane ed informale, oppure il ristorante gourmet vero e proprio, la nostra meta.
Il menù è equamente diviso fra proposte di terra e di mare, fra piatti tradizionali e moderatamente creativi.
La cucina è molto attenta alla salubrità degli alimenti, alla leggerezza e viene infatti proposto un menù ad hoc dedicato alla cucina naturale con l’indicazione delle calorie di ogni portata.
La carta dei vini, ben redatta e molto interessante, è l’estratto di una cantina che vanta ben 2200 etichette proposte a prezzi più che convenienti.
In questa nostra ultima visita però è stata proprio la cucina a non convincere e abbiamo riscontrato qualche problema nella progettazione dei piatti, nella loro realizzazione, ma anche nelle presentazioni stesse, in alcuni casi veramente naïf.
Prendiamo ad esempio l’uovo meringato al parmigiano con polvere di funghi trombette, piatto dall’aspetto estremamente barocco, piuttosto greve al palato e difficile da terminare per l’evidente squilibrio fra quantità di albume, tuorlo e parmigiano.
Qualche difficoltà l’abbiamo riscontrata anche nei primi, dove i tortelli verdi farciti di amatriciana e salsa al pecorino, piacevoli nel ripieno e nel condimento, scontavano il difetto di una sfoglia troppo spessa che ci è arrivata in tavola in pratica cruda, soprattutto nel nodo di chiusura.
Non diverso il caso dei cubetti di pasta fresca cucinati come un risotto con ragù di lepre, penalizzati da una dadolata di verdure troppo invadente, in particolar modo il peperone, che è risultato alla fine il vero protagonista del piatto.
Sulla stessa linea (di delusione…) anche i secondi, con un germano asciutto e stoppaccioso, e un rombo al vapore di ottima qualità, ma penalizzato da una cottura eccessiva, da una salsa troppo coprente e da una presentazione esteticamente modesta.
In conclusione una cucina stanca, poco attenta alle cotture, alle presentazioni e forse anche un po’ a corto d’idee.
C’è la speranza di aver imbroccato una serata storta in tutti i sensi. Ma i numerosi segnali negativi insinuano il legittimo dubbio di una pesante involuzione del locale, che forse sta vivendo una fase di profonda e tormentata trasformazione.
Il tempo probabilmente ci darà le risposte, nel frattempo non possiamo che augurare a Paolo Teverini e alla sua brigata di ritrovare lo smalto e l’entusiasmo di un tempo e di ritornare presto ai livelli che gli competono.

Pane e olio

Il saluto della cucina.

L’uovo meringato al parmigiano con polvere di funghi trombette.

Prosciutto Gran Riserva di Spigaroli e il Casentino di cinta senese di Fracassi, accompagnati da pane al pomodoro.

Cubetti di pasta fresca cucinati come un risotto al ragù di lepre.

Tortelli verdi farciti di pomodoro, pancetta e cipolla con crema di pecorino.

Trancio di rombo al vapore, salsa alla pelle di rombo, bruschetta al cavolo nero.

Il germano: il petto alla griglia, la coscia con salsa alle prugne e carciofi.

Il vino.

Torrone morbido fatto in casa con salsa al panforte e vin santo.

Piccola pasticceria.

Cioccolatini.

1 Commento.

  • Raffo14 Aprile 2013

    Carino il rombo col pilipili della sua pelle,di solito il Teveraccio sul pesce si siede sempre un po' rispetto all'opulenza di carni e selvaggine. E che la sua sia una cucina un po' desuettamente Boteriana è innegabile,ma forse è proprio questo il suo bello. Per dire,in Romagna le donne "cun e cul indrìa,da spòusa" ovvero dal fianco largo e le natiche pasciute han sempre riscosso e continuano ancor oggi,in tempi non sospetti,a riscuotere molte più attenzioni rispetto a fattezze più asciutte e rifinite... Su cotture e presentazioni mi trovo ineluttabilmente concorde.

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