Passione Gourmet La Sprelunga

La Sprelunga

Ristorante
via Sprelunga 55, Seveso (MI)
Recensito da Alessandro Pellegri

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Una tra le migliori cucine a specializzazione pesce di Monza e Brianza (e forse di Milano)...

Difetti

  • ...a cui però manca un po' di personalità
Visitato il 07-2012

Il Giugno più caldo da quando esistono le previsioni meteorologiche [cit].

In casa non si respira, in giardino s’inizia a farlo dopo le 23.

Dei tre usuali compagni di bravata enologica, uno è in vacanza dall’altra parte del globo e, come per una sorta di nostra piccola rivincita, noi due sfigati costretti al solito delirio milanese decidiamo di aprirci (si, alla facciazza sua!) una bottiglia importante, anche se con lui è una partita persa in partenza, riuscirebbe a bere D’Auvenay anche su un Cable Car a San Francisco.

Di aprirla a casa però, dato il clima turkish bathroom, non se ne parla; dopo una consultazione di 4 secondi circa quindi, la risposta è unanime: Sprelunga.

Questo ristorante gode di una posizione di favore, a trecento metri dalla statale che collega Milano a Como ma assolutamente defilata, immerso nel verde del parco delle Groane, sull’altopiano di Seveso. A dispetto della localizzazione, più votata all’ossobuco o alla lugànega, già il logo è una dichiarazione d’intenti: la specialità qui è il pesce, di ogni tipo, con uno sguardo particolare verso i crudi.

Finché la stagione lo permette, e stasera lo esige, un valore aggiunto è l’ampio dehors che affaccia sul curatissimo giardino, praticamente invisibile dall’esterno, dove è possibile cenare con la stessa discrezione dello spazio interno ma in un ambiente molto più ampio, ed in maniera ben più piacevole.

La mano sui prodotti marittimi qui è solida e ben collaudata: dai crudi appunto, volutamente manipolati il meno possibile per esaltare la qualità della materia, fino ai piatti un po’ più complessi, più lavorati, tutto è trattato con il massimo rispetto e con la volontà di mantenere la centralità sull’elemento ittico, senza addentrarsi in pericolosi gineprai che probabilmente, in tavole come questa, porterebbero più fastidi che benefici: è infatti la Sprelunga il classico ristorante che riesce a non scontentare il più irriducibile dei gourmet, ma nello stesso momento è in grado di regalare un paio d’ore di piacere alla ben più ampia fetta di clientela “comune”, grazie ad un ambiente sofisticato ed elegante e una cucina si attraente e golosa, ma mai furba o piaciona.

Passeremo pertanto dalle linearità e precisione dei crudi alla speculare prorompente presenza della bottarga negli spaghetti e tonno rosso, piatto decisamente gustoso fin quasi a risultare eccessivamente strong nella sua esecuzione, passando per la perfetta cottura delle cappesante, davvero didattica.

Un plus per tutti i piatti la mano “corta” con il sale, e l’utilizzo dello iodio presente naturalmente nel pesce a donare una leggera sapidità ove necessaria, ma senza alcun aiutino, nemmeno alla pressione arteriosa.

Se state leggendo è probabile che apparteniate alla categoria dei gourmet incalliti, pertanto penso sia chiaro che non ci si debba aspettare nessun “colpo al cuore” da questa tavola. La solidità di questa cucina ha come suo rovescio della medaglia forse la mancanza di personalità propria. Visto però che le attività stanno in piedi sui clienti “normali”, non si può certo restare indifferenti al fatto che, in un qualsiasi caldo e umido mercoledì sera di fine giugno, i tavoli nel dehors erano completamente occupati. Certo la zona è particolarmente ricca (anche se all’inizio, siamo pur sempre in Brianza) e la clientela mediamente facoltosa aiuta certamente ma, vista anche l’aria che tira, è un grandissimo risultato.

La carta dei vini è – per fortuna, data la cucina – sbilanciata verso i bianchi e le bolle, con una folta presenza italiana; scarso e praticamente trascurabile il resto del mondo. I ricarichi sono assolutamente onesti, si può bere molto bene con una spesa corretta, da enoteca. Noi abbiamo scelto un Trebbiano Valentini 2008 (la scelta è stata un 2001, ma era finito…) particolarmente puzzoso al naso, non male e nulla fuori controllo per un vino di Valentini, ma ha faticato a ripulirsi per tutto il tempo, ed un Nova Domus Terlaner riserva 2006, dove al naso hanno spiccato su tutto le note affilate di cedro e bosso del sauvignon, tramutate poi in lieve dolcezza in bocca.



Benvenuto

I crudi

Tartare di pesce in tricolore e olio extra vergine di oliva Dritta

Fiori di zucchina ripieni con bianco di pesce e tartufo nero

Vellutata di patate e pistacchi di Bronte con cappesante

Battuta di tonno rosso con spaghetti di Gragnano alla bottarga

Trancio di ombrina con fagiolini e sorbetto al finocchio

Predessert

Pesche al vinbrulé estivo con gelato alla lavanda

Come dite? Tutto il preambolo della rivincita e della bottiglia “importante” per poi aprire due, seppur eccellenti, “comuni” bianchi?
Ah già…

Stavolta (vedi Monfortini vari) nessun tappo, nessuna riduzione, nessuna botta di caldo, nulla di tutto ciò. Solo un vino realmente della Madonna, tra i 98 ed i 99 scegliete voi, noi stiamo in mezzo. Lasciamo perdere le chiacchiere e i descrittori, sarebbe semplicemente irrispettoso. Solamente, alla salute!
Salute nostra e salute del terzo, dall’altra parte del globo…

10 Commenti.

  • jpjpjp18 Luglio 2012

    ristorante valido ma con pochissime recensioni sul web meno male che ci siete voi

  • fabio_s18 Luglio 2012

    Al netto del conto finale e del patron, potete fare un raffronto/darmi una opinione tra il ristorante recensito e il Ma.Ri.Na? Sono curioso e mi interessano i vostri commenti. Grazie in anticipo

  • Fabrizio18 Luglio 2012

    Al tavolo c'ero anch'io ed in diversi anni di frequentazione del ristorante non l'ho mai recensito per conflitto di interessi della mia dolce metà. Questa volta abbiamo mangiato leggermente meglio di altre occasioni. La gestione è di stile estremamente classico ma non demodé. Non posso fare confronti con il Ma.Ri.Na in quanto non l'ho mai frequentato. Concordo con tutto ciò che ha scritto Ale.

  • Alessandro Pellegri19 Luglio 2012

    Fabio, anch'io come Fabrizio purtroppo non posso aiutarti, non essendo mai stato al Ma.Ri.Na. Vediamo se c'è qualcuno tra gli altri che saprà risponderti. :-) Buona giornata. Ale

  • Docberna22 Luglio 2012

    Io del Ma.Ri.Na. Sono assiduo cliente e, guardando la recensione, credo sia nettamente superiore sia come varietà di crudi di pesce che di piatti cucinati. Anche il prezzo pero' e' superiore, stiamo tra i 120-150 euri cadauno in base alle scelte enologiche. Ciao

  • jpjpjp23 Luglio 2012

    a conferma di ciò http://www.altissimoceto.it/2012/07/17/cartoline-dal-202mo-meeting-vg-ristorante-ma-ri-na-olgiate-olona-va-patron-pino-possoni-chef-rita-possoni/

  • fabio_s24 Luglio 2012

    Grazie della risposta. Anche io ho l'impressione che al Ma.ri.na la qualità del pesce sia superiore (ripeto che è un'impressione non essendo mai stato a seveso). In merito alla cucina non saprei: mentre a Olgiate Olona la centralità del piatto è data unicamente alla materia ittica eccellente senza accostamenti particolari e senza rischiare niente, da La Sprelunga mi pare azzardino un pò di più. Vero il conto più impegnativo, infatti è un bel pò che manco, preferisco la per me più vicina Treviglio (35' contro 1h30') Fabio

  • jpjpjp24 Luglio 2012

    se stai dalle parti di Treviglio, non mi pare proprio che La Sprelunga valga il viaggio, con tutto il rispetto

  • fabio_s24 Luglio 2012

    ok, capito, grazie per le risposte

  • Docberna25 Luglio 2012

    No, no, guardate che a Olgiate Olona anche negli abbinamenti sono avanti, magari non estremi...

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